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venerdì 18 giugno 2010

Fresco di stampa il dizionario del Dialetto grottagliese



La grande fatica di Don Cosimo Occhibianco è finalmente una realtà editoriale

In una veste elegante, con copertina cartonata, raffigurante due tavole (una in prima e l’altra in ultima) dell’artista grottagliese Gennaro Orazio, racchiuso in un pregiato cofanetto, inoltre la generosità dello stesso Gennaro Orazio, si conferma nelle guardie di copertina due bellissimi acquerelli di vita domestica del tempo che fu, così si presenta appena lo si ha tra le mani, ci riferiamo al Dizionario del Dialetto Grottagliese dell’instancabile don Cosimo Occhiabianco.

Si tratta di un dizionario originale nella sua impostazione, 7.458 lemmi in italiano traslato in grottagliese e 7.144 lemmi in grottagliese descritti in italiano in modo fitto e dettagliato. Il dizionario è quindi composto da ben 14.602 lemmi.

La costosa pubblicazione è stata possibile grazie alla munificità di Salvatore de Stefano, Nicola Motolese e Angelo Langellotti e ad 8 capaci collaboratori: Cosimo Luccarelli, Antonio Rombone, Franco De Geronimo, Orazio Gennaro, Cosimo Petrelli, Felice Tiani, Salvatore Britannico e Dario Tiani.

Il dizionario, vera ed autentica novità editoriale nel campo dialettale, si apre con le foto dei nonni materni Cosimo Blasi e Mutata D’Elia, i suoi genitori Carmelo Occhibianco e Addolorata Blasi, ringraziamenti per loro e tutti i familiari definiti: “Le sorgenti del mio sapere”, segue la breve prefazione dell’autore che ringrazia quanti hanno contribuito alla realizzazione di questa importante opera.

Di seguito alle foto dei collaboratori, segue la bellissima e dettagliata presentazione, in tedesco e italiano del prof Rainer Bigalke, già professore di dialettologia presso l’Università di Osnabruck in Germania.

Il glossario fa da anteprima al cuore dell’opera, il dizionario a cui seguono alcuni cenni di grammatica dialettale con successiva sezione dell’ abbreviazioni a cui fa seguito la Bibbliografia consultata e ad impreziosire la già pregiata opera, tavole fotografiche, molte di queste inedite e di grande valore iconografico, raccolte sotto il titolo “Li Vurtagghji di jéri”.

Questa opera dovrebbe essere a corredo di ogni casa grottagliese, fatta consultare nelle scuole di ogni ordine e grado, quindi una fonte idonea per sapere e per fare un viaggio in quello che fu il dialetto dei nostri avi e magari confrontarlo con quello che oggi rimane dalla contaminazione linguistica dovuta all’alfabetizzazione spesso derivante dai moderni mezzi mediatici, che rendono la nostra lingua l’italiano in continua mutazione e dialetti locali sempre più lontani dai vernacoli dei nostri avi, e dove lavori come quelli di don Cosimo Occhiabianco ne diventano scrigni in cui in cui cristallizzare il nostro dialetto, humus delle nostre radici.

Lilli Ch. D’Amicis

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