«Non stupisce purtroppo che ancora una volta il tema dei rifiuti finisce negli atti della magistratura come è accaduto, ultima in ordine di tempo, al gruppo Marcegaglia coinvolto in una indagine che riguarda il traffico illecito di rifiuti. Si tratta di una materia delicata, troppo delicata perché le istituzioni si affidino completamente alla gestione privata non esercitando, troppo spesso, neppure il diritto dovere di controllare l’operato delle aziende. Si tratta di un problema che riguarda tutte le regioni italiane, Puglia compresa dove Marcegaglia gestisce con il gruppo Co.Ge.Am. l‘intero ciclo dei rifiuti.», a dichiararlo è l’on. Pierfelice Zazzera coordinatore regionale dell’Italia dei Valori Puglia.
«Un controllo serrato del processo di raccolta e stoccaggio dei rifiuti, speciali e ordinari, è essenziale per garantire la sicurezza dei cittadini e per scongiurare casi di abusi e di gestioni allegre, nell’ottica, non secondaria, di un corretto utilizzo delle risorse economiche e ambientali delle regioni. La necessità di emanare una legge regionale che impedisca l’arrivo di rifiuti speciali da altre regioni. Al prossimo governo regionale chiederemo che, contrariamente al passato – conclude Zazzera - sulla gestione del ciclo dei rifiuti si apra una nuova stagione con maggiore trasparenza nelle procedure autorizzative e ritorno al controllo da parte del pubblico sul ciclo dei rifiuti, attualmente totalmente affidato alle mani di privati e nel mezzogiorno anche delle organizzazioni criminali.»
La solita storia della trave e della pagliuzza.
RispondiEliminaPer la verità IDV di travi nel proprio occhio ne ha tanti da poterci costruire un intero villaggio di palafitte.
Qualcuna?
Qualche esempio?
Ecco a voi :
Ovviamente non possiamo che partire dal Consiglio regionale più inquisito d’Italia, ovvero quello calabrese, dove c’è il dipietrista Maurizio Feraudo che è stato indagato per concussione, per aver preteso la corresponsione di parte dello stipendio del suo autista, e di truffa per domande di rimborso su missioni mai compiute.
Feraudo, però, non è l’unica mosca bianca (o nera) in IdV.
L’elenco prosegue con:
- Gaetano Vatiero (segretario cittadino di IdV a Caserta) arrestato nel 2006 per corruzione aggravata;
- Paride Martella (ex forzista ora in quota IdV) arrestato per tangenti nel gennaio 2008. Ex presidente della Provincia di Latina, Martella è stato arrestato per gli appalti truccati dell’Acqua Latina, truffò 15 milioni di euro, indagato per concussione e associazione mafiosa;
- Andrea Proto (consigliere comunale a Genova) condannato per aver raccolto la firma di un morto;
- Gustavo Garifo (anche lui esponente genovese di IdV) arrestato perchè arraffava i soldi delle multe;
- Orazio Schiavone (assessore foggiano) condannato per esercizio abusivo della professione di odontoiatra;
- Aldo Michele Radice (portavoce di IdV in Basilicata e consigliere dell’ex ministro Di Pietro) alla sbarra dal 2006. Il Pm ha chiesto per lui 9 mesi per una storia simile a quella di lady Mastella: la raccomandazione di un manager sanitario;
- E in ultimo - per il momento - (ma non per demeriti, anzi), c’è un certo Leoluca Orlando (attuale portavoce nazionale di IdV). Indagato nel 1996 per corruzione aggravata e condannato nel 2005 per diffamazione aggravata.
E siccome Italia dei Valori non si fa mancare nulla, tra i suoi adepti c’è anche un tesserato P2.
Si tratta del maggiore Giuseppe (detto Pino) Aleffi, candidato in Sardegna alle elezioni del 2006, in possesso della tessera numero 762 della loggia di Licio Gelli.
Ora, come sbotterebbe il buon Tonino nazionale «È vero o non è vero» che Italia dei Valori non è poi così diverso da tutti gli altri partiti? «E se è vero – direbbe ancora Di Pietro – questo sarebbe un fatto di una gravità inaudida che andrebbe denuniato».
Dopo queste notizie non è facile decidere per un voto all'IDV
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