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giovedì 25 novembre 2010
Le poesie di Nazhim Kalim Dakota Abshu all'Auditorium Banca Credito Cooperativo a Grottaglie (Ta)
Il percorso critico, in una analisi letteraria a mosaico, è, appunto, di Pierfranco Bruni che studia da anni l’opera di Nazhim Kalim Dakota Abshu. A relazionare sul testo sarà il Presidente del Tribunale di Taranto Antonio Morelli che affronterà la questione squisitamente poetica mentre Baldassarre Cimmarrusti parlerà de “ La Croce Equeste del Santo Sepolcro di Gerusalemme”. Presenzierà Pierfranco Bruni, curatore dello studio sul poeta Nazhim Kalim Dakota Abshu. I lavori saranno coordinati da Roberto Burano, Presidente Koinè - "Giuseppe Battista". I saluti saranno portati dal Sindaco di Grottaglie Raffaele Bagnardi, dal Direttore della BCC – San Marzano Francesco Blasi, da don Egidio Grimaldi, Parroco della Chiesa Matrice di Grottaglie.
Nel corso della serata verranno consegnate da Elio Micheli Greco, Presidente della Fondazione Nuove Proposte due mini biblioteche con l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e la Collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Inoltre verranno lette testi del poeta da Irene Del Monaco e la Confraternita del Purgatorio e il Piccolo Teatro di Grottaglie eseguiranno brani sulla Passione di Cristo tratta dalla tradizione popolare.
La plaquette pubblicata, contenente testi finora inediti, raccoglie 12 poesie nel testo, una tredicesima è posta nella quarta di copertina, il cui cammino è un intreccio tra il senso del mistero e la fede nella Croce. Una fede che si fa rivelazione costante dentro la ricerca di un orizzonte che è fatto di una Passione travolgente rivolta ai piedi di Cristo. Il suo dialogare con il Cristo in Croce è una lenta contemplazione intrecciata da un lirismo costante e da una punteggiatura misurata che si struttura sull’incontro tra lingua, suono e ritmo.
Sono tredici poesie scritte in italiano perché Nazhim Kalim Dakota Abshu conosceva bene la lingua italiana e il “poemetto” sulla Croce lo dimostra ampiamente. Si tratta di un poemetto il cui filo conduttore è la devozione di un poeta che si è accostato al cristianesimo con molta umiltà. Un poeta di origini tunisine che ha intrecciato un modello culturale proveniente da una scuola musulmana ben radicata nella tradizione dei sufi e dei dervisci danzanti (o rontanti). Pierfranco Bruni con lo studio su Abshu continua nelle sue ricerche sulle culture poetiche del Mediterraneo definendo dei percorsi e degli incontri in una visione in cui il Mediterraneo è incontro e confronto anche di poeti e di poetiche, di modelli etnici e confronti antropologici. “Infatti con Rumi, aggiunge Pierfranco Bruni, siamo tra il 1207 e 1273, in una geografia che abbraccia l’attuale Afghanistan e la Turchia (è uno dei più grandi poeti persiani). Con Khajjam siamo ad un’età precedente, ovvero tra il 1050 e il 1130 in una terra che è quella della Persia nord – orientale. Con Gibran, invece, tocchiamo quasi la sua contemponeatità. Gibran nasce nel Libano settentrionale il 1883 e muore nel 1931. Così con Tagore, nato a Calcutta nel 1861 e morto nel 1941”.
“Tra i poeti europei amati e studiati da Abshu, afferma Pierfranco Bruni, c’è lo spagnolo Gustavo Adolfo Becquer nato a Siviglia il 1836 e morto a Madrid nel 1870. Abshu non si è mai distaccato dalla presenza di questi poeti da lui definiti maestri del pensiero e della parola. Maestri dell’amore. Abshu scrive, infatti, anche delle poesie d’amore, anzi delle potenti poesie d’amore”. La manifestazione è organizzata dall’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dall’Associazione Koinè “Giuseppe Battista” e dal Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”.
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"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975
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“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.