Il Padre Francesco Fernandez
della Compagnia di Gesu’ di anni 36, disse..
Nell'ultima infermità
di detto Servo di Dio Padre Francesco di Geronimo mi ricordo parimente due altre Profezie dette in
mia presenza, e verificate, e sono, che. essendosi da lui data a fare la Statua
di San Ciro per esporsi sull'Altare nel di di sua
solennità, l'Artefice tardava a portarla, quantunque pochi giorni ci volessero
a solennizzarsi la Festa del Santo: e dicendo io, ed altri Padri Gesuiti al
detto Servo di Dio Padre Francesco, che per la mora
dell'Artefice non avrebbe avuta la consolazione di vedere la detta statua prima
che morisse, egli rispose , che l' avrebbe veduta, come seguì, mentre portatasi
la suddetta statua dall' Artefice, fu riposta nella sua Camera per fargliela
vedere, ed egli alzatosi sul letto, verso di quella disse: Non miihi Domine,
sei nomini tuo da gloriam, e con parole tenere , ed affettuose, disse
parimente: San Ciro mio preparami no
luocarillo in Paradiso . L'altra Profezia fu, che vedendosi da me, e da
altri Padri dilungare la sua morte, ed era già prossimo il giorno della
festività del Santo, gli dicevamo che avrebbe avuta l'
altra consolazione di vedere, e vivere nel dì di tal sole nnità, ed egli ci
rispose: No questa Festa non la vedrò in terra , ma spero vederla in Paradiso . E replicandogli noi :
Padre Francesco prega San Ciro,
che ti dia la sanità , egli ridendo ci rispose: San Ciro e’ nascosto , ne può comparir più avanti Dio ,
perche’ sa , che altrimenti ha stabilito il Signore: E questo
medesimo sentimento in altre occasioni similmente diceva circa la sua vita, come
il Signore ha decretato già, non ci e’
più che fare; e cose simili ,ed in effetto morì il Servo di Dio Francesco giorni prima, che si
facesse detta solennità di San Ciro .
Lo stesso disse…
Mi ricordo parimente , che il detto Servo di Dio Padre Francesco di Geronimo negl'
ultimi giorni di sua infermità, ricevuto che ebbe una volta il santo Viatico mi
chiamò, e mi disse, che gli avessi fatto una carità di accomodargli dentro
venti Reliquiarj di argento con alcune Reliquie del glorioso San Ciro per donarli a quei divoti, che avevano
contribuito nel prezzo della suddetta statua di argento, ed egli m'insegnò il
modo come dovevo accomodare le suddette Reliquie; io vedendo la sua grave
infermità, e 1'essersi comunicato per Viatico , credevo che non potesse
giungere il suo vivere fino all'uno, o due giorni al più, e la fatica
ingiuntami aveva bisogno di maggior tempo , e fra me stesso dicevo, che non era
possibile di potergli io dare la domandata consolazione di accomodare tutti li
suddetti venti Reliquiarj per dispensarli con le sue proprie mani, ed appena dettomi
il modo, come le avevo da accomodare , mi sforzai quanto potei d'accomodarcene
uno , per poi proseguire gli altri; glielo portai a vedere , ed egli in vederlo
mi disse, che non avessi avuto tanta fretta , perchè avrei avuto tempo di
accomodarli tutti adagiatamente, perchè non era per allora il passaggio all'
altra vita; ed in fatti sopravvisse all'incirca un'altra settimana, ed io
rimasi stupito, perchè penetrò il mio segreto pensiero , e vidi che ben aveva
previsto il giorno certo della sua morte, e fin d'allora questa mia osservanza
l'annotai per mia memoria .
Il Padre Francesco Palma della
Compagnia di Gesù. disse...
Per l'istesso concetto, ente ne aveva la Principessa della
Roccella Cantelmi, se gli era più volte raccomandata, che gli avesse impetrato
da Dio una prole maschile, giacchè ne stava senza, ed il Servo di Dio Padre Francesco sempre le rispondeva , che l'avrebbe avuta, ma
non era tempo ancora. Di là ad anni incontrandola un
giorno per Napoli, tutto da se le disse: Signora Duchessa ( giacchè
allora non aveva avuto ancora il titolo di Principessa della Roccella) adesso
e’ tempo per quella grazia; e la detta Signora senza che ella se ne fosse
accorta, e ne avesse notizia, si trovò gravida , e partorì poi il maschio, onde
per venerazione , e concetto che aveva della santità del Ven. Servo di Dio
Padre Francesco, volle
che lui 1' avesse battezzato , ed il Padre Angelico da Napoli, Religioso di
estraordinaria virtù avesse fatto il Padrino , ed in tale occasione so io per
bocca dell' istesso Padre Angelico , che lo raccontò, come finita la funzione già
detta, se ne calarono assieme per le scale del Palazzo di detta Signora , ed il
Ven. Servo di Dio Padre Francesco disse queste parole: Padre Angelico questa e’ l ultima
funzione , che noi facciamo assieme; intese queste parole il Padre
Angelico, e le pigliò come allusive al Battesimo, tanto che rispose
sicuramente, dico sicuramente , dove avremo altra Signoria, che voglia da noi
simile funzione? Di lì a poco tempo il Ven. Servo di Dio Padre Francesco s'infermò e se ne morì,
ed allora il Padre Angelico capì il vero significato delle parole dette dal
Servo di Dio Padre Francesco, che quella era l'ultima funzione che facevano assieme.
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