Che ora è ?

venerdì 27 gennaio 2012

Nel giorno della Memoria

La legge 20 luglio 2000 n. 211 esordisce in questa maniera all'articolo 1:
"La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati."


Oggi in tutto Italia si ricorda "per non dimenticare", ma soprattutto per non ricadere nell'errore.

Io vorrei aggiungere un altro avvenimento accaduto 45 anni fa, certo non della stessa portata del primo, ma che ci fa capire anche quanti piccoli soprusi accadono quotidianamente intorno a noi, talvolta si tratta di aspettative deluse, ma che possono portare a gesti estremi per chi li sperimenta sulla propria pelle.

Il 27 gennaio del 1967 un colpo di pistola metteva fine all’avventura terrena del “sax ribelle che anticipò il 68” ossia di Luigi Tenco. Il compositore, come lui stesso amava definirsi, tessè con il suo gesto estremo, legami di sangue e di lutto tra la parola aspettativa e la parola opportunità, come si evince dal biglietto vergato di proprio pugno e trovato affianco a lui:

« Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi. »

 Il video che vi propongo riguarda “Ciao amore ciao” è l’ultima sua canzone presentata e scartata dalla giuria del Festival di San Remo.

1 commento:

  1. Scrisse De Andre':

    "Appena saputa la notizia della sua morte, mi precipitai all'obitorio. Quando lo vidi lì disteso, con questo turbante di garza insanguinato, mi colpirono il pallore della morte e il colore viola scuro delle sue labbra carnose. Le ho ancora impresse nella mente, e le menzionai nella canzone che scrissi sull'onda di quell'emozione partendo da una poesia di un autore del Novecento francese, Francis Jammes.

    PREGHIERA IN GENNAIO
    Lascia che sia fiorito
    Signore, il suo sentiero
    quando a te la sua anima
    e al mondo la sua pelle
    dovrà riconsegnare
    quando verrà al tuo cielo
    là dove in pieno giorno
    risplendono le stelle.

    Quando attraverserà
    l'ultimo vecchio ponte
    ai suicidi dirà
    baciandoli alla fronte
    venite in Paradiso
    là dove vado anch'io
    perché non c'è l'inferno
    nel mondo del buon Dio.

    Fate che giunga a Voi
    con le sue ossa stanche
    seguito da migliaia
    di quelle facce bianche
    fate che a voi ritorni
    fra i morti per oltraggio
    che al cielo ed alla terra
    mostrarono il coraggio.

    Signori benpensanti
    spero non vi dispiaccia
    se in cielo, in mezzo ai Santi
    Dio, fra le sue braccia
    soffocherà il singhiozzo
    di quelle labbra smorte
    che all'odio e all'ignoranza
    preferirono la morte.

    Dio di misericordia
    il tuo bel Paradiso
    lo hai fatto soprattutto
    per chi non ha sorriso
    per quelli che han vissuto
    con la coscienza pura
    l'inferno esiste solo
    per chi ne ha paura.

    Meglio di lui nessuno
    mai ti potrà indicare
    gli errori di noi tutti
    che puoi e vuoi salvare.

    Ascolta la sua voce
    che ormai canta nel vento
    Dio di misericordia
    vedrai, sarai contento.
    Dio di misericordia
    vedrai, sarai contento.(De Andre')


    NB Certamente sarai in cielo,Faber, a deliziare l'eternita' coi tuoi versi.

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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