Il giorno 15 gennaio alle ore 21 si è tenuta, presso la sede di “Sud in Movimento” in vico S. Nicola n. 6, una riunione straordinaria del Coordinamento delle Associazioni e dei Movimenti.
Dopo il C.C. del 13 gennaio u.s. che aveva al primo punto all’O.G. l’illustrazione del Progetto relativo ad interventi da attuare nella “curtis” del Castello Episcopio, si è palesata la necessità, da parte di Associazioni e dei Movimenti operanti sul territorio, nonché di liberi cittadini sensibili alle sorti del nostro Castello, di riunirsi per comprendere l’indifferenza della nostra Amministrazione circa le perplessità palesate in più occasioni, relativamente all’intervento che si intende attuare.
Senza entrare in dettagli tecnico-amministrativi, che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti, credo sia necessario illustrare brevemente quanto fin qui accaduto.
Nel mese di marzo 2008 fu convocata una seduta dell’Ufficio del Piano per informare gli intervenuti di un Progetto approvato dalla Giunta Municipale e dalla Soprintendenza ai Beni Culturali avente ad oggetto, per l’appunto, la sistemazione della corte del Castello Episcopio.
Per chi non lo sapesse, l’Ufficio del Piano è un organo istituzionalmente riconosciuto, creato appositamente, con lo scopo di vigilare su interventi pubblici e privati da attuare nel quartiere storico.
In quella sede, i rappresentanti delle Associazioni presenti, fecero notare che non aveva senso convocare l’Ufficio del piano a giochi fatti, con il solo scopo di pubblicizzare l’intervento.
In data 27 ottobre 2008 fu convocata, in fretta e furia, una seconda seduta dell’Ufficio del Piano poiché, gli amministratori facenti parte di detto Ufficio, avvertivano la necessità di “illuminare” i cittadini “sprovveduti e disinformati” che, nel frattempo, avevano avviato una petizione popolare per opporsi a detto progetto e sollevato tanto clamore su una questione che si voleva gestire in sordina.
Gli sprovveduti e disinformati cittadini, mostrando un elementare buon senso, si chiedevano come mai spendere del denaro pubblico su un bene di proprietà della Curia Arcivescovile e con un contratto di locazione in scadenza nel 2012 e chiedevano, in ogni caso, se non vi fossero interventi prioritari rispetto alla pavimentazione della curtis .
In quella sede, il rappresentante del Movimento pro centro Storico, sollevava una serie di perplessità che, su esplicita richiesta dello stesso, venivano messe a verbale, proprio perche vi rimanesse traccia.
Queste osservazioni non hanno minimamente scalfito le certezze dei nostri Amministratori e del tecnico progettista, il quale, per l’ennesima volta si è limitato ad illustrare il progetto.
Nonostante tanta indifferenza e l’assenza totale di un contraddittorio, degno di una democrazia, il Movimento pro centro storico e l’Associazione Lu Lauro , confortati da oltre 300 firme raccolte, in data 17 novembre 2008 inoltravano, ai sensi dell’art. 49 dello Statuto Comunale, una richiesta di iniziativa popolare in cui si chiedeva, come estrema ratio, l’annullamento della Delibera di Giunta numero d'ordine 648 del 21 Dicembre 2007 avente come oggetto: “Lavori di completamento restauro ala sud est del Castello Episcopio – Approvazione progetto esecutivo”.
Si ribadivano, in quella sede, le perplessità in merito all’intervento di pavimentazione della corte, che tende a cancellare una peculiarità del Castello episcopio grottagliese.
Ad Amministratori sensibili, sarebbe bastato tutto ciò per fermarsi a riflettere e magari a rivedere, in accordo con il tecnico progettista, gli ambiti di intervento.
Ma questa sensibilità evidentemente non è di casa nel nostro Palazzo di città ed ecco che durante il C.C del 13 gennaio, anzicchè aprire un dibattito allargato e magari rivedere il progetto, ci si limita a riconfermare la bontà dell’intervento, invitando il tecnico progettista ad illustrare, per l’ennesima volta, il suo progetto.
Tale carenza di democrazia, mascherata da una pseudo disponibilità all’ascolto, hanno ulteriormente scosso l’attenzione di cittadini ed associazioni sensibili al problema che, spontaneamente, hanno ritenuto opportuno riunirsi in seduta straordinaria per decidere le azioni da intraprendere per evitare quello che appare un intervento sconsiderato, inutile e destinato a cancellare definitivamente un pezzo della nostra storia e una peculiarità del nostro castello.
Si continua a non condividere il modus operandi dei nostri amministratori relativamente ad interventi di tale importanza e che tanto incidono sul tessuto culturale e storico della nostra città.
Non basta, a nostro avviso, mostrarsi disponibili all’ascolto e poi continuare a perseguire le proprie scelte, ignorando le osservazioni di associazioni e di liberi cittadini che hanno volontariamente sottoscritto la petizione popolare.
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