
"Questo blog, nasce a Grottaglie e per Grottaglie, è e sarà rispettoso delle manifestazioni dell'altrui pensiero, da qualunque parte provengano, purché espresse onestamente e chiaramente. In questo spazio ho l'onore di avere autori di spessore culturale di grande livello. Potete scrivermi su: lillidamicis@libero.it e/o su : lillidamicis@gmail.com
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I link che non annoiano
LIBERTÀ DI PENSIERO
"Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975
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EINSTEIN DICEVA SPESSO
“Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.
POLITICA e CULTURA: DALLA “LINEA BARTOLETTI” alla “LINEA RUINI” e da MORO a BERLUSCONI
RispondiEliminaFOTO: ILARIA DEL CARRETTO. Vedi:
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.228902670488564.62602.100001064993213&l=48437d71c1&type=1
Quando, il 15 settembre 1958, Mons. ENRICO BARTOLETTI arrivò a Lucca quale vescovo Ausiliare aveva in mente due cose. La tomba di Ilaria del Carretto e la scritta, in greco, che si trovava sulla parete al lato della stessa tomba. Si leggeva in greco: “Tànatos, atànatos, tà loipà tnetà”, che mi spiegò voleva dire: “La morte immortale, il resto di tutte le cose, mortali”. Non essendo lui disposto a soggiacere a cose periture, per non dire effimere, da vescovo puntava tutto sulla meditazione della morte quale essenza di immortalità. Il Bartoletti, in quei mesi, intimamente si identificava con Ilaria del Carretto, morta anche lei, appunto. La prima volta che andai a trovarlo a Lucca mi disse di guardare bene la tomba poiché, oltre a lui (Ilaria), ci sarei stato anch’io. Guardai bene, in san Martino, il sacro monumento di Jacopo Della Quercia ma non riuscii mai a vedermi. La prima volta che ritornai a Lucca comunque mi domandò: “ti sei visto?” Gli risposi: “o guardato bene ma non mi sono visto da nessuna parte”, e lui zitto. Solo dopo alcuni anni dalla morte del Bartoletti, avvenuta nel 1976, riguardando la tomba riuscii a capire dove mi aveva collocato. Mi identificava nel cagnolino che si trova ai suoi piedi, non so ancora se per un sentimento di affettività verso Ilaria, oppure a sua difesa. Ultimamente, dopo la pubblicazione, nel 1994, delle due lettere di don Milani al Bartoletti (10/09/1958 e 1°/10/1958), ritengo anche a Sua difesa. Infatti esistono dei cani addestrati anche per la difesa personale. Ma tutto ciò non si sarebbe verificato se, dopo la morte di papa ALBINO LUICIANI, non si fosse passati, alla C.E.I. e in Vaticano, dalla “LINEA BARTOLETTI” per una Chiesa profetica e povera (e per Aldo Moro), alla “LINEA RUINI” per una Chiesa temuta, trionfante ed assistenzialista (e per Silvio Berlusconi), come lascia intendere anche l’Enciclopedia Wikipedia alla voce “E. Bartoletti”. Cfr. FOTO su Facebook a Giovangualberto Ceri. F.to GIOVANGUALBERTO CERI