Per favore, coccolate i vecchietti
Corsi di danza e cucina, laboratori, animali da compagnia, stanze singole arredate con cura... Viaggio (con molte piacevoli sorprese) nelle migliori strutture che, da Nord a Sud,si prendono cura della terza età.
di Paola Ciccioli e Francesca Folda
Poveretti, non è giusto, non si fa così». Nella casa di riposo di Grottaglie, in provincia di Taranto, la mattinata è scandita dalla lettura dei giornali. Oggi fra gli ospiti tiene banco la notizia che in una residenza di Latisana, vicino a Udine, 11 persone sono state arrestate perché picchiavano e maltrattavano altri e meno fortunati anziani.
Ecco un contrasto esemplare da cui partire per spiegare il viaggio da Nord a Sud che Panorama ha compiuto alla ricerca di «cinque stelle» per la terza e, soprattutto, per la quarta età. Non è stato facile. Perché nell'Italia che vince tutti i record di longevità, con uomini e donne sempre più vecchi, ma anche inevitabilmente più fragili, mancano servizi residenziali adeguati: prevalgono edifici fatiscenti e personale demotivato.
«Le regioni al massimo impongono requisiti logistici: quanti letti per metro quadrato, quanti infermieri per turno» accusa Gianfranco Salvioli, professore di geriatria all'Università di Modena, «ma nessuno prevede una valutazione della qualità dell'assistenza, il monitoraggio sull'uso di psicofarmaci, il controllo di peso e condizioni generali dei pazienti». Quando la situazione non è tollerabile interviene il Nas dei carabinieri. Da gennaio a ottobre ha chiuso 28 case di riposo e ne ha messe 8 sotto sequestro.
Eppure, alcuni casi di eccellenza ci sono. Modelli da imitare ed esempi per chi deve scegliere dove ricoverare un familiare. Il filo che unisce queste strutture è che non considerano gli ospiti come «vecchi che aspettano la rottamazione», per dirla con le amare parole di una novantenne, bensì persone ricche di sentimenti che possono, se stimolate, guardare al domani e non vivere solo di passato.
«Da quando sono qui ho un sacco di nipoti». Floriana Verone ha un diploma di assistente sociale e tanti riccioli neri. È lei, a 33 anni, a coordinare la casa di riposo San Francesco De Geronimo di Grottaglie, la cittadina pugliese famosa per le ceramiche. Ha accompagnato la «zia Pina», 81 anni, a fare degli accertamenti in ospedale. E mentre aspettavano lo specialista, «la zia» l'ha guardata negli occhi e con un filo di voce le ha detto: «Io ho 18 nipoti, ma adesso che sto nella casa di riposo ne ho molti di più».
Si sente accudita l'anziana signora. E dà conforto vedere personale giovane che (al Sud) ha trovato in questo settore lavoro e motivazione. «Dalle nostre parti l'istituto per anziani è ancora legato al pregiudizio dell'abbandono» spiega Grazia Vulpis della cooperativa Gea che gestisce la struttura, affiancata da un centro diurno e da cui si diramano servizi come lavanderia e consegna pasti agli anziani del paese che non se la sentono di lasciare casa loro. «Noi» aggiunge Grazia «stiamo tentando di rendere la casa di riposo un luogo in cui all'anziano viene restituito tutto ciò che ha dato nel corso della propria vita».
La storia dell'edificio è una tipica storia di incuria, però con un lieto fine. Da vent'anni era abbandonato, poi il sindaco diessino Raffaele Bagnardi ha deciso di mettere fine allo scempio. E adesso il San Francesco de Geronimo ha facciate color ocra che contrastano con l'azzurro del cielo che tiene lontano l'inverno.
Le stanze, dove non manca mai l'immagine di Padre Pio, sembrano monolocali: gli arredi sono stati da poco sostituiti, tutto è dipinto con i colori pastello, anche le tubazioni dell'impianto di riscaldamento. E tra corsi di danza e di cucina (le dita delle anziane sono troppo abituate a preparare le orecchiette che sarebbe un peccato farle smettere), c'è chi finalmente ha trovato tempo e modo di imparare l'italiano. «Abbiamo un laboratorio di alfabetizzazione tenuto da una maestra in pensione» spiega la giovane coordinatrice «e sono parecchi gli ospiti che hanno imparato qui a leggere e a firmare con il loro nome».
mi scendono le lacrime, una relazione accorata e intelligente.
RispondiEliminaSu questo scempio non interviene nessuno.
RispondiEliminaDove sono finiti quelli dall'insulto facile?
quale e' lo scempio? che vuoi dire?
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