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giovedì 2 giugno 2011

Anche Lombardi interviene sul 2 giugno 2011

folla festante
E' annosa la questione dei (presunti) brogli nel computo delle schede elettorali del Referendum istituzionale Monarchia/Repubblica.
La scansione temporale degli accadimenti, così come individuata dalla maggior parte degli storici, tranne pochi faziosi, dimostra come lo stesso Alcide De Gasperi, Uomo onesto, ne era convinto. 
Per gli Italiani decise uno solo di essi, tal Giuseppe Romita, Ministro degli Interni, socialista, probabilmente affiancato dal comunista Togliatti.
Non è pensabile infatti che un mediocre qual'era Romita possa aver ideato e realizzato un colpo di tal fatta tutto da solo.
Cominciamo col dire che la consultazione referendaria non fu a suffragio universale.
Una parte degli Italiani, di fatto, non venne ammessa al voto.
Alcuni storici sostengono che Togliatti ( “il migliore”, servo di Mosca) intervenne per ritardare il rientro in Italia dei reduci dai campi di prigionia russi, in quanto ne temeva le testimonianze ai fini del voto, ovvero il racconto delle atrocità bolsceviche ed il loro stesso voto.
Non poterono votare neppure coloro che, prima di aprile 1945 (14 mesi prima della consultazione), epoca della chiusura delle liste elettorali, si trovavano ancora al di fuori del territorio nazionale, nei campi di prigionia o di internamento all'estero, o comunque non in Italia.
Oltre queste centinaia di migliaia di persone, non furono ammessi al voto neppure quegli Italiani  rientrati fra la data di chiusura delle liste e le votazioni. Furono inoltre escluse dal voto gli Italiani della provincia di Bolzano, Gorizia con la Venezia Giulia, la italianissima Trieste, in quanto non sotto il governo italiano ma sotto il governo militare alleato o jugoslavo.
Ciononostante,  il 4 giugno, a metà dello spoglio, la monarchia era saldamente in testa. 
Dal Comando generale dei  Carabinieri anticiparono al Papa Pio XII la vittoria della monarchia; il 5 giugno, nella mattinata, De Gasperi annunciò ad Umberto II la vittoria della monarchia.
Successivamente, sempre  in base ai rapporti dell'Arma dei Carabinieri provenienti direttamente dai seggi elettorali, De Gasperi telefonò al ministro della real casa Falcone Lucifero per comunicargli la vittoria della monarchia.
Tuttavia, e qui comincia la farsa, in serata, il ministero dell'interno, presieduto dal repubblicano Giuseppe Romita, annuncia ufficiosamente che la repubblica aveva vinto.
I monarchici sollevano presso la Corte di Cassazione una serie di ricorsi.
Il 10 giugno la Corte di Cassazione da lettura dei risultati provvisori così come le erano arrivati dalle prefetture ( agli ordini dell’ineffabile Romita), riservandosi di rendere pubblici i risultati definitivi ed il giudizio definitivo su contestazioni, proteste e reclami per il successivo 18 giugno.
La maggior parte degli organi d'informazione ( sin d’allora ve ne erano molti al servizio della “verità”) dà notizia della vittoria della Repubblica e comincia a richiedere, in modo insistente e crescente nei giorni seguenti, la partenza di Umberto II.
In questi giorni manifestazioni monarchiche, specialmente nelle grandi città del sud (Napoli, Roma ed anche nella nostra  Taranto), vengono represse violentemente, anche con morti, senza che la stampa nazionale dia loro risalto.
Il 12 giugno  il repubblicano comunista Togliatti, in seguito alle migliaia di denunce di brogli che continuano a piovere presso l'Unione Monarchica Italiana, informa che le schede "non sono qui e forse sono distrutte".
