Che ora è ?

martedì 27 gennaio 2009

Se questo è un uomo - Primo Levi


Non è più un uomo, chi si riduce (viene ridotto) allo stato di bestia per sopravvivere, oppure chi ha messo in moto un perverso meccanismo di sistematica distruzione e morte, e chi ha obbedito per vigliaccheria o fanatico zelo, e chi sapeva e ha fatto finta di non sapere, chi sospettava ma ha girato lo sguardo per non vedere, chi ora conosce la verità e continua a negarla.

Adesso questo peccato, il non essere stati uomini pesa su tutta l'umanità, e l'unico modo di espiare e continuare a ricordare perché tutto ciò non abbia a ripetersi.

Questo è un libro da leggere, se vogliamo continuare a dirci uomini, dobbiamo ricordare cosa è successo nel passato, e per sentirci ancora uomini dobbiamo impedire a chiunque di rifarlo.


Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un si o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

7 commenti:

  1. Lo statista...pezzo di merda

    «Un kapò all'interno di un campo di concentramento dice ai prigionieri che ha una notizia buona e un'altra meno buona - spiega il Cavaliere dal palco -. Quello dice: "metà" di voi sarà trasferita in un altro campo". E tutti contenti ad applaudire...». Poi Berlusconi arriva alla «battuta»: «La notizia meno buona è che la parte di voi che sarà trasferita è quella che va da qui in giù...», indicando la parte del corpo dalla cintola ai piedi.

    Silvio Berlusconi, presidente del consiglio del Governo della repubblica Italiana, Nuoro, 17/01/2009

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  2. Lo statista...pezzo di merda......

    anonimo delle 21.52, tu non sei migliore, visto il linguaggio che usi in questo contesto di riflessione e di analisi.

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  3. Un paio di scarpette rosse

    C'è un paio di scarpette rosse
    numero ventiquattro
    quasi nuove:
    sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
    "Schulze Monaco".
    C'è un paio di scarpette rosse
    in cima a un mucchio di scarpette infantili
    a Buckenwald
    erano di un bambino di tre anni e mezzo
    chi sa di che colore erano gli occhi
    bruciati nei forni
    ma il suo pianto lo possiamo immaginare
    si sa come piangono i bambini
    anche i suoi piedini li possiamo immaginare
    scarpa numero ventiquattro
    per l' eternità
    perché i piedini dei bambini morti non crescono.
    C'è un paio di scarpette rosse
    a Buckenwald
    quasi nuove
    perché i piedini dei bambini morti
    non consumano le suole.

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  4. Auschwitz

    Francesco Guccini



    Son morto ch'ero bambino

    son morto con altri cento

    passato per un camino

    e ora sono nel vento

    Ad Auschwitz c'era la neve

    il fumo saliva lento

    nei campi tante persone

    che ora sono nel vento

    Nei campi tante persone

    ma un solo grande silenzio

    che strano, non ho imparato

    a sorridere qui nel vento.

    Io chiedo come puo` un uomo

    uccidere un suo fratello

    eppure siamo a milioni

    in polvere qui nel vento.

    Ancora tuona il cannone

    ancora non e` contenta

    di sangue la bestia umana

    e ancora ci porta il vento.

    Io chiedo quando sara`

    che un uomo potra` imparare

    a vivere senza ammazzare

    e il vento si posera`.

    RispondiElimina
  5. Auschwitz

    Francesco Guccini



    Son morto ch'ero bambino

    son morto con altri cento

    passato per un camino

    e ora sono nel vento

    Ad Auschwitz c'era la neve

    il fumo saliva lento

    nei campi tante persone

    che ora sono nel vento

    Nei campi tante persone

    ma un solo grande silenzio

    che strano, non ho imparato

    a sorridere qui nel vento.

    Io chiedo come puo` un uomo

    uccidere un suo fratello

    eppure siamo a milioni

    in polvere qui nel vento.

    Ancora tuona il cannone

    ancora non e` contenta

    di sangue la bestia umana

    e ancora ci porta il vento.

    Io chiedo quando sara`

    che un uomo potra` imparare

    a vivere senza ammazzare

    e il vento si posera`.

    RispondiElimina
  6. MAI IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI
    AUSCHWITZ DOVRA' ESSERE ABBATTUTO:
    E' IL MONUMENTO IMMORTALE ALLA DEPRAVAZIONE UMANA!

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  7. Poteva mancare il mio amato S.Quasimodo alla denuncia della miseria umana e della crudelta?


    Sei ancora quello della pietra e della fionda,
    uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
    con le ali maligne, le meridiane di morte,
    t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
    alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
    con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
    senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
    come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
    gli animali che ti videro per la prima volta.
    E questo sangue odora come nel giorno
    Quando il fratello disse all’altro fratello:
    «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
    è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
    Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
    Salite dalla terra, dimenticate i padri:
    le loro tombe affondano nella cenere,
    gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

    RispondiElimina

blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
la follia e il mistero".
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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