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sabato 26 settembre 2009

Liceali grottagliesi scrivono a Repubblica: senza aule a lezione nel sottoscala

Al liceo di Grottaglie mancano la aule, si studia in condizioni proibitive e le lezioni slittano al pomeriggio. “Molto spesso nel sottoscala in un ambiente triste e poco stimolante. Alle 18 vorrei essere a danza e invece sono costretta ad andare a scuola perché ci hanno divisi in cinque plessi diversi e a noi tocca ascoltare la lezione di italiano nelle ore pomeridiane. Non è giusto, aiutateci”.

Attraverso una mail inviata a Repubblica Bari,
Giuseppe Barletta, 14enne studente liceale, lancia un disperato appello “ perché sono due anni che ci promettono una nuova sede e invece niente”. Insieme a lui protestano decine di studenti. “Anche io sono una studentessa del Liceo G.Moscati e ho 15 anni. Purtroppo devo sottolineare che oltre a me ci sono 1260 persone che si trovano in questa situazione. Lunedì sono iniziati i turni pomeridiani. Tutti gli alunni ogni settimana si alterneranno per frequentarli. E’ una situazione davvero brutta perché ci sono persone che fanno degli sport o che hanno degli impegni e c'é di mezzo la scuola. Non ce la facciamo più!”. La rabbia degli studenti aumenta se si pensa che di una nuova sede della scuola si parla da 40 anni ma non si riesce a stabilire dove collocarla.


“Forse neanche i miei nipoti l’avranno – continua Federica Galeone ed è una situazione davvero ridicola”. Anche Silvano Yank attende risposte da parte delle istituzioni. “Abbiamo contattato anche il ministro Gelmini, ci auguriamo che qualcuno ci risolva davvero il problema”.

Un coro di protesta corre anche sul web: in molti hanno scelto il sito di Repubblica Bari per esprimere il proprio rammarico. Tante le mail giunte in redazione che da domani verranno pubblicate in home page sul sito bari.repubblica.it. Continuate quindi a raccontare le vostre storie e ad esprimere le vostre opinioni che troveranno spazio sul sito. Intanto l’Unione degli studenti ha convocato per domani un incontro su
“Liceo Moscati, quale futuro?”.
Professori, ragazzi, famiglie e sindacati cercheranno risposte al problema.

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
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ammazzato nel novembre del 1975

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