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Che ora è ?
venerdì 13 aprile 2012
In margine a una mostra “SACRALITÀ DOMESTICA. SANTI IN TERRACOTTA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO”
di Rosario QUARANTA
Una piccola corte
celeste a Casa Vestita nel Quartiere delle Ceramiche a Grottaglie in uno scenario da
favola dove si incrociano storia arte e religiosità
“Sacralità
domestica. Santi in terracotta tra Ottocento e Novecento”: questo il titolo di
una mostra inaugurata il 29 marzo
scorso a “Casa Vestita” nel quartiere delle ceramiche a Grottaglie e che sta suscitando
interesse e successo straordinari.
Un vero e proprio evento che, oltre a richiamare un buon numero di
visitatori, ha solleticato l’attenzione massiccia dei “media” e in particolare
del Web veicolando così questa intelligente operazione culturale ben oltre gli
stretti confini provinciali e regionali.
Perché tutto questo non sembri inutile esagerazione, suggerisco al
cortese Lettore di digitare, magari sul più classico canale di ricerca
telematico, le parole “sacralità
domestica a Grottaglie” per verificare on line (è il caso di dirlo)
l’impressionante numero di links e di servizi correlati.
C’è
da chiedersi come mai una mostra di carattere religioso e popolaresco possa
suscitare tanto interesse in un mondo così complesso e sempre meno incline
verso temi che ruotano attorno alla religiosità e alla tradizione popolare.
Tutto sommato, lungi da una luccicante mostra di pezzi e cimeli di notevole
valore artistico, si tratta di una mostra fatta appunto di piccoli, semplici,
talvolta rozzi manufatti che collegano in maniera quasi istintiva e ancestrale
il senso religioso degli strati più umili delle genti del Meridione verso figure che hanno da sempre animato
la religiosità popolare.
Già,
potrebbe trattarsi proprio del fascino discreto di quel piccolo mondo antico,
quasi arcaico, fatto di semplicità, immediatezza, tensione verso la sacralità;
ma intriso pure di sacrificio, lavoro,
speranze di riscatto e di miglioramento umano, economico, sociale e
spirituale per il quale nessuno si
vergognava di rivolgersi al “sommo fattor d’ogni bene” tramite una vasta serie
di “mediatori” potenti ed efficaci, a partire dalla Vergine Santa e dalla
schiera innumerevoli di santi e sante particolarmente venerati nel territorio e
nella cristianità intera.
La
mostra propone all’ingresso (considerato il concomitante periodo pasquale) una
mini serie di immagini legate alla settimana santa in Puglia del noto fotografo
grottagliese Ciro Quaranta che da decenni si dedica con grande successo alla
riscoperta del patrimonio tradizionale, popolare e lavorativo del Sud. Immagini
fotografiche alle quali fanno da pendant alcune piccole ma significative
testimonianze in terracotta
colorata relative alla passione e
morte di Cristo e all’Addolorata.
La
vera e propria mostra di santi e sante occupa i vasti locali terranei di “Casa
Vestita”. Ecco quindi in bella evidenza
le tante raffigurazioni della Madonna: da quelle che godono di
popolarità vastissima, come la Madonna del Carmine o di Loreto, a quelle dal
culto più circoscritto, come la Madonna del Pozzo di Capurso, quella della
Fontana di Francavilla, o quella della Mutata di Grottaglie… Ed ed ecco la
schiera lunghissima di santi, anche questa declinata in quella variegata
iconografia che li ha reso più o meno popolari in Puglia, nel Meridione o, a
livello ancor più largo, fuori dai confini nazionali: da San Michele Arcangelo
la cui antichissima devozione
trova proprio in terra di Puglia, sul Gargano, uno dei tradizionali
centri propulsori di culto e venerazione, a San Giuseppe sposo della Vergine Santa, ai popolarissimi
Santi Cosimo e Damiano, Rocco di Montpellier, Ciro d’Alessandria, Trifone,
Gennaro, Nicola di Mira, Cataldo, Francesco d’Assisi, Antonio da Padova, Nicola da Tolentino, Francesco di
Paola… fino a Rita da Cascia, Vincenzo Ferrer, Gaetano da Thiene, Giuseppe da
Copertino, Francesco de Geronimo (apostolo di Napoli, ma nativo di Grottaglie)…
Figure agiografiche che richiamano e si
collegano a tanti luoghi, a tante realtà storiche e geografiche: Monte S.
