Oggi, come sempre, è necessario ribadire con forza ciò che i politici si ostinano a non voler ascoltare. La nostra terra non è una merce. La nostra salute non può essere in vendita. Il nostro futuro non può restare nelle mani di chi ricava profitti dall'inquinamento e dalla distruzione.
Il nostro no alla piattaforma della Universal Service è perciò il frutto della decisione di una Comunità che ha deciso di dire basta.
Nella terra in cui il tasso di tumori è superiore del 30 per cento rispetto al resto di tutta la Puglia, nella terra che emette il 90,3 per cento della diossina prodotta su tutto il territorio nazionale, alla Comunità non resta che difendersi, opponendo alla forza ed alle intimidazioni la propria dignità e le proprie ragioni.
Questa piattaforma, questi capannoni abusivi, sui quali pende un'ordinanza di demolizione che nessuno sembra intenzionato a far rispettare, insomma questo nuovo ecomostro accoglierà 200 tonnellate al giorno di rifiuti speciali da impacchettare e inviare alla discarica Ecolevante, alle altre 72 discariche di questo territorio, ma soprattutto agli inceneritori, quei due inceneritori già esistenti in questa provincia e gli altri 2 previsti nei progetti di area vasta. Altri due inceneritori, uno tra Grottaglie e San Marzano e l'altro, se possibile, ancora più dannoso da realizzare a Fragagnano per incenerire rifiuti speciali pericolosi senza lasciarne traccia.
Siamo stanchi di essere presi in giro. La possibilità di annullare tutte le autorizzazioni finora concesse esiste ed è concreta: manca la programmazione provinciale.
Ad oggi la provincia di Taranto non ha una gestione programmatica dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Questo basta ed avanza per non autorizzare ulteriori discariche in un territorio già devastato.
La possibilità che questo impianto serva per la combustione dei rifiuti è sempre più concreta. I due inceneritori proposti in questi territori ne sono infatti la prova.
I cittadini pretendono di essere ascoltati quando dicono che questa gestione dei rifiuti che finisce in incenerimento è assolutamente scellerata e condanna i territori e la gente.
Non saremo soddisfatti fino a quando non ci sarà una programmazione sullo smaltimento dei rifiuti concordata con i cittadini, che da anni propongono un ciclo di smaltimento virtuoso incentrata sul riutilizzo in nome della salvaguardia della salute, dell'ambiente. Così si arricchiscono le comunità con nuovi posti di lavoro e con un risparmio concreto sugli acquisti dei prodotti riciclati.
Ecco perché la gente ha deciso di auto-organizzarsi per rivendicare il proprio diritto ad un ambiente sano e ad un futuro sostenibile. Questa è la nostra democrazia dal basso e la difenderemo con ogni mezzo necessario.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis