testo prof. Giuseppe D’Amico, foto www.toninocarbone.blogspot.com
E’ didatticamente utile poter parlare delle vicende e dei fatti che riguardano i grandi personaggi della storia servendoci di un supporto didattico come filmati, carte storiche illustrate, foto e cartoline in modo che le vicende e i personaggi stessi, di cui essi sono i protagonisti, tornino a vivere in mezzo a noi, facendoci partecipi della loro vita.
Ma è ancor più utile se il supporto didattico è costituito di statue di grandissimo valore artistico come queste che il maestro Domenico Pinto ha plasmato, servendosi di una tecnica e di uno stile personalissimi e di un’apprezzata ricerca iconografica.
Sicché, oltre all’afflato poetico che traspare dai volti delle statue, specialmente da quelli femminili, tutti stilizzati come si usava nel Medioevo, vi notiamo una precisa ricostruzione dei volti e delle decorazioni pittoriche del vestiario ottenuta, visitando e rivisitando le varie figurazioni in cui compaiono Federico II e la sua Corte, come il Busto-ritratto del Museo Civico di Barletta, la testa di gesso scolpita dal Solari del Museo Provinciale di Capua, l’Augustale di oro emesso dalla zecca di Brindisi e di Messina nel 1231, il vestiario dei personaggi presenti nel Corteo del Palazzo abbaziale di San Zeno di Verona, nel Codice “De arte venandi cum avibus” della biblioteca Apostolica Vaticana e perfino nel “Guanto” di Federico II” conservato nel Kunthistorisches Museum di Vienna.
Le lunghe e nobili figure, tutte arcaizzanti, si presentano davanti ai nostri occhi “vestite di autorità” così come il popolo dei sudditi le vedeva, allorché si presentavano in pubblico: “I visi affusolati, fissi, solenni, gli abiti dorati, le fini bardature dei cavalli decorati nei colori giallo e manganese che lo smalto bianco avoriato fa evidenziare assai bene, riportano Noi moderni uomini del XXI secolo, nel mondo di una realtà perduta e, dunque, nel mondo di un sogno favoloso e suggestivo così come suggestivi e favolosi sono i personaggi dei poemi cavallereschi che i vari Boiardo, Ariosto, Tasso riproponevano ai loro nobili signori. segue
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