Dal Corriere del Mezzogiorno di ieri
Digeronimo: «Voleva condizionare le scelte della pubblica amministrazione: dai rifiuti alle forniture ospedaliere»
Alberto Tedesco
BARI - L’ex assessore pugliese alla sanità Alberto Tedesco, ora senatore del Pd, ha avuto un «ruolo di vertice» in «un’organizzazione criminale, radicatasi all’interno della pubblica amministrazione, tendente a condizionare le scelte della stessa allo scopo di perseguire i progetti illeciti del sodalizio in esame, che spaziano dallo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, alle forniture dei beni e servizi alle Asl, agli appalti nelle aziende ospedaliere pugliesi». È pesante l’accusa che il pm Desirè Digeronimo contestava a Tedesco già nei decreti di perquisizione e sequestro eseguiti dai carabinieri nell’aprile 2009 nell’ambito dell’inchiesta sul presunto intreccio tra mafia, politica e affari che avrebbe gestito la sanità pugliese. Col passare del tempo sembra che i sospetti del magistrato siano aumentati e ciò giustifica perchè ieri Digeronimo ha ordinato ai carabinieri di acquisire dalle sedi dei partiti del centrosinistra pugliese (Pd, Sinistra e Libertà, Lista Emiliano, Prc e Socialisti Autonomisti) i bilanci dal 2005 al 2008 e tutta la documentazione bancaria.
Il sospetto, tutto da verificare, è che parte del danaro confluito nelle casse di alcune imprese vincitrici di appalti sia poi tornato, almeno in parte, ai partiti o agli stessi politici. La pubblica accusa non ha dubbi: Tedesco - è scritto nel decreto di perquisizione - aveva nel sodalizio criminoso «il ruolo di vertice» mentre il suo collaboratore Mario Malcangi era il collegamento tra Tedesco e il mondo imprenditoriale ed era incaricato di tessere «i contatti e a portare a compimento gli interessi del sodalizio». Interessi che spaziavano dalla gestione degli appalti per la sanità, all’accreditamento presso la Regione di strutture sanitarie private, alla nomina in quota politica dei direttori generali delle Ausl, ai concorsi per primario fino allo smaltimento dei rifiuti sanitari. «Agli imprenditori e alle società - scrive il pm - viene garantita assistenza e un canale privilegiato per l’acquisizione di contratti, anche attraverso un illegale meccanismo di proroghe, per la fornitura di beni e/o servizi presso le Asl».
Secondo la ricostruzione dell’accusa, il sistema ideato da Tedesco poteva contare anche su «soggetti intranei al sodalizio» e cioè su alcuni manager delle Asl pugliesi, che sono indagati. Dall’indagine - sottolinea il magistrato - emergono anche i presunti interessi di Tedesco con il mondo imprenditoriale, «nel quale figurano società direttamente o indirettamente riconducibili alla sua famiglia», che da sempre opera nel settore delle protesi sanitarie. In una conversazione, intercettata con una microspia il 30 giugno del 2008 e riportata nel provvedimento, Tedesco parla con l’imprenditore Diego Rana di ipotetiche correzioni da apportare al piano sanitario. «Ti preparo un appuntino?» chiede l’imprenditore che gestisce a Bernalda (Matera) un centro di riabilitazione. E lui: «No! Non c’è bisogno. Basta che mi dici gli errori dove stanno».
31 luglio 2009
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