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mercoledì 16 marzo 2011
Intervento di Chiara Maria Anastasia nel Consiglio comunale di questa sera sull'Unità d'Italia
La legge n. 4671 del regno di Sardegna fu promulgata il 17 marzo 1861 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 68 del 18 marzo 1861. La suddetta legge proclamava ufficialmente il Regno d’Italia e così recitava: Articolo unico: "Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861".
Sono onorata di prendere la parola questa sera in Consiglio comunale e, dopo aver fatto questo bravissimo riferimento storico – normativo, saluto tutti i presenti, cittadini e colleghi amministratori, nonché i graditi relatori che ci hanno fatto dono del loro chiarissimo e prezioso lavoro ricco di spunti di riflessioni.
Ringrazio il presidente del Consiglio, il dott. Rizzi, la dott.ssa Galeone e la dott.ssa De vincentis per la loro preziosa collaborazione nei preparativi che ci hanno portato qui oggi a festeggiare il compleanno della nostra Patria.
In questi ultimi giorni chi di noi non si è emozionato nel passeggiare nelle vie cittadine addobbate con bandiere tricolore: bandiere nelle vetrine, sui giornali, sui vetri delle finestre delle scuole, manifestazioni di gioia che hanno visto il coinvolgimento di tanti giovani e studenti.
Ed è proprio a loro che voglio indirizzare il mio intervento: ai cittadini giovani ed agli studenti, a coloro i quali cioè, per forza di cose si vedono costretti a dover affrontare un futuro meno roseo di chi è nato almeno 50 anni fa, considerato il periodo di crisi economica che stiamo attraversando, ma che nonostante tutto hanno deciso di festeggiare la nostra Italia unita.
Oggi possiamo essere qui a parlare della nostra patria grazie al sacrificio di molti uomini e donne che pagando con il proprio sangue hanno permesso all’Italia di liberarsi dalle oppressioni straniere e divenire nazione unita. Grazie a questa unità abbiamo mantenuto alta e viva la nostra identità, la nostra cultura, tanto invidiataci da tutto il mondo.
Guardando il Mappa mondo l’Italia è tanto piccola rispetto agli altri stati e continenti che quasi sarebbe territorialmente insignificante, ma la nostra gloria passata, la grandezza dei nostri padri e la cultura di cui siamo stati portatori e per la quale ancora ci contraddistinguiamo ci rende grandi più degli altri.
Basti pensare che i principi ispiratori della nostra preziosa e sempre attuale carta costituzionale sono stati utilizzati per la redazione di altre carte costituzionali in altri stati.
Principi sempre attuali, anche se spesso calpestati, che vedono l’uomo, inteso in senso lato, dunque uomini e donne a prescindere dall’estrazione sociale politica, religiosa o razziale, sempre al centro dell’intervento normativo e di conseguenza politico.
Principi e cultura che rendono grande un popolo, quasi intoccabile, nonostante le recenti problematiche inerenti la secessione.
Rilievi però, che a mio avviso vanno ricondotti unicamente ai poteri delle autonomie locali, perché la Repubblica rimane una ed indivisibile!
L’Unità d’Italia ci ha permesso di essere attori principali nella nascita della Europa unita e ci permette di essere centrali nei rapporti tra stati considerata la nostra posizione strategica per gli scambi commerciali nel Mediterraneo.
Proprio per quella posizione nel Mediterraneo molti imperi hanno cercato di colonizzarci ed è proprio grazie alla nostra posizione nel mediterraneo che rappresenteremo sempre una risorsa economica per l’Europa tutta.
Ma questa sera non posso che fare un riferimento alla nostra questione, alla questione meridionale che, per assurdo, in un clima di festeggiamento dell’unità d’Italia ci vede nuovamente ridotti a regioni staccate (Meridione centro e Nord Italia)
Non vuole essere solo un riferimento geografico o una critica alla politica leghista, oramai, a mio avviso maggioritaria negli interventi del nostro Governo.
Ma vuole essere un riferimento di speranza, di unità e di crescita economica.
Un riferimento di speranza in questo periodo storico di profonda crisi economica, un riferimento di speranza per quei giovani che ho citato prima, quei giovani che sono scesi in piazza con la bandiera e che continueranno a tenerla in mano, sentendosi parte integrante di uno stato che non li abbandona e che si adopera per creare un futuro migliore. Un riferimento di speranza per l’Italia tutta, perché, così come ha anche ammesso il Ministro Tremonti, senza il Mezzogiorno l’economia Italiana non potrebbe crescere.
E’ vero abbiamo tre Italie, Nord centro e Sud, ed il Sud è la parte dell’Italia in cui la crescita economica non corrisponde a quella degli altri paesi dell’Europa ricca.
Ma proprio nel nostro Sud, nella nostra Italia abbiamo la maggior parte di risorse inespresse, terra, mare turismo, gastronomia ecc e sarà proprio grazie al nostro Sud che l’Italia ripartirà tutta, a cominciare da noi!
Continueremo a darci da fare per migliorare le nostre condizioni economiche e la felicità del nostro popolo.
Creeremo dalla crisi le migliori condizioni per una crescita sostenibile e duratura e sarà grazie anche a tutti noi che siamo qui stasera che sarà possibili costruire un futuro migliore per tutti.
Senza speranza non ci possono essere investimenti e crescita e senza crescita non ci sarà lavoro. Dunque dipende da noi e soprattutto da noi uomini politici o prestati alla politica. Stasera abbiamo il dovere di continuare, così come abbiamo fatto ad essere ottimisti.
Dobbiamo continuare a credere nel nostro stato e con dignità guardare avanti per superare insieme tutti gli ostacoli, uno dopo l’altro e creare le condizioni perché le nostre popolazioni ed i nostri giovani possano guardare avanti con lo stesso spirito di coloro che hanno perso la vita per quel gran disegno
chiamato Italia .
Solo un ultimo ringraziamento alla mia famiglia ed alla mia insegnate delle scuole elementari, la signora De Sanna Italia, presente con noi stasera seppur non fisicamente, così come mi ha riferito, il motivo? Entrambe sono state in grado di trasmettere in me il senso ed il valore della Patria.
Quel valore che ci caratterizza sia quando siamo lontani dalla nostra terra, in vacanza o per lavoro, ma alla stessa maniera quando accogliamo i profughi dal mare.
Lo stesso valore e lo stesso fervore che ognuno di noi sente guardando le assemblee elettive come la nostra.
Spero di essere stata degna di color che mi hanno preceduta e soprattutto di tutti coloro che si sono battuti perché noi avessimo ciò che abbiamo.
Guardiamo avanti insieme e guardiamo l’Italia sempre Unita
Viva L’Italia!
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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero". Pierpaolo Pasolini scrittore ammazzato nel novembre del 1975
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