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mercoledì 16 marzo 2011

Medici per San Ciro “NO alla CHIUSURA dell’OSPEDALE SAN MARCO di GROTTAGLIE”

Invitiamo tutti i Cittadini, Medici, Infermieri e Operatori Sanitari a partecipare all’incontro che si svolgerà sabato 19 marzo 2011, alle ore 18, presso la Sala Consiliare del Comune.
In tutti questi anni abbiamo sempre offerto uno spazio in cui i problemi sanitari potessero incontrare le esigenze della popolazione, sotto l’egida del Nostro Santo Patrono. Abbiamo creduto che l’Etica di una corretta amministrazione si potessero coniugare con il bisogno della popolazione ed abbiamo offerto l’esempio del nostro Santo nel venire incontro ai bisogni di chi soffre. Per questo durante la Festa di San Ciro abbiamo invitato gli Amministratori Pubblici a confrontarsi nel bene con le esigenze reali della nostra comunità.

Quanto è avvenuto in questi ultimi anni nell’Amministrazione della Sanità è fonte per noi di estrema preoccupazione. Si è voluto procedere alla riduzione della spesa sanitaria in maniera indiscriminata senza offrire adeguate misure di compenso e, soprattutto, si è voluto imporre quanto deciso senza ascoltare le voci di quanti operano sul territorio ed interpretano i bisogni della popolazione.
Quanto è avvenuto a carico dell’Ospedale San Marco è all’antitesi di una corretta Amministrazione della Cosa Pubblica.
In pratica si ridimensiona e si avvia alla chiusura un Ospedale dotato di una sua storia e di una sua individualità, costato il sacrificio di tanti grottagliesi, costato tante risorse economiche, senza offrire una adeguata alternativa per il futuro e con enormi incongruità con le esigenze della nostra popolazione.
Noi chiediamo agli Amministratori Pubblici di continuare ad incontrarsi ed esprimere la preoccupazione della nostra comunità sul futuro dell’Ospedale San Marco ed ai Grottagliesi di prendere coscienza del bene inestimabile che questo Presidio ha rappresentato e rappresenta oggi per la nostra Comunità.

8 commenti:

  1. Il problema e': c'e' spreco?

    Se c'e' spreco l'ospedale deve essere chiuso.

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  2. E chi fà lo spreco?
    Se andiamo con questa filosofia dove non c'è spreco?
    Curare i cittadini è un DOVERE dello STATO!! E' un DIRITTO dei CITTADINI!!!

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  3. E' un diritto dei cittadini ma senza spreco.....

    vedi un po,caro anonimo che ti incazzi tanto, quanti sono i dipendenti dell'ospedale di grottaglie e poi fai il confronto con il numero degli assistiti.

    Lo spreco fallo coi soldi tuoi a casa tua e non con i soldi miei!

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  4. E evidente che il primo commento, difende vendola, svegliati comunista, vergognati, servo

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  5. anonimo 16 marzo 2011 22:19,

    e' ancora piu' evidente che tu sia un imbecille: gli sprechi falli a casa tua, col tuo sedere e non con quello degli altri.

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  6. Infatti, il nostro Presidente Vendola dovrebbe usare il suo di sedere e non quello di noi pugliesi.

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  7. ammazza che discussione subdula e vergognosa.....basta commenti di parte per difendere vendola,fitto o berlusconi.La merda nella sanita' e' stata fatta da tutti i partiti dell'arco costituzionale sia di centro,destra e per finire anche la sinistra.Lo abbiamo visto tutti non siamo fessi,percio' ammainate le bandiere politiche i colori e le vostre ideologie e difendiamo tutti insieme il nostro OSPEDALE SAN MARCO,sena Se e senza MA.Non e' vero che l'Ospedale grottagliese fa' degli sprechi anzi...e' un eccellenza di servizi e' sempre in attivo e ultima cosa ma non meno importante serve un bacino di utenza di 11 comuni con oltre 110 mila persone.Basta falsita' sul nostro nosocomio e pronti tutti insieme a difenderlo come se fosse l'ultimo bastione su una invasione nemica.

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  8. caro anonimo,
    tu sei il tipico grottagliese che parla e parla senza sapere.

    Vai a vedere quanti sono stati i ricoveri nel 2010 e vedi poi quanti sono gli operatori tutti nell'ospedale,medici,paramedici,impiegati e ausiliari.

    Se sai contare fino a 10 ,dopo aver fatto i conti, capirai che c'e' una voragine di spreco.

    E allora, gli sprechi falli a casa tua coi soldi tuoi.

    RispondiElimina

blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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