In effetti, "sacchi e pacchi di verbali saranno poi rinvenuti nei luoghi più disparati".
In base al primo pronunciamento della Corte del 10 giugno, che rendeva noti i voti provvisori ma non l'esito, causa i ricorsi pendenti, il governo decide, senza attendere la seduta della Cassazione fissata per il successivo 18 giugno, di trasferire i poteri al primo ministro Alcide de Gasperi, che assume le funzioni di Capo provvisorio dello Stato, di fatto deponendo Umberto II.
Il 13 giugno  Umberto II, dopo aver rivolto un proclama agli italiani in cui contesta la sua deposizione da parte del governo, la violazione della legge ed il comportamento rivoluzionario dei suoi ministri, che non hanno atteso il responso definitivo della Cassazione, volendo evitare una guerra civile parte in aereo per Lisbona.
Il 17 giugno dal Portogallo, Umberto II scrive al ministro della real casa Falcone Lucifero alludendo ad un tranello nel quale sarebbe caduto («Ripenso alle ultime ore a Roma, a quando mi fu detto che allontanandomi per poco dalla città tutto sarebbe stato più semplice e invece: quel "trucco" che non voglio qui definire in termini "appropriati"!»).
Il 18 giugno la Corte di Cassazione, con dodici magistrati contro sette, in contrasto rispetto al voto contrario del presidente Giuseppe Pagano, conferma la vittoria della Repubblica.
Nel 1960  quel presidente della Corte di Cassazione, Giuseppe Pagano, in un'intervista a IL TEMPO di Roma affermò che la legge istitutiva del referendum era di applicazione impossibile, in quanto non dava il tempo alla Corte di svolgere i suoi lavori di accertamento, e ciò fu reso ancor più evidente dal fatto che numerose corti di appello non riuscirono a mandare i verbali alla Cassazione entro la data prevista.
Infine, "l'angoscia del governo di far dichiarare la repubblica era stata tale da indurre al "colpo di Stato" prima che la Corte Suprema stabilisse realmente i risultati validi definitivi". 
Ancora oggi vengono mosse critiche e accuse di illegittimità del risultato referendario.
Tali attacchi alla legittimità del voto a favore della repubblica riguardano brogli ed irregolarità formali e sostanziali che si sarebbero verificati, modificando i risultati nelle circoscrizioni.
Sul piano giuridico, invece, si fa rilevare che la proclamazione della repubblica avvenne in modo anticipato rispetto alla ratifica, poiché non si aspettò il pronunciamento dalla Corte di Cassazione, come stabilito dal decreto istitutivo del referendum.
Giuseppe Pagano, presidente della Suprema Corte, infatti, il 10 giugno 1946 diede semplice lettura dei verbali complessivi delle 31 circoscrizioni elettorali, senza effettuare alcuna proclamazione del risultato e rimandando al successivo 18 giugno il giudizio definitivo su contestazioni, proteste e reclami.
ll consiglio dei ministri, con deliberazione che non è eccessivo definire un “mostro giuridico” stabilì che, a seguito della proclamazione dei risultati provvisori del 10 giugno, si era creato un regime transitorio e di conseguenza le funzioni di capo dello Stato passavano al presidente del Consiglio.
Ciò avvenne nonostante il disposto dell'art. 2 del decreto legislativo luogotenenziale 16 marzo 1946, n. 98, che imponeva di attendere la proclamazione ufficiale da parte della Corte di Cassazione. Il governo assunse perciò unilateralmente poteri che, fino al pronunciamento definitivo della Cassazione, ancora non gli spettavano, deponendo di fatto Umberto II.
E poi fingiamo di stupirci di quel che oggi accade!!!

