Nel centenario della
morte di
Pascoli: Dalla poesia alla politica. Un percorso di straordinaria
rilevanza
letteraria e storica con prolusione di Pierfranco Bruni
Pierfranco Bruni:
“Pascoli nel suo
Discorso su La Grande Proletaria si è mossa del 1911 anticipa vistosamente il
Mussolini della guerra d’Africa. Anzi, nel suo scritto, il nazionalismo
prefigura l’espansione geografica e politica del Mediterraneo. Un
discorso tutto
da rileggere e da ricontestualizzare in un Novecento agli
albori”
“Giovanni Pascoli. Dalla
poesia alla politica” è il tema di una conferenza che si svolgerà
venerdì 4
maggio prossimo alle ore 17,45 nella sala del Palamazzola di Taranto per
celebrare il Centenario della morte del poeta. A relazionare sarà
Pierfranco
Bruni, Responsabile del Progetto sul “Plurilinguismo in Giovanni
Pascoli” e
autore insieme a Marilena Cavallo del saggio: “Nel mare di Calipso. La
dissolvenza omerica e l’alchimia mediterranea in Giovanni Pascoli
(Pellegrini
editore), del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La manifestazione è
organizzata dall’Università Popolare “Zeus” e sarà coordinata dalla
presidente
Giuseppa Lavecchia.
Il tema dell’incontro
presenta un percorso abbastanza articolato e originale perché verranno
illustrati gli aspetti che riguardano il poeta risorgimentale e italico e
soprattutto il pensatore e l’uomo che ha vissuto la stagione
dell’Internazionale
dei Lavoratori e successivamente la stagione del socialismo nazionalista
con il
suo discorso per la guerra Turca – Libica.
A tal proposito
Pierfranco Bruni sottolinea che in Pascoli ci sono
almeno due
fasi politiche: “Pascoli nel 1876 conosce il socialista Andrea Costa e
diventa
un suo stimatore oltre che amico. Con Costa partecipa assiduamente alle
riunioni
dell’Internazionale Socialista. Pascoli diventa un attivista di primo
piano
nell’Associazione Internazionale dei Lavoratori. Nel 1879 viene
arrestato per
aver partecipato ad una manifestazione in favore del cuoco Passanante,
condannato all’ergastolo per un attentato alla vita di Umberto I. Sconta
quattro
mesi di carcere, dal 7 settembre al 22 dicembre, e viene liberato grazie
all’aiuto di Carducci. Ma la chiave di svolta di un Pascoli socialista
utopistico a un Pascoli socialista e nazionalista resta il suo discorso
del 26
novembre del 1911 pronunciato a Barga. Pascoli si schiera per la guerra
contro i
Turchi e sollecita l’Italia ad entrare in conflitto e lo fa con un tono
deciso e
forte usando una terminologia che sarà ripresa negli anni del fascismo.
Il
Pascoli del Discorso “La grande proletaria si è mossa” sembra anticipare
con
vigore la posizione dell’Italia fascista nella fase della guerra
d’Africa del
1935 – 36 e i toni scelti da Pascoli sembrano recuperati dal Mussolini
che
dichiara guerra all’Africa. Pascoli è socialista ma anche nazionalista.
Il
Mussolini della prima guerra mondiale e quello del 1919 è socialista e
nazionalista. Entrambi romagnoli ed entrambi chiamano l’Italia con il
nome di
Proletaria”.
Non solo del Pascoli poeta
e bucolico si parlerà a Taranto, lettura che resta centrale, ma verranno
approfonditi elementi sul Pascoli socialista e nazionalista,
contemporaneo ad un
Novecento attraversato dalle due guerre mondiali e dal
fascismo.
TI LASCIO UN MIO SALUTO,
RispondiEliminaAUGURANDOTI UNA BUON SERATA,
ADESSO VADO IN GIRO PER VEDERE IL TUO POST.
((((((*_ _*))))))
CIAO
CIAO.
_________
BENITO...
AHAHA..AHA..HAHA..AHHA!!!
....
CERTO QUESTO MIO NOME NON VI SARà TANTO GRADITO.
IO LO TROVO MOLTO BELLO