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sabato 30 maggio 2009

L'acquedotto della regione è sforacchiato come un colabrodo e almeno 40 litri su 100 li perde per strada

Salviamo sorella acqua: la Puglia va verso la desertificazione

il geologo a bari

Mario Tozzi

Mario Tozzi

BARI - Emergenza acqua, un appello di Mario Tozzi: «Un Paese ricco d’acqua come il nostro ne butta via una quantità incredibile, soprattutto in agricoltura, e soprattutto in Puglia». Lo ha detto all'Ansa il geologo venerdì a Bari per partecipare alla sedicesima edizione della conferenza europea «H2Obiettivo2000», sul tema della «Sostenibilità ambientale e servizio idrico nel bacino Mediterraneo».

VERSO LA DESERTIFICAZIONE - «Fra l’altro - ha aggiunto il geologo - la Puglia insieme con la Calabria, la Sicilia e la Sardegna, è una delle quattro regioni d’Italia in via di desertificazione, nel senso che perde terreno utile per gli usi umani, e dal punto di vista agricolo questo è spiegabile perché la Puglia ha cambiato coltivazioni». «Una volta la Puglia - ha ricordato - era il granaio di Italia ma oggi è l’orto di Italia, e l’orto ha bisogno di molta più acqua».

L'ACQUA DALL'ALBANIA? - Per Tozzi, «la Puglia non conserva l’acqua e addirittura vorrebbe importarla dall’Albania o dall’Abruzzo». «Per quanto riguarda l’uso civile - ha proseguito - l’Acquedotto pugliese è noto per essere sforacchiato come un colabrodo e almeno 40 litri su 100 li perde per strada: la Puglia è cariata». Secondo il geologo, «andrebbe assunta una gestione responsabile di una risorsa che non deve essere ritenuta infinita, e per fare questo bisognerebbe risparmiarla in agricoltura facendola pagare agli agricoltori che sostanzialmente non versano un euro per l’acqua. Se la pagassero almeno un po' di più sarebbero portati a risparmiare». «Poi - ha proseguito Tozzi - qualche cosa si potrebbe fare anche per l’uso industriale che è sempre eccessivo. Io penso che i beni di consumo, per essere fabbricati, dovrebbero riportare le indicazioni di quanta energia, quante emissioni e quanta acqua consumano, così noi potremmo scegliere quelli che ne consumano di meno». «Questo inverno - ha concluso - le riserve idriche profonde non si sono ricaricate ed è molto difficile che lo facciano, specialmente nel Mezzogiorno. Noi, dunque, ci troveremo questa estate di nuovo di fronte a una emergenza idrica che, a questo punto, non dipende nemmeno tanto dal cambiamento climatico ma dall’uso sconsiderato dell’acqua, cioè dallo spreco che ne facciamo».


29 maggio 200

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