La presidente del commissione regionale alle Pari opportunità, Magda Terrevoli ha diffuso la seguente dichiarazione:
“Avverto un disagio nello scriverne ancora, è ammissione di sconfitta di tutti noi ma soprattutto della politica intesa come agente di trasformazione delle coscienze.
La violenza sulle donne non ha tempo né confini, è endemica e non risparmia nessuna nazione o paese, industrializzato o in via di sviluppo che sia.
Non conosce nemmeno differenze socio-culturali, vittime ed aggressori appartengono a tutte le classi sociali. Eppure si cerca sempre di relegarla nei confini della cronaca nera, nella caccia al diverso. Ma tutte noi, nelle nostre case , nelle nostre relazioni sappiamo bene che non è la verità!
Quante donne ancora ?
Un conteggio macabro che non può che aumentare se atteggiamenti violenti continuano a far parte del codice comportamentale di ragazzi sempre più giovani. L'assassino di Antonella non aveva ancora vent'anni!
Eppure contro una cultura tutta declinata al maschile ( anche da molte delle donne che detengono il potere) nulla può la consapevolezza, che sempre più donne producono, insieme ad associazioni di uomini che non si vogliono più riconoscere nella cultura dominante.
Ci accontentiamo di invadere i media ogni 25 novembre, giornata internazionale contro le violenze alle donne, con il nostro no contro ogni forma di violenza, ma il 26 cadiamo subito nella dimenticanza
Eppure noi manteniamo, durante tutto l'anno, aperta la riflessione sui perché: perché gli uomini uccidono le donne, perché nelle famiglie viene tutt'ora occultata la violenza, e cerchiamo disperatamente di compiere azioni che portino questi temi all'evidenza pubblica
ma il silenzio è più forte
La Commissione ha prodotto nella pur tra mille difficoltà progetti che hanno tentato di scardinare luoghi comuni. Tra i tanti quello nelle scuole elementari, dove per la prima volta i bambini si scontrano con l'altro sesso con modalità ancora tutte fondate sul dominio e la violenza, e quello nelle emittenti locali dove si veicolano le notizie e, dove la figura femminile, pur numericamente presente, è insignificante e soffocata nella cornice della gradevolezza della informazione .
Sono tutti temi che dovrebbero esser assunti come buone prassi dell'agire politico e, nella costruzione di una società davvero attenta alle differenze di genere
La costruzione di una cultura differente è lenta ma andrebbe supportata in maniera ben più visibile da quanti hanno la visibilità ed il potere per agire il cambiamento.
Gli organismi di Parità hanno questo compito ma devono anche essere messi nelle condizioni per poterlo attuare.
Non comprendere quanto importante sia in questo passaggio valorizzare la competenza di quante hanno nel tempo lavorato su questi temi comprendendo quanto questi debbano ormai divenire questione sociale e politica e non luoghi autoreferenziali significa non comprendere ( o non voler comprendere) quanto davvero è necessario fare per ottenere quei cambiamenti da tanti invocati ma non sostenuti
Un vero cambiamento culturale porterebbe ad una costruzione rivoluzionaria del rapporto tra i sessi ancora purtroppo coniugata in senso rivendicazionista e/o come questione di ordine pubblico”.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis