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lunedì 28 marzo 2011

Carosino: un convegno di studi su Garibaldi molto apprezzato

Filomena e Bruni
PIERFRANCO BRUNI: “La lettura che offre Dumas di Garibaldi è fuori di ogni retorica perché scava nella speranza di cambiare un mondo che si stava radicando con la presenza napoleonica in Italia e il ruolo di Maria Sofia di Baviera è tutto giocato sulla funzione politica e strategica del Regno delle Due Sicilie e di Napoli, in particolare, come centralità di una capitale europea”.
 
“Il Garibaldi di Alexandre Dumas e i viaggiatori stranieri intorno all’Unità d’Italia”. È stato il tema di un interessante Convegno svoltosi nella sede del Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” di Taranto (Carosino, Via Vittorio Veneto, 27,) nei giorni scorsi in occasione di una rilettura non solo della fase pre e post – unitaria ma soprattutto nell’ambito di una lettura articolata riguardante il Risorgimento dall’età della Rivoluzione Napoletana del 1799 sino alla Prima Guerra Mondiale.
Il Convegno, organizzato dal Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” e dall’istituto di Ricerca per l’Arte e la Letteratura, che ha visto la partecipazione di un folto pubblico ha assistito a due dense e significative relazioni scientifiche con dettagli inerenti sia l’operazione garibaldina nel Sud d’Italia sia al racconto degli ultimi giorni del Regno Borbonico e all’importanza della resistenza sui bastioni di Gaeta da parte dei pochi fedeli vicini a Francesco II e a Maria Sofia.
Hanno relazionato lo scrittore e Responsabile del Ministero per i Beni e le Attività Culturali per il Progetto “Risorgimento e Letteratura” e lo storico Tonino Filomena, autore di numerosi scritti sul Risorgimento mancato e sulla storia del brigantaggio politico.
“La figura di Garibaldi, ha sostenuto Pierfranco Bruni dopo una attenta analisi della presenza di Garibaldi tra le ‘vie’ del Regno delle Due Sicilie, non può essere consegnata soltanto al mito ma è necessario una rivisitazione storica del rapporto tra Mazzini e Garibaldi e tra Cavour e lo stesso Garibaldi. Dopo l’incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, ha sempre sottolineato Pierfranco Bruni, le sorti del libertario Garibaldi mutano completamente perché si rende conto che son venuti meno gli accordi per una regolarizzazione e legittimazione dell’Unità d’Italia intesa come atto di pacificazione e di equilibrio all’interno dei due Regni: quello Sabaudo e quello Borbonico. Garibaldi viene messo da parte per il progetto cavouriano e sabaudo che era ben altro. Proprio sulla scia di questo disaccordo si innesta la questione del brigantaggio politico. Una delle figure splendide che emerge nello spaccato tra il 1859 e 1861 è quella di Maria Sofia di Baviera, consorte, appunto di Francesco II di Borbone”.
La chiave di lettura proposta da Tonino Filomena sul menome del brigantaggio ha preso l’avvio dall’analisi compiuta da Vincenzo Padula nel senso che è necessaria una distinzione tra brigantaggio politico e il brigantaggio dell’inizio dell’Ottocento che sono “due aspetti completamente diversi sia dal punto di vista della temperie storica sia in merito alla contestualizzazione socio – economica. Resta il fatto, ha detto Filomena, che il brigantaggio è stato un fenomeno spontaneo e briganti come Carmine Crocco o Ninco Nanco nascono proprio dalle file garibaldine. Carmine Crocco aveva partecipato alla spedizione dei Mille e da garibaldino diventa un anti sabaudo per difendere il ceto popolare dalla militarizzazione dei Cialdini guidati dalle teorie cavouriane”.
Pierfranco Bruni ha puntato successivamente l’obiettivo delle sue riflessioni sul ruolo dei viaggiatori stranieri, francesi e inglesi, in Italia al seguito soprattutto dell’esercito sabaudo e tra questi emerge la presenza di Dumas che scrive le memorabile m”Memoires de Garibaldi risalente al 1860 e poi “I garibaldini” scritto proprio al seguito della spedizione dei Mille. “Si tratta di un percorso narrante, ha affermato Bruni, che scava nei fatti e che riporta sulla scena anche degli aneddoti che permettono, oltre la retorica, di scavare nel vivo, l’impresa garibaldina. Uno spaccato interessantissimo perché attraverso Dumas si ricrea una atmosfera particolare che è quella che vede protagonista certamente Garibaldi ma emerge il bisogno di credere di poter cambiare un mondo che andava in sfacelo. Restano, comunque, fondamentali le parole di Carmine Crocco quando afferma che il Sud ha lottato per scacciare il Re Borbone e si è trovato davanti un Re Sabaudo”.
Un convegno che certamente ha aperto prospettive interessanti ed ha toccato aspetti ed elementi lontani dalle retoriche provincialistiche su personaggi locali che non danno il segno globale né del Risorgimento e tanto meno dei fattori che si sono mossi intorno ai rapporti tra l’Italia e gli Stati esteri come la Francia, l’Inghilterra, l’Austria.
Il problema va affrontato nella complessità dei fatti e non nel “particulare”. C’è una questione nazionale dell’Unità d’Italia e del Risorgimento ancora da ricontestualizzare e da inquadrare in una visione ampia e articolata che giunge sino all’avvento del Fascismo e al rapporto tra Mussolini e Vittorio Emanuele III.
I Savoia e il Fascismo è un capitolo all’interno di un Risorgimento incompleto o che va oltre l’incompiuto (come è stato affermato recentemente in un saggio scritto da Pierfranco Bruni, Gerardo Picardo, Marilena Cavallo, Micol Bruni e Tonino Filomena). Insistere sui fattori avvenuti nei piccoli centri con mezzi figure vuol dire non affrontare il tema centrale della questione e sviare il dato di fondo che interessa sì l’Unità d’Italia ma in modo complessivo tutta l’epoca del Risorgimento.
Le relazioni di Pierfranco Bruni e Tonino Filomena sono andatte nella direzione di un discorso alto e storicamente ricco di uno spessore culturale e intelligente dal punto di vista della interpretazione storiografica.
Micol Bruni

1 commento:

  1. Siamo nel ridicolo piu' puro: questo signore organizza convegni a dismisura,quasi quotidiani e di ogni genere.

    Mi dite quando lavora?
    Percepisce uno stipendio?
    E' normale cio'?


    (Sig.ra Lilli, me lo cestina?)

    RispondiElimina

blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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