e da "Il Sole24ore"
Ogni promessa è debito!
Giusto per capirci qualcosa in più, aggiungo io!
Quando è entrato per la prima volta da sindaco nel municipio di Verona, il neoeletto leghista Flavio Tosi deve aver incrociato Maurizio Carbognin, il city manager che appena visti i risultati elettorali ha deciso di dimettersi. A Genova, invece, il city manager che ha accompagnato la Giunta Pericu è dimissionario, e a settembre dovrebbe trasferirsi nel capoluogo ligure l'attuale segretario generale di Sesto San Giovanni (Milano), assumendo la doppia veste di segretario e direttore generale. Ma sono molti, fra le 8 Province e i 170 Comuni sopra i 15 abitanti andati al voto a maggio, gli enti in cui il city manager è stato argomento di dibattito elettorale e, soprattutto nelle Giunte che hanno cambiato colore, tornerà ad animare le discussioni a settembre, finite le «esplorazioni» dei neosindaci alla ricerca del loro direttore generale. A Lucca Mauro Favilla aveva detto di volerne farne a meno, ma dopo essere diventato primo cittadino ha cambiato idea e ha annunciato il nome per settembre. Anche Gorizia è in cerca, mentre ad Alessandria, almeno per ora, lo hanno sostituito con una direzione di staff. La regola, comunque, vuole che con la Giunta cambi anche il direttore generale. Le eccezioni in cui il giudizio sulla professionalità vince il colore politico, come quella di Giovanni Di Pangrazio che in Provincia dell'Aquila è stato dg prima con il centrodestra e poi con il centrosinistra, si contano sulle dita di una mano. Il ruolo del top manager dell'ente, infatti, è fondato sulla «fiducia» del sindaco, e i contratti viaggiano in piena libertà. La laurea, indispensabile per un "semplice" dirigente, al direttore generale non è richiesta, e anche il compenso può librarsi lontano dai livelli tabellari consueti negli enti, fino a doppiare o triplicare le indennità del sindaco. Per Gianpietro Borghini, ex sindaco della città e consigliere regionale di Forza Italia, il Comune di Milano spende quasi 28omila euro, cioè il 255% rispetto alla busta del sindaco, mentre a Torino Cesare Vaciago guadagna 25omila euro, vantando anche lui uno stipendio pari a due volte e mezzo quello del primo cittadino. Anche a Venezia l'indennità di Massimo Cacciari (82.800 euro) cede il passo rispettosa davanti al compenso del dg Vincenzo Sabato, 170 mila euro, e la stessa situazione ritorna a Perugia (65.500 euro al sindaco; fino a 162 mila euro al dg) e a Cagliari (65mila euro contro 120mila). Sono probabilmente anche queste cifre a rendere ambita la carica, anche se non mancano segnali di crisi. Il direttore generale è nato con la Bassanini-bis (legge 127/1997) sulla spinta all'aziendalizzazione della Pa, ma nei curricula dei direttori generali di mondo privato si vede ben poco. Un caso a sé è quello torinese di Vaciago, arrivato a Palazzo di Città dopo aver guidato colossi come Poste e Ferrovie dello Stato, mentre più frequente è l'iter di chi ha guidato una municipalizzata (come Gaetano Lo Cicero a Palermo, che al momento è senza incarico perché il Comune non ha ancora approvato il preventivo 2007, anche se il termine del 30 aprile è passato da un po'). Ma a dominare il campo sono le carriere tutte interne alla Pubblica amministrazione locale, e non manca chi, come Riccardo Pucciarelli al Comune di Livorno e Giuseppe Demuro a Lodi, ha in curriculum la guida dei vigili urbani. Una categoria a parte, che fa capolino tra i direttori generali, è quella degli ex politici: come il milanese Borghini (ora al centro di un'indagine della Corte dei conti insieme al sindaco per un "eccesso" di consulenze) e il napoletano Luigi Massa, ex parlamentare dei Ds. Ma l'evoluzione più consistente è quella verso una profes-sionalizzazione sotterranea dei city manager, portata avanti da chi ha già ricoperto il ruolo in più enti. A Sassari c'è l'ex direttore generale del Comune di Grosseto, a Ragusa il direttore nonha cambiato città ma è passato dalla Provincia al Comune, come accaduto a Imperia. A Parma è arrivato il direttore di Scandigliano (Rè), mentre Pierdomenico Gnes è passato da Montebelluna (Tv) a Belluno. E in questo quadro si sono inseriti i segretari, che stufi della convivenza con i city manager stanno spingendo con qualche successo per inserire nei nuovi ordinamenti la dirigenza unica apicale. Facendo sancire dalla legge un'unificazione che in molti Comuni è già un fatto compiuto.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis