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mercoledì 16 settembre 2009

Laudati: una decina le inchieste in corso sulla sanità pugliese

Dalla Gazzetta del Mezzogiorno

BARI - «Sto facendo una ricognizione, ma sono circa una decina» e riguardano «una forma di criminalità sistemica». Lo ha detto Antonio Laudati, il procuratore della Repubblica di Bari insediatosi da pochi giorni, parlando con i giornalisti delle inchieste sulla sanità in Puglia aperte dalla procura barese ed affidate a sostituti procuratori diversi. «Le indagini sulla sanità in questo Ufficio sono diverse, ci sono diversi filoni e la cosa importante -ha aggiunto- è che l’Ufficio abbia una coerenza nell’esercizio dell’azione penale e dell’attività investigativa e abbia completezza e tempestività nelle investigazioni. Quindi, sto cercando di lavorare per garantire una osmosi di conoscenza tra i singoli processi e una maggiore efficacia possibile nelle indagini». Laudati, punta in questa fase ad una «sorta di razionalizzazione» degli uffici giudiziari penali «che comporti un coordinamento interno che produca il massimo della conoscenza possibile» tra le varie inchieste in corso «e quindi - ha detto ancora il procuratore – consenta al singolo pubblico ministero in ogni singolo processo di agire con la massima ponderazione possibile».


Rispondendo ad una domanda sul fatto che una delle inchieste sulla sanità sia ancora aperta dal 2001 il procuratore capo di Bari ha spiegato: «pure io sono rimasto colpito. Ho chiesto nell’attività di coordinamento di acquisire tutto il materiale e le intercettazioni telefoniche precedenti. Visto che lo avete fatto voi e bene – ha detto Laudati rivolgendosi ai giornalisti – è giusto che lo faccia io, perchè voi avete utilizzato alcune intercettazioni del processo vecchio per attualizzarle. Benissimo, visto che lì ci sono degli elementi di prova, che magari lì non porteranno risultati, magari possono portare qualche piccolo risultato adesso. Diciamo che sto cercando di rimediare a qualche lungaggine precedente, magari attualizzando o riutilizzando delle prove che sono in altri fascicoli. È questa l’attività di coordinamento: cioè il patrimonio conoscitivo deve riguardare tutto» e in riferimento «a tutti i soggetti, nessuno escluso, e tutti i fatti, nessuno escluso, perchè un pm non esclude mai la responsabilità di nessuno».

«Io vengo all’Antimafia – ha aggiunto Laudati – cercherò di utilizzare i metodi dell’investigazione che si utilizzavano nell’Antimafia anche in queste indagini che sono delicate. Cioè la regola fondamentale è quella di far confluire, sui singoli fatti, il massimo delle informazioni possibili che sono disponibili al pubblico ministero». Insomma, «cercherò di garantire in queste indagini che sono di rilievo pubblico, importante – ha spiegato – il massimo della qualità dei mezzi a disposizione che ho qui in Procura. Ci siamo già messi al lavoro. Ho bisogno dei processi che si facciano nelle aule di giustizia non sui giornali». Il procuratore ha, poi, ricordato che i reati contro la pubblica amministrazione sono mono soggettivi, cioè vengono commessi da un singolo funzionario, ma in questo caso con più indagini, collegate, un coordinamento e con il fatto che in molti processi è contestato l’articolo 416 cp (associazione a delinquere) «evidentemente si troviamo di fronte a d una forma di criminalità che è molto più complessa e organizzata. La mafia – ha concluso – è tutta un’altra cosa, però il livello di pericolosità dei reati è diverso se è commesso da un singolo soggetto oppure riguarda un sistema criminale: le indagini riguardano un sistema criminale».

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