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giovedì 20 gennaio 2011

A latere di una presentazione lungo il cammino di una vita.


di Roberto Burano
Si sta per presentare a Grottaglie il prossimo 22 Gennaio presso la Biblioteca "San Francesco De Geronimo" una plaquette su San Giuseppe Moscati intitolata "Giuseppe Moscati. Nella vita nascosta con Cristo in Dio", curata da Micol Bruni e scritta a più mani. Oltre a quelle di Pierfranco Bruni, di Padre Salvatore Discepolo, di Neria De Giovanni, di Gerardo Picardo, di Carmen De Stasio, di Tommaso Romano, di Marilena Cavallo, di Giulio Rolando e di Maria Giovanna Russo Caradonna, ci sono anche le mie che tratteggiano un sintetica biografia del Santo.


Perché una biografia su Giuseppe Moscati da parte mia?


È  mia ferma convinzione che in ogni attività dell'uomo ci sia sempre una commistura tra il caso ed i disegni divini.


Quando, prima dell'estate, l'amico Pierfranco Bruni mi chiese di mettere giù una biografia  di  Giuseppe Moscati per una plaquette che aveva in mente di realizzare, gli risposi in maniera molto evasiva, non immaginando certo che quella semplice richiesta avrebbe affrancato dalla memoria tutta una serie di immagini e ricordi relativi al mio periodo universitario.


Nel ripensare a come ero venuto a conoscenza di Giuseppe Moscati, mi son tornate dal grande mare dei ricordi sia la sensazione di serenità, che mi aveva invaso dopo la scoperta di questo medico napoletano morto nel 1927, sia tutta la disperazione provata nel 1968 durante il mio secondo anno di Università a Napoli. Qui, frequentando la sala settoria in quanto studente di Medicina, scoprii la mia scarsa attitudine alla professione medica, pur avendone l'aspirazione .


Ho rivissuto quei giorni di disperazione, durante i quali non sapevo proprio come comunicare a mio padre che il desiderio a cui aveva finalizzato tutti i sacrifici della sua vita - vedere il figlio medico - non era per niente realizzabile.


Ricordo che, abitando a Napoli in Via Mezzocannone, era per me connaturale frequentare la Chiesa del Gesù Nuovo sia per le affinità spirituali che mi legavano ai Gesuiti (a Grottaglie frequentavo la Congregazione Mariana) ma soprattutto perché subivo il richiamo nascosto della quarta e quinta cappella della navata di sinistra di quella chiesa: la quinta cappella è dedicata a  San Francesco de Geronimo gesuita, nato a Grottaglie ed apostolo di Napoli nella seconda metà del secolo XVII; nella quarta, sotto l'altare su cui svetta un notevole Crocifisso, c'è un’urna contenente reliquie di San Ciro medico, eremita e martire, venerato anche a Grottaglie. Orbene, mentre cercavo conforto e aiuto ai miei due santi, constatavo i numerosi fedeli raccolti nella cappella di San Francesco Saverio, tutti stranamente allocati sul lato destro dell'altare. Andando a curiosare, scoprii che vi era tumulato il corpo di un medico, Giuseppe Moscati, morto quarant’anni prima improvvisamente a soli quarantasette anni, in odore di santità ed amatissimo dal popolo napoletano. Mi inginocchiai a pregare il Signore ed una grandissima calma pervase il mio animo, fino ad un attimo prima in preda a indicibile turbamento. Dai presenti fui messo al corrente della grandezza morale dell'uomo e mi fu riferito che la casa del medico era distante dalla chiesa poco più di trecento metri. Spinto dalla curiosità, mi ci recai. Il portiere, gentilmente, dopo aver risposto a qualche mia domanda, mi permise di visitare quella casa, disabitata sì, ma tenuta viva dall'amore e dalla riconoscenza della povera gente. In seguito decisi di saperne di più e mi interessai alla sua vita scoprendo, oltre alle sue virtù cristiane ed umane, tante doti professionali. Leggere i  sui scritti era per me un toccasana ed una poderosa cura ricostituente per il mio spirito. Uno tra i tanti suoi scritti mi tornava sempre alla mente: Quali che siano gli eventi, ricordatevi di due cose: Dio non abbandona nessuno. Quanto più vi sentite solo, trascurato, vilipeso, incompreso, e quanto più vi sentirete presso a soccombere sotto il peso di una grave ingiustizia, avrete la sensazione di un'infinita forza arcana, che vi sorregge, che vi rende capace di propositi buoni e virili, della cui possanza vi meraviglierete, quando tornerete sereno. E questa forza è Dio!


 Mi colpì anche, ed in maniera netta, il fatto che Moscati per primo avesse cercato di portare ordine ed innovazioni nel campo del laboratorio di analisi, con la definizione di protocolli e l’introduzione di test per individuare e monitorare malattie. Più mi documentavo sul medico e più nasceva in me, come per  una specie di folgorazione, l'amore per il laboratorio d'analisi. Questo  mi dette il coraggio di affrontare mio padre e dopo avergli spiegato la ragione della viltà per quel gran rifiuto, lasciai Medicina ed optai per Scienze Biologiche.


Ripresi gli studi con rinnovato spirito e divenni frequentatore abituale ed interno dell'Istituto di Chimica Biologica ove il Moscati aveva insegnato ininterrottamente dal 1919 sino alla sua morte ,  "Indagini di laboratorio applicate alla clinica" e "Chimica applicata alla medicina". Qui mi sentivo a mio agio e talvolta avevo persino la sensazione di avere  al mio fianco "il Professore".


In tre anni conseguii brillantemente la laurea in Scienze Biologiche, fondamento della mia successiva professione, che mi avrebbe consentito di aprire il  laboratorio di analisi, cosa che avvenne  il 16 novembre 1976(sempre per  caso lo stesso giorno della beatificazione del Moscati).


Questo è stato il mio incontro, il mio felice incontro, con il Dottor Moscati e la biografia seguente è un modo per dimostrare la mia riconoscenza al grande uomo, con la speranza che questa mia semplice testimonianza possa essere utile alla conoscenza e alla divulgazione - ove ve ne fosse bisogno - del pensiero di Moscati, beatificato il 16 novembre 1975 e salito agli onori degli altari nel 1987 con l'epiteto di medico anàrgiro (dal greco senza argento), alla stessa stregua dei Santi Cosimo e Damiano, di San Pantaleone , dei  Santi Leonzio e Carpòforo e di San Ciro. La sua esemplare esistenza rappresenta, secondo il mio modesto parere, un eloquente punto di riferimento per ogni laico cristiano ed, in modo particolare, per i medici e per tutti gli operatori sanitari, che devono sempre tenere da conto quello che diceva il Moscati: La scienza ci promette il benessere e tutto al più il piacere; la religione e la fede ci danno il balsamo della consolazione e la vera felicità, che è una cosa sola con la moralità e col senso del dovere.

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