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martedì 4 gennaio 2011

A Grottaglie crescono le vocazioni, il 5 gennaio un nuovo diacono

Si chiama Alessandro Argentiero, classe 1983, grottagliese doc,  giovedì 5 gennaio alle ore 18.30, presso la Parrocchia Madonna del Carmine, sarà ordinato diacono per poi fra sei mesi diventare sacerdote. Lo incontro dopo la Santa Messa delle 18.30, piccolo di statura ma una forza delle natura, la gioia sprizza da tutti i suoi pori,  è un giovane felice, sereno con tanta voglia di raccontare del dono ricevuto, quello  della fede, della vocazione religiosa. 
Ci racconta con un entusiasmo che ti contagia che alla parrocchia del Carmine dove è cresciuto e dove la sua vocazione si è fortificata, ci sono altri tre seminaristi: Francesco, Cosimo ed Eligio, è il boom delle vocazioni a Grottaglie, tanti giovani sono folgorati dalla fede nella Città delle ceramiche. Mi faccio raccontare come è scoppiata questa scintilla di fede. " Alla scuola don Milani, al primo anno ho avuto come professore di religione don Pasquale La Porta e da li ho cominciato a frequentare la sua Parrocchia,dove è cominciato il mio cammino di Fede che è sfociato in questa mia vocazione - mi racconta radioso Alessandro - finito le superiori sono stato ammesso al Seminario Diocesano Maggiore di Benevento, dove ho studiato per sei anni, ma la mia palestra di fede è stata la parrocchia e il mio maestro spirituale è stato don Pasquale, il seminario poi mi ha affinato negli studi teologici e supportato psicologicamente." Mi racconta che a marzo discuterà la tesi per laurearsi in Teologia diocesana.
 La sua tesi sarà sul Magistero di Benedetto XVI - Ratzinger, suo grande mito, lo ammira e lo ama, perché è un Papa vero, è vicino agli uomini più di quanto appaia,  ai quali ha aperto il suo cuore, infatti nell'ultimo libro intervista  "Luce del mondo" - mi racconta Alessandro - vengono toccati  in modo semplice ma efficace  argomenti delicati e scottanti, a fare le domande è  il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald. E' un libro che consiglio di leggere a tutti perché spazia in tutte le problematiche del momento e apre spiragli di luce che in un momento come questo, dove è difficile trovare i riferimenti giusti, è molto utile leggere. Alla domanda se lui vive e sente le sofferenze dei giovani di oggi, che vedono il futuro incerto e di poca speranza ci dice: "Io sono un giovane e vivo queste sofferenze, - ci dice fermo e sereno Alessandro -  le partecipo so che il momento non è facile ma bisogna avere speranza e lavorare ad un futuro migliore che è il nostro, io ho avuto la fortuna di incontrare Cristo lungo la mia via che mi dà forza e tanta gioia e quindi guardo al futuro con ottimismo, pronto a spendermi e invito i miei coetanei a pensare anche loro a costruire, a non arrendersi a combattere,  perché la luce verrà come ama spesso dire il mio Papa, il nostro Papa."

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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