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mercoledì 22 giugno 2011

ELOGIO DELL'ANONIMATO: non poteva restare nei commenti


Uno scrittore francese vissuto a cavallo tra 1800 e 1900 Paul Valery disse a proposito dell'arte della discussione: se non puoi demolire un ragionamento, almeno puoi demolire il ragionatore. Chissà cosa consiglierebbe oggi, all'epoca di internet, quando millioni di post sugli infiniti blog sono anonimi? Paul Valery, altrimenti si sarebbe sicuramente risparmiato l'aforisma, verificando come in generale la scarsa abitudine al confronto sia accompagnata quasi sempre dalla scelta di concentrasi non sul contenuto delle affermazioni ma sull'identità di chi ha espresso l'opinione. Personalmente non sono affatto interessato alla firma dei post, sono invece molto interessato al contenuto. Il cinico consiglio di Valery, ampiamente utilizzato dalla politica per deviare il discorso dagli argomenti importanti ai pettegolezzi ha le armi spuntate. Come rispose una signora all'assessore che aveva paura che dietro l'anonimato si potessero nascondere eccessive critiche gratuite e polemiche su qualunque cosa : "su 10 interventi di persone anonime: 5 saranno fatti da persone che criticano per criticare (quindi da non prendere in considerazione), 3 saranno fatti da persone dell'opposizione che criticano per remare contro ma... 2 saranno critiche serie e costruttive"  però se nessuno scrive...siamo fregati!!
Per quanto riguarda "la paura" che sotto l'anonimato si possa dire qualunque cosa e criticare tutto:
se, per esempio, l'utente anonimo A scrive: "che vergogna!! ieri alle 13.00 il sindaco ha parcheggiato la macchina in mezzo alla piazza... "
ci sarebbe l' utente anonimo B che risponderebbe "non è vero!! ieri a quell'ora ero in piazza e quello che dici non è successo"
e poi ci sarebbe l'utente anonimo C che interverrebbe " utente A non dire cavolate...io ho visto il sindaco parcheggiare davanti l'edelweis, non ha parcheggiato in piazza!!!"
e così che critiche tanto per criticare dell'utente A morirebbero e verrebbero smentite in pochi interventi!!

Credo sia meglio avere cento discussioni in corso con utenti anonimi che averne solamente tre ma con persone dichiarate.

In conclusione, viva l’anonimato quando serve ad esprimere con maggior libertà, e a volte con impertinenza, concetti che contrastano altri concetti, salvaguardando la dignità di ciascuno, anche di quelli (e vedete quanto sono democratico!) che appartengono alle “caste”. Per tornare a Cicito Masala, ricordo che era solito dire che ai potenti di ogni genia e di ogni tempo quello che seccava di più è l’esser presi per i fondelli. Insomma, una risata è capace di seppellire anche loro! Anche se fatta dietro le quinte.

“L’Anonimo nei secoli sussurra la parola da orecchio a orecchio; ognuno la ripete a modo suo […] Quanti secoli e quanti Anonimi per portare la foglia d’acanto ai fastigi del capitello corinzio”; cosa ci sussurriamo noi oggi all’orecchio, quali capitelli stiamo costruendo, quali foglie stiamo scegliendo per abbellirlo? Tutte queste cose sicuramente non le faranno le nostre care archistar, tanto meno mentre bevono il caffè, ma le faremo tutti noi che non siamo nessuno ma siamo tutto"(Rogers).


W l'ANONIMATO........ SCRIVETE E RISPONDETE AI CONTENUTI NON AGLI AUTORI!!!!
!!

3 commenti:

  1. Totalmente d'accordo!!! ;-)

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  2. Anche se bisogna dire che su alcuni argomenti sarebbe il caso di metterci la faccia completamente! ;-)

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  3. Non sono proprio d'accordo,perche',spesso invece accade che, dietro l'anonimato, si nascondono gratuiti denigratori o,ancor peggio,biechi caluniatori che trovano sempre piu' spazio per le loro recondite frustrazioni.
    Dovrebbe essere compito di chi gestisce i post, impedire il pubblico ludibrio o la gratuita calunia che a volte trovano albergo in queste rubriche.
    Percio' la verifica della informazione pubblica
    rimane deontologicamente lo strumento del buon giornalista.

    RispondiElimina

blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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