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mercoledì 11 gennaio 2012

Pudet me prope

Pudet me prope. Con questa locuzione iniziava una lettera del 1516 di Tommaso Moro indirizzata a Pietro Gilles. Gilles, primo segretario della città di Anversa e Moro si erano conosciuti tramite Erasmo da Rotterdam. Si erano stimati immediatamente ed erano diventati amici. In nome di questa amicizia il Moro chiedeva all'amico consigli sul modo di operare e nello specifico di questa lettera, chiedeva un consiglio sull'opportunità di pubblicare "un libretto sullo Stato di Utopia"che lui aveva scritto, alla luce , soprattutto, della poliedricità dei giudizi dei suoi contemporanei che così descriveva:

"Sono così diversi i gusti della gente, così bizzarri i caratteri di certuni, così astiosi gli animi, così assurdi i giudizi, che quanti si abbandonano con leggerezza al loro estro finiscono per non ricevere accoglienze . Molti mancano di cultura, molti la disprezzano. Il barbaro respinge come intollerabile tutto ciò che non sa di assoluta barbarie. I saccenti disprezzano come banale e volgare tutto ciò che non brulica di termini in disuso. Taluni apprezzano solo quello che è antico, i più le cose proprie".
Questi giudizi ci permettono di conoscere come stavano le cose cinquecento anni e quanti cambiamenti (?) abbiamo fatto in tutti questi anni in barba alla teoria dell'evoluzione. Intelligenti pauca

5 commenti:

  1. la Cultura non si improvvisa e non basta leggere qualche testo:essa e' frutto di studio(applicazione,nel senso etimologico del termine) continuo,di sacrificio,di indole.

    E se non ci sono i fondamentali, la sua acquisisizione diviene problematica.

    Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti. Karl Kraus

    Intelligentioribus pauca

    Il sempre..letterato vero

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  2. Gentilissimo anonimo e sedicente acculturato, mi ero imposta di non rispondere a questi animosi giudizi che si sprecano in questo blog e non solo in questo, ormai ho la prova provata che c'è gente molto frustrata che attraverso l'anonimato cerca di lenire lo stato di disagio che giornalmente li pervade nel loro quotidiano, forse perché non è opportunamente stimato. Mi permetta caro anonimo se è come dico io, non è attraverso le sterili polemiche e puntigliosità che migliorerà il suo stato, anzi secondo me lo peggiorerà. Se vuole misurarsi con le persone che scrivono su questo blog che hanno solo la voglia di cogliere in rete notizie e quindi passare le sensazioni attraverso post che possono piacere o non, ma credo che per chi non voglia impegnarsi più di tanto siano l'occasione per divagare su svariati argomenti, e non credo, conoscendo queste persone, che vogliano fare sfoggio di cultura ma essere un media di divulgazione. Se a lei la cosa dà fastidio lasci perdere questo blog, poi se per lei è terapeutico intervenire faccia pure, qui siamo buoni e tolleranti finché non si esagera, poi i miei amici hanno capito il "caso" e comunque andranno determinati avanti con il loro progetto di comunicazione, non credo che stiano facendo danni anzi. Buona giornata

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  3. Argomento lungamente dibattuto, e credo senza una soluzione. Eraclito in una delle sue lettere parlava della "enantiodromia", parolona che riassume il concetto che "il troppo storpia"... troppa libertà diventa anarchia, troppa disciplina diventa dittatura.... Invocando i diritti democratici l'anonimato in rete è invocato - chissà perché - quasi solo da chi spande melma sugli altri, e pochi sono quelli che "ci mettono la faccia" scontandone a volte le conseguenze. Un cantautore semisconosciuto ma che amo moltissimo afferma che "non si può piacere a tutti e a tutti i costi", conviene farsene una ragione, ben sapendo che saranno sempre pochi quelli che si rimboccano le maniche per spostare un pianoforte e sempre tanti quelli che dopo (ma solo dopo) diranno la loro su come si sarebbe dovuto trasportare lo sgabello.
    Che la Rete offra oggi possibilità di confronto inimmaginabili solo pochi anni fa è sotto gli occhi di tutti, che tale consesso sia ben lontano dal sembrare un agape fraterna e confermi che qualità e quantità raramente vanno d'accordo è altrettanto indiscutibile e tocca farsene una ragione, esercitando pazienza e giustizia, tolleranza e rigore.

    carlo

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  4. INVIATO AL SIG.CAPRINO............

    Essendo lei intervenuto su un post di "tutto il resto e'noia" di Damicis, citando Eraclito, la voglio solo informare che per poter dare un giudizio onesto e preciso bisogna conoscere tutte le situazioni. Tutto cio' che la sig.ra D'Amicis Lilli ha scritto e' falso. Questa signora pubblica solo cio' che le conviene, tagliando il resto che non sia in linea con le sue idee(sic).In questo modo qualsiasi discussione e' inficiata dall'inizio. La discussione e' bella quando tutti gli operatori hanno la medesima opportunita' di intervenire.

    La saluto

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    Risposte
    1. Si dà il caso che lei sia un petulante anonimo, e finché sarà sotto queste vesti non avrà l'onore di essere pubblicato, fatta eccezione per questo suo ultimo messaggio, che mi è servito per evidenziare, ancora una volta che i dibattiti si fanno fra persone per bene, non animose e livorose come ella è; e infine, particolare di non poco conto, lei è il nulla in quanto anonimo, si manifesti con una identità certa come la mia, quella del collega Caprino, e infine quella del dottor Burano e ne sia certo pubblicherò anche i suoi insulti e le sue insinuazioni becere e di cattivo gusto, che oltre ad essere intrise di supponenza sono tronfie di superbia e nullità. Come già ho scritto, qui vige la legge del "Giu la testa co...!!!" E come dicono a Taranto" Mo avast!!!"
      Se posso darle un consiglio si curi gentile anonimo/a ne ha proprio un gran bisogno e non si offenda tanto è anonimo/a. Le consiglio via Madonna di Pompei dove c'è un ottimo centro per disagi mentali.

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
la follia e il mistero".
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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