Lettera a Pietrino Vanacore, ucciso dallo Stato e dalla Stampa.
Pietrino,
ai tuoi funerali, intorno alla tua bara, assorta nel silenzio con la rabbia ed il dolore, c’era la gente che ti vuole bene. Chi non era lì con il corpo, vi era con il pensiero. Da tutta Italia per starti vicino.
Una donna ha avuto il coraggio di dare voce alla comunità a te vicina: «applaudite, hanno ottenuto quello che volevano!!!»
La frase era rivolta a coloro, che, per deformazione professionale e culturale, non hanno una coscienza.
Intorno alle tue spoglie gli sciacalli hanno continuato ad alimentare sospetti.
La tua morte non è bastata a zittire una malagiustizia che non è riuscita a trovare un colpevole, ma ti ha scelto come vittima sacrificale. A zittire una informazione corrotta che ti indicava come l’orco, pur senza condanna.
Tu non puoi dirti vittima di un errore giudiziario, come altri 5 milioni di italiani in 50 anni.
Per venti anni sei stato perseguitato da innocente acclamato. Volevi l’ultima parola per dire basta.
Non te l’hanno nemmeno lasciata. Pure da morto continuano ad infangare il tuo onore.
Accuse che nessuna norma giuridica e morale può sostenere. Accanimento che nessuna società civile può accettare.
Io, noi italiani, per te diciamo basta!!!
La tua morte è un omicidio di Stato e di Stampa.
Non si può, per venti anni, non essere capaci di trovare un colpevole e continuare a perseguitare un innocente acclamato. Non si può, per venti anni, continuare ad alimentare sospetti, giusto per sbattere un mostro in prima pagina.
Ferdinando Imposimato, il “giudice coraggio” delle grandi inchieste contro il terrorismo e la delinquenza organizzata, ha provato sulla propria pelle l’amarissima esperienza di star sul banco degli imputati. Egli conclude, come un ritornello inquietante: “E’ più difficile talvolta difendersi da innocenti che da colpevoli”. Parola di magistrato.
Pietrino, la tua morte dignitosa e coraggiosa non è stata vana. Ci fa capire che Pietrino, prima o poi, può essere ognuno di noi.
Ti renderò immortale con i miei scritti.
Quando i contemporanei ipocriti non ci saranno più, i posteri conosceranno la tua storia, senza contaminazioni e corruzioni.
Addio Pietrino, un amico mai conosciuto.
Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE
099.9708396 – 328.9163996
"Ti rendero' immortale coi miei scritti"....
RispondiEliminaE chi e' mai costui Antonio Giangrande? Alessandro Manzoni?
Poi..altra considerazione....:
nessuno di noi sa la.. "vera verita'" per cui prima di dare un giudizio o di scrivere baggianate, un po' di calma e gesso.
Aver riaperto le indagini dopo 20 anni, ci fa almeno capire che la magistratura non e' stata inettta, almeno in questo caso..... e che ci siano moltissime ombre e nessuna luce e' altrettanto chiaro....
Calmi......e non date giudizi se non sapete
Il saggio di Forli'
Se i Giudici, di tanto in tanto, rileggessero i classici del diritto, rammenterebbero che la "verità" delle Aule di giustizia è quella che è leggibile nelle carte processuale.
RispondiEliminaL'altra, la "Verità" ( con la maiuscola) appartiene a Dio.
Insistere, dopo 20 anni di insuccessi, a ricercare "un colpevole", non "il colpevole", è puro velleitarismo, se non protagonismo o ricerca della ribalta in 1^ pagina.
Dopo 20 anni hanno scoperto sul reggiseno della povera Cesaroni una traccia del DNA del fidanzato.
Hanno scoperto l'acqua calda : il fidanzato, chissà quando e chissà dove, aveva toccato il reggiseno della sua fidanzata!
Embè?
Vuoi vedere che i due fidanzati, talvolta, preda delle passioni giovanili si sono toccati appassionatamente?
Cara Ragazza, riposa in pace.
Hai trovato la Giustizia Eterna.
Nell'altra, nella giustizia degli uomini non confidare.
Così come Pietrino ha conosciuto, ora, la Giustizia, alla quale dovrà dare - forse - conto solo della sua debolezza di non aver saputo percorrere sino in fondo il calvario che gli era toccato.
C.L.