Innumerevoli biografie hanno cercato di fare chiarezza sul
misterioso personaggio che caratterizzò il secolo dei Lumi: taumaturgo,
"amico dell’Umanità", cultore e divulgatore delle scienze esoteriche
oppure scaltro imbonitore, comune ciarlatano? Il quesito, finora, non ha avuto
risposta certa: il mistero che da sempre avvolge le molteplici attività svolte
da Cagliostro contribuisce a tenere vivo l’interesse su di lui e proprio per
questo interesse,riporto alcune brevi
notizie e ,certamente, non esaustive, sulla sua persona, indubbiamente affascinante.
Giuseppe Balsamo
nacque a Palermo il 2 giugno 1743 e mori il 26 agosto 1795 a causa di un colpo
apoplettico.
L’alchimia, ovvero la pretesa scienza che si riteneva permettesse di
convertire i metalli vili in nobili e di creare medicamenti atti a guarire ogni
malattia e a prolungare la vita oltre i termini naturali, fu praticata con
particolare dedizione da Cagliostro. Attirato da tutto ciò che potesse
solleticare il curioso intelletto, ansioso di accedere alle nuove correnti,
alle dottrine più originali, alle teorie filosofiche provenienti dall’Oriente e
per questo maggiormente inficiate da elementi magici e cabalistici (in Europa
vi erano moltissime logge dedite all’ermeneutica alchemica), egli fu senza
dubbio interprete dello spirito innovativo che caratterizzò il XVIII secolo. La
fortuna di Cagliostro, infatti, è indissolubilmente legata alla sua capacità di
incarnare complesse e svariate personalità: mago, medico, veggente, filantropo.
Poiché nel Settecento il bisogno di giungere il più vicino possibile alla
comprensione del soprannaturale aveva contagiato tutte le classi sociali
(affascinate dal culto per il meraviglioso, prodotto dell’Illuminismo, del
Saturnismo e dell’ermeneutica alchemica), Cagliostro decise di svolgere la
determinante funzione di divulgatore di una scienza che prima di lui era
riservata a pochi iniziati, essendo considerata astrusa e proibita. Per poter
ricoprire il ruolo di esoterista e di uomo di pensiero egli dovette, dunque,
vestire i panni del mago-veggente ma anche del medico-taumaturgo. Le doti
taumaturgiche, poi, nel XVIII secolo venivano spesso messe in relazione con
quelle alchemiche e di conseguenza la figura dell’alchimista assunse la dignità
e il fascino di chi conserva il più profondo segreto della conoscenza,
necessario per destreggiarsi nelle teorie relative all’immortalità dell’anima e
alla metempsicosi, alimentate nel secolo di Cagliostro da quei filosofi che
erano interessati ad un’indagine di carattere spiritualista e materialista
insieme.
Cagliostro, dunque, ascende al rango di sapiente, consapevole sia
dell’importanza della materia di cui conosce i misteri sia del rispetto delle
regole che governano deontologicamente questa scienza: la sua proverbiale
filantropia si ispirò, probabilmente, proprio ai principi della filosofia
alchemica che impedivano ogni genere di speculazione sulla conoscenza di
metodologie destinate esclusivamente al miglioramento delle condizioni di vita
dell’uomo. Le cognizioni alchemiche di Cagliostro non si risolvono, quindi, nel
puro e semplice procedimento empirico per la preparazione di unguenti e
medicamenti, ma aspirano al raggiungimento di una gnosi esoterica che consenta
la massima elevazione spirituale.
Il mistero che ha avvolto la sua vita si trasforma
addirittura in leggenda quando si tratta della morte e della sepoltura: le
ipotesi più suggestive contemplano la fuga in abiti da sacerdote, la morte
cagionata dalla caduta dalla rupe, la misera sepoltura in una legnaia.
Tuttavia, l’episodio più inquietante sembra essere accaduto nel 1797, quando la
fortezza di San Leo si arrese onorevolmente all’Armata della Repubblica
Cisalpina guidata dal generale Dombrowski che la occupò in suo nome. Per
celebrare l’impresa, il generale concesse la libertà ai reclusi presenti nella
fortezza e sembra che essi, unitisi ad alcuni soldati, cominciarono a scavare
nel luogo in cui Cagliostro era stato sepolto. Rinvenuti i poveri resti, si
servirono del teschio per brindare alla riconquistata libertà. Il macabro
festeggiamento venne raccontato da un testimone oculare, il nonagenario Marco
Perazzoni, morto nel 1882, all’età di novantasei anni che, interrogato dal
prelato Oreglia di S. Stefano dichiarò:
Quando il conte morì io avevo sette anni e mi ricordo
benissimo il suo seppellimento. Il cadavere, tutto vestito, posto sopra una
mezza porta di legno, venne portato a spalla da quattro uomini, i quali, usciti
dal castello, scesero verso la spianata. Essi erano affaticati e sudavano (era
di agosto) e, per riposarsi, ad un certo punto deposero il cadavere sopra il
parapetto di un pozzetto, che ancora esiste, e andarono a bere un bicchiere di
vino. Poi tornarono, ripresero il tragitto e giunsero al luogo del
seppellimento. Io -che ero tenuto per mano da un mio parente- seguii il triste
e misero convoglio che, non assistito da nessun sacerdote, assumeva un sinistro
carattere di diabolica desolazione. A quella vista i rari passanti si
allontanavano frettolosi facendosi il segno della Croce. Scavata la fossa, vi
calarono il morto: sotto il capo misero un grosso sasso e sul viso un vecchio
fazzoletto, quindi lo ricopersero di terra. Quel vecchio fazzoletto
rappresentava la pietà umana. Qualche anno dopo vennero i polacchi ad occupare
il forte e dettero la libertà ai condannati, che scavata la fossa insieme a dei
soldati, presero il cranio del Cagliostro e vi bevvero dentro, nella cantina
del conte Nardini di San Leo. Anno del
Signore 1795, nel giorno 28 del mese di Agosto
N.B.Sicuramente
il più noto preparato di Cagliostro fu l'ELIXIR di Lunga Vita',che alla fine
degli '40 del Novecento veniva ancora preparato in alcune Farmacie.La ricetta
-che ritroviamo uguale in un "Manuale pratico di farmacia",di
V.Celli(Genova,1929)-così si costituiva:
ALOE..............................gr.25
AGARICO BIANCO....................gr.2.50
MIRRA.............................gr.2
GENZIANA RAD...............................gr2.50
RABARBARO RIZOMA............................gr.2.50
ZAFFERANO.........................gr.2.50
ZEDOARIA RIZOMA............................gr.2.50
ALCOOL(spirito di vino).............................gr.1000
Curiosita: fino a pochi anni addietro, nel Cimitero di Grottaglie una
bianca lapide scolpita indicava che in
quella tomba erano conservati i resti mortali di Giuseppe Balsamo. Quella
lapide e’ stata,poi, rimossa!
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