L'ordinanza del TAR Lecce del 5 novembre u.s. respinge la richiesta di sospensiva che il Comitato "Vigiliamo per la discarica" ha proposto unitamente al ricorso per l'annullamento dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA) rilasciata a Ecolevante s.p.a.
Il Comitato, nel prendere atto e far rilevare che a difesa dell'AIA e di tutti gli altri atti impugnati col ricorso, si sono schierati la Regione Puglia, la Provincia di Taranto, il Comune di Grottaglie, l'AUSL TA, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l'Ente Nazionale per l'Aviazione civile, osserva quanto segue.
Dalla lettura dell'ordinanza è agevole evincere che il TAR ha ritenuto di respingere la richiesta cautelare solo ed esclusivamente per la mancanza del requisito del periculum in mora.
Il TAR Lecce, in altri termini, ha solo ritenuto che non sussistessero, nel caso dell'autorizzazione integrata ambientale rilasciata a Ecolevante s.p.a., solo ed esclusivamente quei pregiudizi gravi e irreparabili che avrebbero imposto l'immediata sospensione di tale atto.
Per respingere una richiesta di sospensiva è infatti sufficiente che manchi anche uno solo di quei due presupposti che devono necessariamente concorrere secondo le regole processuali in caso di domande cautelari proposte prima della discussione nel merito e della decisione della causa con sentenza. Tali presupposti sono rappresentati:
a) dal cosiddetto fumus boni iuris, e cioè dalla verosimile fondatezza in diritto del ricorso;
b) dal periculum in mora, e cioè dall'eventuale sussistenza di pregiudizi gravi e irreparabili che potrebbero derivare dalla prosecuzione degli effetti dei provvedimenti impugnati.
Benché la decisione del TAR Lecce non ci trovi completamente d’accordo, è comunque importante rilevare che nessun rilievo è stato effettuato dal TAR Lecce circa l'assenza del requisito del fumus boni iuris nel ricorso proposto dal Comitato "Vigiliamo per la discarica", e cioè della verosimile fondatezza in diritto del ricorso stesso; fondatezza in diritto che sarà invece oggetto esclusivo della valutazione del medesimo TAR quando deciderà la causa nel merito (e non più in via cautelare e provvisoria, come nel caso di pronuncia sull'istanza cautelare di sospensiva) e con sentenza e non più con semplice ordinanza.
Inoltre, nel corso della discussione dinanzi al Tar in camera di consiglio, la difesa di Ecolevante spa ha evidenziato che lo stesso giorno 5 novembre 2008 la suddetta Società aveva comunicato alla Provincia di Taranto la chiusura del I e del II lotto della discarica gestita in loc. La Torre-Caprarica; e tale dichiarazione è stata fatta mettere a verbale dal Presidente del Tar.
da repubblica:
RispondiEliminaECONOMIA In molte città i cittadini hanno tariffe più alte per depuratori
mai realizzati. La sentenza della Corte Costituzionale, gli obblighi Ue
Acqua, un italiano su tre
paga bolletta irregolare
di ANTONIO CIANCIULLO
Un italiano su tre paga una bolletta che non dovrebbe pagare. Lo dice la Corte Costituzionale (sentenza numero 335 del 10 ottobre scorso) precisando che il canone di depurazione delle acque si deve versare solo in presenza di questo servizio. Ovvio? Mica tanto. Un italiano su tre - nonostante una direttiva europea approvata nel 2000 che entrerà in vigore nel 2015, cioè ieri in termini di realizzazione di impianti di questa portata - ha scarichi non collegati a un depuratore e li paga. Li paga perché le aziende hanno deciso di usare la politica dei due tempi: prima la tariffa, poi il depuratore. Una scelta ritenuta incostituzionale.
La denuncia viene dal Gruppo 183, un think tank sulla questione acqua, che denuncia il ritardo con cui viaggia l'Italia a causa di una lunga serie di rinvii che mette tutti in difficoltà. E' un problema per il paese, che va incontro a sanzioni da un minimo di 22 mila a un massimo di 700 mila euro al giorno (la procedura di infrazione è già a uno stadio avanzato). E' un problema per le aziende, che si trovano di fronte a seri problemi di liquidità. E' un problema per milioni di cittadini che si trovano a pagare, e ad aver pagato per anni, somme non dovute.
Parliamo di cifre significative. Gli investimenti necessari a costruire le infrastrutture mancanti vanno dai 30 euro per abitante l'anno previsti in Liguria agli 87 previsti a Pavia: una torta che complessivamente vale parecchie centinaia di milioni di euro. Fondi che si cercava di ottenere con una forma di prestito gratuito prelevandoli anticipatamente dalle bollette. Vediamo come.
Le bollette per la fornitura dei servizi idrici comprendono varie voci: fornitura, scarichi, depurazione. Per un totale che oscilla tra un euro e un euro e mezzo a metro cubo. Ma non sempre a tutte le voci corrispondono servizi. Ecco un elenco di città in cui la depurazione è assicurata al 100 per cento e quindi la bolletta è in regola: Bergamo, Bolzano, Cagliari, Campobasso, Caserta, Cosenza, Foggia, Lecco, Modena, Torino, Vercelli. Ma altre città viaggiano a scartamento ridotto: 34 per cento di depurazione a Palermo, 33 per cento a Catania, 29 per cento a Trieste, 38 per cento a Treviso.
Nei casi in cui il servizio non è coperto al cento per cento il cittadino può, dopo aver chiesto l'indice di depurazione al Comune che è tenuto a darlo, rivolgersi al giudice di pace per ottenere la restituzione della quota parte della bolletta relativa al servizio non prestato.
(6 novembre 2008)
DOMANDA: LA RETE DI GROTTAGLIE HA IL DEPURATORE?IN CASO CONTRARIO, COSA PAGHIAMO DI DEPURAZIONE
Lascia pensare il fatto che Ecolevante dopo aver ottenuto un'aia che prolunga di ben otto anni la vita del I e II lotto, in sede di udienza, dice di aver comunicato il giorno stesso 5 novembre alla Provincia di aver chiuso il I e II lotto! Questo comporta che invece del 2016 i lavori di bonifica devono incominciare DA SUBITO e così i controlli che per legge devono protrarsi per 30 (trenta!)anni.
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