Angelo, Napoli, Bari, Taranto, Grottaglie, Francavilla Fontana, Capurso, la
Calabria… Insomma una piccola …corte celeste che la paziente ricerca di tanti
anni da parte di un ceramista illuminato e intraprendente come Mimmo Vestita ha saputo radunare e
proporre, con la collaborazione del giovane operatore culturale Simone Mirto,
in un angolo, se non di Paradiso, sicuramente di grande fascino e di forte
suggestione come “Casa Vestita”.
Vale
la pena ricordare che la brochure realizzata per l’occasione riporta a
conclusione una colorita, simpatica esclamazione dialettale grottagliese che
mescola innocentemente sacro e profano: “bbelli Santi… belle Matònne…Tiàvulu!
Fàmm’li vènn’re!!!”. Secondo la
spiegazione del prof. Angelo Pio De Siati, uno dei più apprezzati presepisti
d’Italia, c’era diversi decenni or sono a Grottaglie un personaggio
soprannominato Geremia che realizzava queste statuine in terracotta e che nel
portarle per farle cuocere e vendere
in qualche bottega, le decantava
ad alta voce attirando la curiosità di tutti: “Bei Santi…Belle Madonne!!!”
; ma a bassa voce biascicava: “Diavolo! Fammele vendere!”
Tornando
a “Casa Vestita”, c’è da dire che si tratta di un sito affascinante inserito
nel bel mezzo del quartiere delle ceramiche, proprio su Via Crispi (l’antica
gravina di S. Giorgio sottostante allo storico castello episcopio) che lo
attraversa. Nessuno potrebbe mai immaginare che al di là di un grande
portone si schiude d’incanto uno
dei posti più affascinanti non solo di Grottaglie, ma del territorio
intero. Un luogo di cui già si
parla e che presumibilmente farà parlare molto di più anche per altri motivi di
ordine storico, artistico e culturale che interessano direttamente e
indirettamente le vicende storiche del territorio, della stessa Grottaglie e
della sua peculiare attività ceramica.
Il
riferimento va non solo ai fortunati ritrovamenti archeologici (è emerso un
interessante pavimento del IV secolo a. C. che si può vedere appena si entra) e
ceramici (sono stati recuperati moltissimi frammenti ceramici ed elementi che
lasciano supporre in loco una produzione figulina addirittura prima del periodo
medievale!); ma anche alla scoperta del tutto fortuita di una sconosciuta, ma
in buona parte intatta, cripta bizantina, affrescata con le immagini del “Christus
docens”, di S. Nicola e di una santa non ancora ben identificata (S.
Margherita?).
Come
se ciò non bastasse, sottostante alla bella casa patrizia, opportunamente
restaurata, corre tutta una serie di pozzi e ambienti ipogei anche questi
recuperati intelligentemente, che hanno restituito una larga messe di materiali
ceramici che vanno dall’epoca classica, a quella medievale, a quella
rinascimentale, a quella moderna. E infine, un giardino di fine Settecento con
sedili d’epoca e piante, come i mastodontici fichidindia, che risalgono a molti,
molti secoli fa.
Insomma
un vero e proprio tesoro di storia, di arte e di cultura che, prima di essere
ammirato, attende di essere opportunamente studiato e analizzato. Il merito di
tutto ciò, è bene ricordarlo, va ascritto alla intelligenza, alla sensibilità e
alla capacità di Mimmo Vestita, un ceramista innamorato della propria attività,
ma anche della storia, dell’arte e della cultura della propria terra.
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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero". Pierpaolo Pasolini scrittore ammazzato nel novembre del 1975
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“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.
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