Temi irrisolti che hanno campeggiato per mesi sui media nazionali. Titoli di giornali. Pasto per opinionisti di ogni sorta, che ne hanno sviscerato tutti gli aspetti più reconditi, scandagliato ogni angolo, alla ricerca di un qualche aspetto non ancora commentato. Come alla ricerca di un qualche inesplorato terreno di caccia.
Poi il nuovo avvento del Governo di centrodestra.
La trionfale (terza) rinascita del Cavaliere ai danni di una rattoppata coalizione di centrosinistra e da qui una serie di interventi caratterizzati un po’ per l’anomalia della scelta di priorità data a certe problematiche piuttosto che ad altre (non ci eravamo mai resi conto, ad esempio, della gravità inaudita del pericolo di essere intercettati telefonicamente da orde di giudici faziosi e deviati); un po’ per l’efficacia con cui sono state affrontate altre, ben più gravi, tematiche.
Napoli affoga nella monnezza?
Consiglio dei Ministri a Napoli; Esercito per le strade; militarizzazione delle discariche ivi operative (Chiaiano); ramazze a volontà e la città all’ombra del Vesuvio viene ripulita con tanto di celebrativo reportage ad hoc da parte di uno dei più indipendenti e liberi network di informazione nazionale: Studio Aperto.
E la Camorra? E le infiltrazioni malavitose negli appalti sulla nettezza urbana? Ed i mille lacci e lacciuoli che avevano impedito una pronta soluzione del problema nei mesi antecedenti all’avvento di questo governo? Ed il retroterra degradato che impediva di fatto interventi efficaci per la soluzione della emergenza napoletana? E i pneumatici bruciati nei campi per prelevarne i fili di rame? E i gregge di pecore abbattuti nel napoletano perché ammalatosi con la diossina prodotta da queste combustioni e per le ceneri dei termovalorizzatori (inceneritori) ai margini delle aziende agricole ivi operanti? E le aziende di bonifica infiltrate di nomine politiche e con gli operai (non attrezzati) che non lavorano per mesi?
Un quadro, tanto complesso quanto degradato, sparito nel nulla.
Napoli è stata pulita. Problema risolto.
Secondo caso: Alitalia.
Se ne parla da anni.
Alitalia indebitata. Alitalia ha costi troppo alti. Sono necessari tagli occupazionali.
Poi a metà 2008, ultimi giorni di vita del governo di centrosinistra, si fa un piano che prevede l’ingresso di Air France e si calcolano circa 2000 esuberi.
Avvento del governo di centrodestra: prestito ponte di 300 milioni di euro dalle casse statali (già sanzionato dall’Unione Europea come illecito aiuto di stato) salta il tavolo con Air France, si deve salvare l’italianità di Alitalia.
Ad agosto arriva l’annuncio: una nuova compagnia italiana rileva Alitalia ed il Cavaliere gongola: “Missione compiuta”.
Alitalia è salva e i contribuenti non ci rimetteranno nulla.
Tutti felici e contenti.
Certo, si omette di sottolineare come non sia precisamente la stessa situazione creatasi a metà 2008.
Certo si sta scorporando Alitalia ed alla nuova compagnia verranno assegnati gli asset sani della vecchia compagnia. Certo Alitalia diventerà anche una compagnia più piccola (Veltroni ha parlato di una “compagnia di bandierina”).
Certo gli esuberi saranno maggiori (anche se con la promessa di ricollocare i lavoratori presso terze aziende private) e più prolungati nel tempo (si parla di tre anni di mobilità e quattro di cassa integrazione).
Certo Air France entra comunque anche se come socio di minoranza.
Ma per il resto è tutto uguale. Missione compiuta anche qui.
E la sicurezza?
Qualche settimana fa la notizia dei militari di leva per le strade a fare ronde con polizia e carabinieri ha catalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica per qualche giorno.
Il solito codazzo di commenti, pro e contro, questa iniziativa ha fatto da consueto contorno al quotidiano chiacchiericcio politico dei media.
Tutto sommato una iniziativa anche lodevole.
Personalmente non ci vedo nulla di male a dare un ulteriore supporto ai servizi di controllo delle “istituzionali ” Forze dell’Ordine.
Il punto di fondo, però, è diverso e sempre lo stesso: misura reale ed efficace o pagliativo di facciata?
Purtroppo, anche in questo caso, la complessità del problema rimane invariata.
I recenti episodi di violenze ai turisti olandesi a Roma e tedeschi sul litorale napoletano ci hanno cinicamente riportato dinanzi alla cruda realtà.
Una realtà che in tema di immigrazione clandestina ci riporta a misure trasversalmente (politicamente parlando) inefficaci.
Una realtà che ci riporta a una problematica condizione di vita, che ha messo radici profonde in una società come la nostra che si caratterizza per vivere tempi di crisi, persa com’è in un precariato di fondo nei propri valori.
Sicurezza vorrebbe dire potenziare gli organici delle forze dell’ordine, garantire certezza della pena, ma anche creare minori sacche di degrado sociale, e quindi lotta alla disoccupazione, scuola efficace e via discorrendo.
Ecco che il militare di leva di ronda con il carabiniere diventa la classica foglia di fico, sulla cui opportunità, un po’ tristemente, ci si arrovella in discussioni ideologicamente retrò.
Così, con altrettanta magia, quasi a sfatare l’incantesimo, ogni tanto arrivano numeri dell’Istat che ci riportano alla realtà.
E ci parlano di inflazione impennante, di stangate d’autunno, di crolli di produzione, di precariato occupazionale, di diffusa insicurezza nel futuro.
Numeri che hanno l’effetto, tra un incantesimo e una magia, di risvegliare per qualche attimo il cittadino che si chiede quale sia la realtà delle cose. E che quando ha sentore che la realtà è così brutta, preferisce riaddormentarsi, ed affidarsi agli incantesimi di qualche maghetto.
Francesco Piccinni
Ben tornato Francesco è sempre un piacere leggerti.
RispondiEliminaIL TERZO LOTTO E' IN FUNZIONE...
RispondiEliminaSE CI TENETE ALLA VOSTRA TERRA E ALLA VOSTRA SALUTE ACCORRETE DAVANTI AI CANCELLI PER UN SIT-IN DI PROTESTA
E ORA DI SMETTERLA CON QUESTA INDIFFERENZA NON C'è PIU' TEMPO E NON CI SONO PIU' SCUSE...