7 commenti:

  1. Non e' stato detto nulla di nuovo: con i si dice,si pensa,si crede non si fa la Storia, ma solo cronaca da 4 soldi( e sono pure molti)!

    a)Romita non era " un tal", ma, all'epoca, era un politico socialista molto conosciuto;

    b)Il principe Umberto,il" re di maggio" era un galantuomo e gentiluomo, non solo di nascita;

    c)Togliatti, era servo dei comunisti come gli altri lo erano degli Americani:non saper contestualizzare l'eta' di cui trattasi,(guerra fredda, mai sentita nominare?) significa non aver capito nulla del periodo e di quello che gli storici chiamano STORICISMO(MAI SENTITO?).Piaccia o no, Togliatti e' stato uno dei piu' grandi politici del tempo:suggerirei di leggere le ultime storografie sulla sua persona, per la quale si stanno avendo riconoscimenti anche da parte di avversari e storici.

    d)Essendo lo scarto dei voti molto esiguo, si pavento' una guerra civile, cosa che il buon Umberto volle evitare con il suo esilio(sue testuali parole ormai consegnate alla Storia).

    No, non mi stupisco di quello che accade oggi: evidentemente gli sporchi e cretini comunisti ci sono ancora, e tra il popolo e tra i politici e tra i membri della Corte Costituzionale,tra i giornalisti e tra gli insegnanti.Cosi' come ci sono ancora gli inetti e alienati mentali che imputano agli altri la causa della loro inettitudine,forti ed orgogliosi di quei paraocchi che hanno rubato all'istancabile asino.

    Mi fermo e chiudo

    W la Historia, magistra vitae!!!!!!!!!!!!

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  2. Caro Mimmo, anche ammettendo che le cose siano andate come tu sostieni, viene ulteriormente confermato quanto si sa da sempre. Che bisogna ringraziare De Gasperi (DC) e Togliatti (PCI) se siamo diventati una Repubblica. E se per raggiungere l'obbiettivo hanno fatto i brogli che tu denunci, io li ringrazio doppiamente. Perché abbiamo scampato il pericolo di avere un re che canta a Sanremo e balla sotto le stelle.

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  3. Lo ripeto ancora, la Storia non si fa con i si dice,si pensa,si crede ,con i se e con i ma.Cio' che ho scritto nel mio primo intervento e' suffragato dai documenti, quindi e' Storia.

    Se non si fosse ancora compreso, quella dei brogli e' una semplice ipotesi e non vi sono prove certe ed inoppugnabili in tal senso.

    Indipendentemente dal re che canta a Sanremo e balla sotto le stelle, la Monarchia ebbe la sola gravissima responsabilita' di avallare un regime non certamente democratico(o vogliamo asserire che era democratico?) e di essere corresponsabile nel portare alla morte migliaia di italiani nella guerra.
    Forse sfugge a qualcuno, o non sa, che la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 fu firmata dal re,capo supremo delle forze armate. Col referendum Casa Savoia ha pagato questo!

    Non condanno,invece,il sovrano per essere fuggito a Brindisi sulla nave corvetta "Baionetta" da Pescara:a mio parere,contestualizzando ed analizzando la situazione,e' stata la cosa piu' sensata da fare e questo lo si evince sempre dai documenti.

    Il problema e' leggerli,senza paraocchi o faziosita'. Ma questo e' utopia e, certamente, non e' da tutti.
    Lasciamo la Storia a chi...mastica di Storia.

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  4. Ringrazio Pietro Spagnulo, amico e uomo leale, il quale mi degna di un suo intervento e lo fa a viso aperto.
    D'altronde, per chi lo conosce da tempo, piaccia o no, lui è fatto così.
    Le cose che pensa le dice.
    Se non fosse rosso ( e non solo di capelli) mi somiglierebbe.
    Caro Pietro, anch'io sono convinto che, tutto sommato, a parte qualche Presidente della Repubblica da burletta, qualcuno fazioso, qualcun'altro dal "gomito" facile, all'Italia è andata bene così.
    Perchè abbiamo avuto per Presidente giuristi di levatura internazionale (Giovanni Leone), qualcuno di grande coraggio oltre che fine costituzionalista (Francesco Cossiga), qualcuno Patriota per davvero ( Carlo Azeglio Ciampi), solo per ricordarne i contemporanei.

    P.S. NON ACCETTO IL CONTRADDITTORIO CON GLI ANONIMI.

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  5. caro signore,

    tra me e lei non c'e' contraddittorio perche' non ci puo' essere contraddittorio o dialogo tra l'uomo e il leone.

    Lei avrebbe potuto rispondere su quello che ho scritto, ma, avendo lei scritto cio' che ha scritto, non poteva scrivere altrimenti.

    Le regalo, da anonimo un bel brocardo latino: "Praetor non curat de minimo", tradotto..."il Pretore non si occupa di sciocchezze".

    Se poi ne vuole un altro, le consegno il "aquila non capit muscam" che tradotto significa "l'aquila non se la fa con la mosca".

