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Don Ciotti parla alla piazza, anche il nostro Sindaco fra le migliaia di persone |
"Mi chiamo Melissa... cosa succede?" questa è l'ultima frase che
Melissa Bassi ha detto in ambulanza al medico che le prestava le prime
cure.
Cure inutili perché dopo pochi secondi chiuderà i suoi occhi
innocenti alla vita. Ieri è stata una giornata orrenda, una giornata da
cancellare, ho vissuto tra la rabbia e il dolore la mia giornata
lavorativa, affianco a tanti colleghi giornalisti spersi e al tempo
stesso arrabbiati, sono stata affianco ad un politico di cui sono
l'addetto stampa, con il quale discretamente siamo stati vicino a chi
stava soffrendo ferocemente, mi sono scese le lacrime quando ho visto la
disperazione del padre di Veronica che disperato, tramortito e quasi
incredulo, ascoltava il chirurgo che gli comunicava come era la
situazione di una delle sue figlie coinvolte nell'esplosione, la più
grave che più volte nella mattinata era stata data per morta.
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Particolare di Piazza Vittoria |
Un giovane padre, il signor Capodieci, distrutto, piegato dal
dolore ed aggrappato a quelle parole "la fase più pericolosa (erano le
12.00 circa), l'abbiamo superata, ma resta ancora tanta criticità per
Veronica...)" In ospedale nel caos totale, la macchina organizzativa,
quella sanitaria funziona, un po' meno quella della comunicazione,
perché incrontrollate le tv, le agenzie e il web continuano a dare per
morta la giovane ragazza di Mesagne. Non ce la faccio più e telefono al
sindaco di Brindisi, l'amico Consales e lo prego di far una smentita
ufficiale, Veronica è in serio pericolo di vita, ma se non giungeranno
altre complicazione ce la farà.
Scendiamo dal 5 piano ed andiamo all'obitorio, Melissa è lì, chiusa
una cella, il suo giovane corpo giace lì e fuori cominciano ad
assieparsi amici e i colleghi giornalisti, alla ricerca dei parenti
della giovane vittima, non ci sono, la mamma è crollata, è in ospedale
la sua unica figlia non c'è più, un boato se l'è portata via, il padre è
pazzo di dolore, sono a Mesagne.
Decidiamo di spostarci all'ingresso, il sen. Giuseppe Caforio in dignitoso
silenzio osserva, il suo amico Lorenzo Caiolo, docente della scuola
Morvillo lo raggiunge, è stato vicino alle famiglie dei ragazzi, è un
uomo distrutto insieme alla sua collega docente Eleonora Millardi, c'è
sconforto, rabbia e tante domande, quale mente folle ha deciso di
spegnere il futuro, la speranza a questi giovani. Arriva Vendola sono
quasi le 13, anche lui al 5 piano del Perrino, incontra i parenti delle
ragazze ferite.
Nel pomeriggio all 16 torniamo nei pressi dell'attentato, nella
chiesa poco distante dal luogo dell'attentato si sta svolgendo il
Consiglio straordinario dell'Istituto Morvillo, i docenti hanno voluto
insieme ai genitori cominciare a pensare al rientro a scuola, un
rientro che non sarà facile e chiedono l'ausilio degli psicologi,
l'arcivesco di Brindisi, mons. Talucci,li consola e li incita a
continuare a formare i giovani con coraggio e dignità. Poi ci spostiamo
in piazza della Vittoria, con difficoltà raggiungiamo la piazza piena
fino all'inverosimile, ci sono tanti sindaci pugliesi, tanti politici, e
quello che conta in questo momento dolorosissimo tanti giovani e tanta
gente comune.
Sul palco, con enormi striscioni tanti giovani a farsi forza a
vicenda. C'era anche il nostro Sindaco Alabrese, il labaro cittadino e
l'assessore Ballo. Il dolore è forte alla fine come un tuono vibrano
sulla folla le dure parole di don Ciotti, ma questo lo hanno visto e
sentito tutti nelle dirette. Anch'io come direttore della testata di
CiccioRiccio, ho fatto dei collegamenti in diretta radiofonica e i più
li ho fatti con la voce rotta per l'emozione, sono una mamma e sapere
che per dei genitori, non c'è più la loro unica figlia mi addolora e
angoscia, ma nonostante tutto la speranza non ci deve abbandonare,
quella di costruire un futuro migliore! Ciao Melissa!!!
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis