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mercoledì 16 marzo 2011

E se restiamo briganti e brigantesse il nostro destino è altrove

Adolphe Roger, Brigante e brigantessa

Grazie a Pierfranco Bruni per questa poesia che ha inviato a questo blog.



 di ANONIMO VENEZIANO
Cosa è rimasto di quel popolo
di quella gente
di quel canto mediterraneo
che lacerava le vene
di un Sud trafitto dalla storia
negli anni impossibili dei tradimenti

Ma perché si celebra una invasione
nel nome di una identità mai condivisa
mai accettata
trascinata in un Risorgimento sconfitto
negli ideali perduti
nella guerra  civile
tra il canto e le baionette

Il destino dei popoli
sconfitto tra l’urlo dei vinti
e le civiltà mai assopite
che hanno raccontato
i passi di una storia
tra i solchi di un mondo arabo greco romano

Ma cosa siamo diventati
noi popoli di terra e di mare
costretti  a recitare una gloria che non è nostra
o una gloria che non ci è appartenuta
nobile nella nostra forza
oltre i reami e i regnanti
siamo briganti
in questo Sud
che recita ancora il sangue di Gaeta
con Maria Sofia
regina dei vinti
che ha le carni e il cuore
mai piemontesizzati
e mai savoiardi
e diffidenti di rivoluzioni
che non portano il nostro nome


Abbiamo parole di pietra
e voci trascinate dal vento
nella bellezza delle donne
che portano il mare negli occhi
e la sabbia impastata tra le rughe delle mani
siamo briganti e brigantesse
che hanno il colore del pianto e dei destini
mai arresi
a un 1861 da noi combattuto
tra le trincee e gli scavi delle terre
nel vento che ha mareggiate
subite e mai concordate
Siamo briganti e brigantesse
con il canto delle pietre
nelle voci straziate
da battaglie e spedizioni giocate a tavolino
tra le potenze del Nord
e le estasi Mediterranee

No non ci stiamo
al teatro con baldacchini di seta
a danzare in una distanza
strozzata dalle tenebre della sera

E se restiamo briganti e brigantesse
il nostro destino è altrove
nella dignità di un popolo vinto
ma con gli occhi dritti
e il capo mai clino
siamo qui
e non per una recita
ma per una memoria
che non ha smarrito
radici e onore
nel segno
di una fede
che non ha smarrito speranze e lealtà





Siamo Provvidenza
in questo mare infinito
dove ogni ballata
porta
tracce di sangue
in una identità mai condivisa

Siamo Mediterranei
in questo orizzonte
di Patrie confuse
uccisi
ma mai morti del tutto

In questo Occidente sconfitto
noi restiamo briganti e brigantesse
per il sangue dei nostri padri
mai invasori
ma sempre ospitanti e ospiti
tra le terre delle incertezze
dei Gattopardi e delle Iene.


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Pierpaolo Pasolini
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ammazzato nel novembre del 1975

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