    Il problema non sono gli anonimi ma le sciocchezze che si scrivono e in nome di tale sciocchezze si dicono tante altre sciocchezze.
    Ma anche questo e' un lato della democrazia.

    F.to L'ANONIMO

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  6. ELOGIO DELL'ANONIMATO:


    Uno scrittore francese vissuto a cavallo tra 1800 e 1900 Paul Valery disse a proposito dell'arte della discussione: se non puoi demolire un ragionamento, almeno puoi demolire il ragionatore. Chissà cosa consiglierebbe oggi, all'epoca di internet, quando millioni di post sugli infiniti blog sono anonimi? Paul Valery, altrimenti si sarebbe sicuramente risparmiato l'aforisma, verificando come in generale la scarsa abitudine al confronto sia accompagnata quasi sempre dalla scelta di concentrasi non sul contenuto delle affermazioni ma sull'identità di chi ha espresso l'opinione. Personalmente non sono affatto interessato alla firma dei post, sono invece molto interessato al contenuto. Il cinico consiglio di Valery, ampiamente utilizzato dalla politica per deviare il discorso dagli argomenti importanti ai pettegolezzi ha le armi spuntate.

    Come rispose una signora all'assessore che aveva paura che dietro l'anonimato si potessero nascondere eccessive critiche gratuite e polemiche su qualunque cosa : "su 10 interventi di persone anonime: 5 saranno fatti da persone che criticano per criticare (quindi da non prendere in considerazione), 3 saranno fatti da persone dell'opposizione che criticano per remare contro ma... 2 saranno critiche serie e costruttive"

    però se nessuno scrive...siamo fregati!!


    Per quanto riguarda "la paura" che sotto l'anonimato si possa dire qualunque cosa e criticare tutto:
    se, per esempio, l'utente anonimo A scrive: "che vergogna!! ieri alle 13.00 il sindaco ha parcheggiato la macchina in mezzo alla piazza... "
    ci sarebbe l' utente anonimo B che risponderebbe "non è vero!! ieri a quell'ora ero in piazza e quello che dici non è successo"
    e poi ci sarebbe l'utente anonimo C che interverrebbe " utente A non dire cavolate...io ho visto il sindaco parcheggiare davanti l'edelweis, non ha parcheggiato in piazza!!!"
    e così che critiche tanto per criticare dell'utente A morirebbero e verrebbero smentite in pochi interventi!!

    Credo sia meglio avere cento discussioni in corso con utenti anonimi che averne solamente tre ma con persone dichiarate.

    In conclusione, viva l’anonimato quando serve ad esprimere con maggior libertà, e a volte con impertinenza, concetti che contrastano altri concetti, salvaguardando la dignità di ciascuno, anche di quelli (e vedete quanto sono democratico!) che appartengono alle “caste”. Per tornare a Cicito Masala, ricordo che era solito dire che ai potenti di ogni genia e di ogni tempo quello che seccava di più è l’esser presi per i fondelli. Insomma, una risata è capace di seppellire anche loro! Anche se fatta dietro le quinte.

    “L’Anonimo nei secoli sussurra la parola da orecchio a orecchio; ognuno la ripete a modo suo […] Quanti secoli e quanti Anonimi per portare la foglia d’acanto ai fastigi del capitello corinzio”; cosa ci sussurriamo noi oggi all’orecchio, quali capitelli stiamo costruendo, quali foglie stiamo scegliendo per abbellirlo? Tutte queste cose sicuramente non le faranno le nostre care archistar, tanto meno mentre bevono il caffè, ma le faremo tutti noi che non siamo nessuno ma siamo tutto"(Rogers).


    W l'ANONIMATO........ SCRIVETE E RISPONDETE AI CONTENUTI NON AGLI AUTORI!!!!!!

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  7. Wiva l'anonimo precedente che ha scritto l'elogio: qualcuno se lo pesi, se lo incarti e se lo porti a casa e se lo legga con attenzione. Il signore e' servito

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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ATTENZIONE! Gli articoli che non trovate qui sono su ORAQUADRA.INFO

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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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