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domenica 20 maggio 2012

"Mi chiamo Melissa... cosa succede?" diario di un' orribile giornata

Don Ciotti parla alla piazza, anche il nostro Sindaco fra le migliaia di persone
"Mi chiamo Melissa... cosa succede?" questa è l'ultima frase che Melissa Bassi ha detto in ambulanza al medico che le prestava le prime cure.
Cure inutili perché dopo pochi secondi chiuderà i suoi occhi innocenti alla vita. Ieri è stata una giornata orrenda, una giornata da cancellare, ho vissuto tra la rabbia e il dolore la mia giornata lavorativa, affianco a tanti colleghi giornalisti spersi e al tempo stesso arrabbiati, sono stata affianco ad un politico di cui sono l'addetto stampa, con il quale discretamente siamo stati vicino a chi stava soffrendo ferocemente, mi sono scese le lacrime quando ho visto la disperazione del padre di Veronica che disperato, tramortito e quasi incredulo, ascoltava il chirurgo che gli comunicava come era la situazione di una delle sue figlie coinvolte nell'esplosione, la più grave che più volte nella mattinata era stata data per morta.
Particolare di Piazza Vittoria
Un giovane padre, il signor Capodieci,  distrutto, piegato dal dolore ed aggrappato  a quelle parole "la fase più pericolosa (erano le 12.00 circa), l'abbiamo superata, ma resta ancora tanta criticità per Veronica...)" In ospedale nel caos totale, la macchina organizzativa, quella sanitaria funziona, un po' meno quella della comunicazione, perché incrontrollate le tv,  le agenzie e il web continuano a dare per morta la giovane ragazza di Mesagne. Non ce la faccio più e telefono al sindaco di Brindisi, l'amico Consales e lo prego di far una smentita ufficiale, Veronica è in serio pericolo di vita, ma se non giungeranno altre complicazione ce la farà. 
Scendiamo dal 5 piano ed andiamo all'obitorio, Melissa è lì, chiusa una cella, il suo giovane corpo giace lì e fuori cominciano ad assieparsi amici e i colleghi giornalisti, alla ricerca dei parenti della giovane vittima, non ci sono, la mamma è crollata, è in ospedale la sua unica figlia non c'è più, un boato se l'è portata via, il padre è pazzo di dolore, sono a Mesagne.
Decidiamo di spostarci all'ingresso, il sen. Giuseppe Caforio in dignitoso silenzio osserva, il suo amico Lorenzo Caiolo, docente della scuola Morvillo lo raggiunge, è stato vicino alle famiglie dei ragazzi, è un uomo distrutto insieme alla sua collega docente Eleonora Millardi, c'è sconforto, rabbia e tante domande, quale mente folle ha deciso di spegnere il futuro, la speranza a questi giovani. Arriva Vendola sono quasi le 13, anche lui al 5 piano del Perrino, incontra i parenti delle ragazze ferite.
Nel pomeriggio all 16 torniamo nei pressi dell'attentato, nella chiesa poco distante dal luogo dell'attentato si sta svolgendo il Consiglio straordinario  dell'Istituto Morvillo, i docenti hanno voluto insieme ai genitori  cominciare a pensare al rientro a scuola, un rientro che non sarà facile e chiedono l'ausilio degli psicologi, l'arcivesco di Brindisi, mons. Talucci,li consola e li incita a continuare a formare i giovani con coraggio e dignità. Poi ci spostiamo in piazza della Vittoria, con difficoltà raggiungiamo la piazza piena fino all'inverosimile, ci sono tanti sindaci pugliesi, tanti politici, e quello che conta in questo momento dolorosissimo tanti giovani e tanta gente comune.
Sul palco, con enormi striscioni  tanti giovani a farsi forza a vicenda. C'era anche il nostro Sindaco Alabrese, il labaro cittadino e l'assessore Ballo. Il dolore è forte alla fine come un tuono vibrano sulla folla le dure parole di don Ciotti, ma questo lo hanno visto e sentito tutti nelle dirette. Anch'io come direttore della testata di CiccioRiccio, ho fatto dei collegamenti in diretta radiofonica e i più li ho  fatti con la voce rotta per l'emozione, sono una mamma e sapere che per dei genitori, non c'è più la loro unica figlia mi addolora e angoscia, ma nonostante tutto la speranza non ci deve abbandonare, quella di costruire un futuro migliore! Ciao Melissa!!!

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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