Riguardo all’Ospedale San Marco di Grottaglie e con particolare riferimento agli ultimi provvedimenti del Commissario ASL, Domenico Colasanto, il Sindaco, Raffaele Bagnardi, interviene sulla questione del Piano Regionale di Rientro della spesa sanitaria e di Riordino della rete ospedaliera. “Siamo all’inevitabile epilogo finale, dovuto a responsabilità passate e presenti della Regione Puglia. L’Ospedale San Marco di Grottaglie si avvia, in questi giorni, a diventare un cronicario dipendente dal Presidio di Manduria, forse con il malcelato obiettivo di chiusura totale. I segnali, in tal senso, sono assolutamente evidenti. Nel San Marco, le strutture di Ostetricia e di Chirurgia Generale, finora eccellenti, vengono di fatto mummificate, nonostante i grandi investimenti degli ultimi anni. Scompare Pediatria e non vi è cenno di Assistenza neonatale, nonché cresce spropositatamente e inutilmente la lungodegenza. Non di meno, l’organizzazione operativa dell’Ospedale di Grottaglie, attraverso numerosi incarichi ad interim, viene rigidamente e gerarchicamente legata all’Ospedale di Manduria, che non pochi problemi anch’esso vive.
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| repertorio: manifestazione del PD |
Siffatta eventualità era ampiamente prevedibile, dopo che la Regione aveva regolamentato, a dicembre dello scorso anno, senza alcuna preventiva consultazione dei legittimi organismi locali, il rientro della spesa sanitaria. Determinando pure, con il conseguente riordino della rete ospedaliera, profonde inopinate disparità di trattamento tra i territori provinciali, in ispecie a danno di Taranto, e causando, nei comprensori più colpiti e indeboliti, l’abbassamento quantitativo e qualitativo dell’offerta sanitaria.
Ricordiamo tutti le chiusure degli Ospedali di Massafra e di Mottola e i ridimensionamenti lesivi delle altre strutture locali, compreso il San Marco. In questo panorama negativo, la ASL di Taranto è stata piuttosto un fattore aggravante, sia nei comportamenti istituzionali, assunti contro la Rappresentanza e la Conferenza dei Sindaci, sia nella gestione organizzativa delle strutture, condotta sempre con chiari intenti pseudo ragionieristici, invece che con reale vicinanza al bisogno di salute della comunità. Con rammarico registro pure che, sull’argomento, i Partiti hanno fatto solo manfrine prive d’esito. E altresì constato che, in un momento sensibile di inizio della campagna elettorale per le elezioni amministrative comunali, nessuno ha inteso risolutamente prendere posizioni sui temi della sanità e della salute. Ovviamente porgo, tra gli altri, un segnato invito a esprimersi al Candidato del PD, Ciro Alabrese, perché immediatamente si faccia promotore di valide iniziative verso la Regione e verso le popolazioni interessate, affinché si raggiunga il giusto coinvolgimento e l’eventuale fattiva mobilitazione di tutti”.
A Grottaglie, da una parte, scompare la Pediatria, sicché, anche per le patologie meno gravi, i neonati saranno costretti a emigrare, purtroppo separandosi dalle madri. Da altra parte, i posti letto del reparto di Chirurgia vengono ulteriormente ridotti da 10 a 8, con la verosimile ipotesi di non avere più il ricovero ordinario (24 ore), ma addirittura il mero “day surgery” (12 ore), con la conseguente scomparsa del turno assistenziale di notte. “La situazione è davvero drammatica”, afferma il dottor Enzo Lupo, primario della Struttura Complessa di Chirurgia di Grottaglie, “stanno depauperando il nostro ospedale, un patrimonio della comunità, un punto di riferimento per undici Comuni, un Presidio ricco di storia e di alta professionalità. In questi ultimi anni sono stati fatti nel nostro ospedale investimenti di decine di milioni di euro, che oggi, purtroppo, non trovano riscontro. Sono state realizzate nuove sale operatorie e lo stesso reparto di Chirurgia è stato modernamente ristrutturato: eppure stiamo per scomparire”.
La situazione è critica: la deliberazione del Commissario straordinario della ASL, Domenico Colasanto, confermando il Piano di Rientro/Riordino della Regione, apporta alcune ulteriori, ma non bastevoli, modifiche a Ostetricia e Ginecologia, assegnando appena 15 posti letto a una struttura che registra addirittura circa 800 parti all’anno. Per contro, Ortopedia viene ridotta da 20 a 18 posti letto, e Chirurgia generale riceve un colpo mortale, passando da 10 ad 8 posti letto. La stessa Chirurgia Generale viene inoltre accorpata alla Struttura Complessa di Manduria. “Con 8 posti letto e con la probabilità di day surgery”, continua il dottor Lupo, “la tipologia degli interventi che si potrebbero eseguire è solo di chirurgia ambulatoriale”.
La nuova subìta razionalizzazione coinvolgerà anche il personale infermieristico, che sarà accorpato in aree omogenee mediche o chirurgiche. Quindi, tenendo conto delle carenze organiche, potrebbe verificarsi un improprio utilizzo del personale specialistico paramedico. Questo è un chiaro passo indietro.
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