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martedì 17 gennaio 2012

Dislessia che fare, convegno dei Lions a Grottaglie


di Pina Colitta
Il 13 gennaio scorso presso l’ Auditorium del Liceo Artistico di Grottaglie, ha avuto luogo un intermeeting (Lion Club di Grottaglie e Lions Club CrispianoTerra delle 100 masserie”), su un argomento che ha destato notevole interesse: “ Lotta alla dislessia e i disturbi specifici dell’apprendimento”, dopo i saluti dei due presidenti Lions, Marco Lafornara per Crispiano e Tommaso Sibilio per Grottaglie, ci sono stati i saluti del sindaco di Grottaglie Ciro Alabrese.Subito dopo si è entrati nel vivo dell’argomento con le esperte:  Donata Marzano, Ispettore della Direzione Nazionale Pubblica Istruzione, Giovanna Caforio Massarelli, pedagogista clinico, grafo pisicologa, specialista nel DSA, Chiara Valeria Marinelli, psicologa e ricercatrice Università “La Sapienza “ di Roma e Roberta Cavaliere, psicologa, esperta dei modelli di aggiornamento dei docenti e degli educatori. Quando si parla di D.S.A (disturbo specifico dell’apprendimento), meglio  conosciuto come Dislessia, si è spesso catapultati in un mondo intricato che lo è, soprattutto per chi, in qualità di genitore e di insegnante, deve tirare fuori tutte le competenze e le energie a disposizione per comprendere cosa succede ad un bambino che, normo-dotato, ha comunque difficoltà nella lettura, scrittura e calcolo.  E’ di ciò che si è parlato in un corso dio aggiornamento, offerto dal club dei Lions di Grottaglie agli insegnanti del territorio, nell’auditorium del Liceo Artistico “V.Calò”.   Per voce delle relatrici si è sviscerata la problematica che si ascrive alla difficoltà che hanno, i soggetti colpiti, non riconducibile comunque a insufficienti capacità intellettive, a mancanza di istruzione, a cause esterne o a deficit sensoriali.  Insomma ciò che più volte è stato sottolineato che la Dislessia non è una malattia o un problema mentale, ma un deficit nella componente fonologica del linguaggio che spesso risulta inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica.  Il messaggio è stato chiaro e forte: per chi vive in prima persona il disagio entra in un circuito che, se non ben supportato, può sembrare senza via di uscita a causa delle difficoltà vissute quotidianamente anche nel dialogo didattico-educativo, per non essere come gli altri sia nella lentezza dello scrivere e del leggere sia nella convinzione del non saper fare bene ed infine del non saper “essere” come familiari ed educatori vogliono.  Questo e tanto altro è stato minuziosamente spiegato dagli esperti che in una panoramica di situazioni ed esempi hanno ben saputo chiarire le dinamiche di individuazione e poi di recupero nei confronti di chi vive una tale problematica.   La serata, magistralmente condotta nell’ottica della formazione-informazione, ha fatto emergere una verità sostanziale che i bambini dislessici non vanno considerati  deficitari di qualcosa ma bisognosi di una maggiore attenzione e cura attraverso strategie di apprendimento adottate, ovviamente, da operatori preparati sempre nell’ambito di un rapporto empatico con il discente.  Non è mancato, alla conclusione dell’incontro, un vivace dibattito, nel quale è emerso il forte bisogno del corpo-docenti e della scuola, in genere, di essere supportati dalla presenza di un equipe di personale specializzato presente nelle strutture scolastiche in modo permanente anche per altre problematiche di tipo relazionali non solo conseguenza della dislessia.   Tra i presenti, relatori e auditori, credo sia aleggiato, intimisticamente, una interrogativa riflessione: è un sogno veder realizzato ciò?!  Intanto se ne è parlato…

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