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sabato 2 maggio 2009

Salento, torna l'emergenza rifiuti

LECCE - Di nuovo ad una svolta critica, nell’Ato Lecce 2, un ciclo dei rifiuti segnato da disagi e difficoltà. E mentre Regione e Provincia si confrontano con i sindaci sulle immediate prospettive (l’8 maggio dovrebbe cessare il conferimento della frazione organica a Grottaglie), rispunta l’opzione «Castellino», anche se l’assessore regionale all’Ambiente ne ha parlato in termini di «estrema soluzione». Ma si è fatta anche l’ipotesi dell’utilizzo della discarica di servizio soccorso di Cavallino per stoccare la frazione secca. Di queste ed altre possibili soluzioni si è parlato ieri sera nella lunga riunione tenuta in Prefettura, dove i tecnici della struttura del Commissario regionale hanno incontrato i rappresentanti della Provincia e dell’Ato Lecce 2, nonché diversi sindaci dell’Ambito.

Sul tavolo, il ventaglio delle soluzioni per gestire una fase transitoria finora andata avanti a singhiozzo, sul filo dell’emergenza. «Molte delle difficoltà - rileva il presidente dell’Ato Le 2, Silvano Macculi - sono dipese fino ad oggi dalla qualità dei rifiuti trattati negli impianti di Poggiardo. Lo scorso 23 aprile - aggiunge - la giunta regionale ha approvato una delibera modificando i parametri del decreto commissariale 296 del 2002 che stabiliva quali fossero le soglie dell’indice respirometrico dinamico (Ird) e di umidità perché la frazione organica potesse essere utile come materiale di copertura nelle discariche. L’Idr viene portato da 400 a 1.000 mg e la percentuale di umidità dal 25 al 50 per cento. Ciò è servito anche per consentire il conferimento a Grottaglie in questo ultimo mese. Nel frattempo l’Arpa ha condotto delle analisi per verificare l’attinenza ai parametri dei rifiuti trattati nell’Ato Lecce 2». Anche per quanto riguarda la frazione secca, fa sapere Mcculi, buona parte di questa viene contestata per gli esiti di una biostabilizzazione non idonei a garantire la trasformazione in cdr. «Attualmente - dice - il secco è accantonato in 4mila tonnellate di ecoballe a Cavallino ed il commissario Vendola ha scritto alla società “Bleu” di Molfetta perché quei rifiuti vengano trasportati in quella struttura».

Passati due mesi, lamenta Macculi, la fase transitoria disposta dal commissario e modificata in corso d’opera si è tradotta in un ciclo stentato, con trasportatori esasperati da code e attese davanti agli impianti, costi che si accavallano e disagi in tutti i comuni per i servizi di raccolta. «Nella riunione dell’Ato - rammenta in proposito - il sindaco di Gallipoli ha addirittura presentato l’elenco delle disdette che stanno giungendo agli albergatori. E poi c’è il problema dei costi. La Regione aveva già previsto uno stanziamento di sette milioni per il 2008, più un altro altro milione e mezzo accantonato in bilancio. Ma finora non abbiamo visto un euro. La ditta Vergine - aggiunge Macculi - ha notificato all’Ato un pignoramento di 4 milioni che noi abbiamo girato alla Regione. Un pignoramento che non riguarda i sette milioni destinati al ciclo di smaltimento, ma tutte le somme di cui l’Ato vanta il credito, e questo blocca anche i finanziamenti per gli ecocentri e per il Piano d’ambito. Ed anche la ditta Ecolevante avanza un credito di diversi milioni di euro. Quindi, se è vero che la principale preoccupazione è non avere i rifiuti per strada - spiega Macculi - vi sono anche altre emergenze legate alle spese che bussano alla porta. Peraltro, la Sudgas di Poggiardo avrebbe chiesto un’integrazione di 20 euro della tariffa per via dell’allungamento della biostabilizzazione, portata a sei giorni».

L’emergenza rifiuti solleva anche le critiche della senatrice Adriana Poli Bortone, leader del movimento “Io Sud”. «Il fatto che si debba risolvere tutto ogni volta dal prefetto - sottolinea - rivela l’incapacità delle istituzioni di risolvere il problema. Non è con la corrispondenza fra le istituzioni che si può risolvere l’emergenza, ma con un patto fra territori che deve essere rispettato per i prossimi mesi, in modo tale da poter iniziare una corretta attività di programmazione attraverso una gestione dei rifiuti più adeguata alle normative nazionali ed europee. Probabilmente - conclude - sarebbe il caso che si riunissero i tre ambiti per risolvere con razionalità fra loro un problema che altri non hanno saputo risolvere fino ad ora».

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