I particolari dell'operazione sono stati resi noti questa mattina nel corso di una conferenza stampa dal comandante del gruppo Noe di Roma, colonnello Antonio Menga, e dal comandante del Noe di Pescara, capitano Florindo Basilico. L'unico aspetto positivo, ha sottolineato il colonnello Menga, è che in questo caso i rifiuti andavano in discariche e non ad inquinare siti e falde acquifere. I rifiuti venivano conferiti da ignare aziende all'impianto della ditta Di Florio srl di Lanciano, il cui legale rappresentante Giorgio Nicola Di Florio è in carcere.
E' qui che venivano simulate operazioni di selezione, trattamento e recupero dei rifiuti che poi finivano nella vicina discarica di Cerratina. Secondo quanto accertato, il volume d'affari si aggira sui tre milioni di euro mentre la quantità dei rifiuti gestiti è di circa 80mila tonnellate. I carabinieri hanno preso in esame l'attività relativa agli anni 2007, 2008 e 2009. Nell'impianto di Di Florio non erano inoltre presenti le attrezzature per il trattamento automatico dei rifiuti. In carcere è finito anche Andrea Fassone, 39 anni, procacciatore d'affari di fatto dipendente della ditta Sistema 2000 srl, società di intermediazione di Santa Maria Imbaro (Chieti) la cui legale rappresentante, Annalinda Di Paolo, 54 anni, moglie di Di Florio, è agli arresti domiciliari. Ai domiciliari anche Vincenzo Cocca, 60 anni, titolare dell'omonimo studio chimico di Spoltore (Pescara), che si prestava per redigere certificati di analisi falsificati. Ai domiciliari anche Andrea Francesco Di Liberato, 42 anni, dipendente della Di Florio, Fiorentino Giangiordano, 58 anni, dipendente della Ecologica Sangro di Lanciano, società che gestisce la discarica consortile di Lanciano, e Antonio Anglano, 49 anni, responsabile di impianto della discarica Vergine di Taranto. Questi ultimi tre sono indagati per concorso in traffico illecito di rifiuti ma non per il reato associativo.
Nell'inchiesta sono indagate complessivamente 22 persone mentre sono 5 le aziende coinvolte.
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