Vediamo se la trama delle fiabe ci aiuta a capire meglio la nostra misera realtà politica.
Il giorno della gara si presentano solo 20.450 abitanti, che liberamente scelgono chi sostenere; a dire il vero, 157 di loro decidono di non decidere e 675 non riescono a far capire le loro intenzioni o deliberatamente annullano la scheda. A decidere rimangono, quindi, in 19.618.
Alla fine del primo turno Biancaneve, con l’aiuto di 6.335 sostenitori ha fatto segnare un vantaggio sensibile sul gruppo dei nani, lanciati al suo inseguimento, nonostante lungo il percorso ben 1.857 dei suoi l’abbiano abbandonata per passare a sostenere altri concorrenti.
Dietro di lei, a distanza, il gruppo di sudaticci inseguitori che hanno sgomitato per far arrivare il loro prescelto al secondo posto, conquistato, poi, allo sprint da Brontolo, forte di una spinta compatta dei suoi sostenitori, con l’aggiunta di 354 appoggi arrivati a sorreggerlo e di altri 413 arrivati dai campi avversi.
Appena dietro, Cucciolo, terzo, ma penalizzato di 196 defezioni tra i suoi, in parte compensati da un gruppo di 149 elettori giunti in suo soccorso all’ultimo momento; poi, Dotto, quarto, con ben 1.012 sostenitori arrivati dalle fila dei suoi contendenti, rinforzati da altri 236 abitanti che lo hanno spinto senza bandiere. Poco dopo Eolo, giunta quinta, con il sostegno di tutti i suoi e con l’aiuto arrivatole da fuori le sue mura di 460 voti e il tifo attivo di altri 253 liberi cittadini; in affanno Gongolo, malinconico e sfibrato sesto, con i suoi striminziti 48 aiuti ricevuti da fuori e 133 adesioni arrivate da qualche parte.
Prima del traguardo si sono fermati Mammolo e Pisolo, con uno sparuto gruppo di sostenitori.
La regola stabilisce che ora, a percorrere il secondo giro, quello finale, siano i primi due e fra due giorni Biancaneve e Brontolo dovranno gareggiare per afferrare la fascia di sindaco spinti dalla forza di quelli che decideranno di tornare a sostenerli, ma soprattutto da quelli che ora non hanno più il loro prescelto in gara e che dovranno scegliere di puntare su una delle due carte in gioco.
Si attende, quindi, la conclusione della fiaba e a scriverla saranno sempre gli elettori, (si spera tanti, si teme pochi). Saranno essi a decidere di chi fidarsi: di Biancaneve o di Brontolo, se “andare oltre” o “volere altro”.
Adesso provo a chiedermi come andrà a finire, dopo che il fronte della protesta dei nani, che hanno rinunciato ad essere giganti, si è coraggiosamente dato alla fuga dalle proprie responsabilità:
1) L’elettorato si accontenterà di quanto promette una scialba Biancaneve, di andare, sì, oltre, ma sempre nella direzione tenuta negli ultimi dieci anni dalla … matrigna-strega cattiva (solo per rimanere bonariamente tra i personaggi della favola!), ora che le è venuto in soccorso quel Cucciolo che ci aveva vendolaniamente narrata la frottola che con lui ci sarebbe stata una Grottaglie migliore?
2) Brontolo, passata l’eccesso di euforia per il primo traguardo raggiunto, avrà il tempo di pensare ad una strategia fatta di umiltà e coraggio: umiltà nel dichiarare che lui (come chiunque altro al suo posto nella condizione data), da solo non ce la può fare (a vincere e, ancor più, a governare), coraggio nell’indicare almeno il profilo di qualche figura che intende portare in giunta e così provare a rassicurare i tanti indecisi sulla portata reale del cambiamento annunciato?
Secondo me, se Brontolo fosse stato o fosse ancora in grado di adottare questa strategia la fiaba di Biancaneve e i sette nani dei Fratelli Grimm potrebbe lasciare il posto a quella di Hans Christian Andersens “Il brutto anatroccolo” e il finale con l’improbabile principe azzurro della prima sarebbe sostituito dalla magia di trasformare il protagonista della seconda in un candido e leggiadro cigno di uno stagno popolato di sole anatre.
Ma, forse mi sono perso tra nani, principesse, cigni e anatre e la realtà non prospetta nessun lieto fine, anche perché quelle sono fiabe scritte in Germania e in Danimarca; questa è Grottaglie!
*PS: Devo anche chiedere scusa per l’ironia usata? Spero di no.
L’abbinamento dei nomi dei nani ai candidati sindaco è risultato dall’ordine alfabetico dei primi raccordato con l’ordine di piazzamento dei secondi.
e CHI E' mIMMO aNNICCHIARICO? UN POLITICO? DA PURE I GIUDIZI? MA PENSI A QUELLO CHE NON HA FATTO O HA FATTO QUANDO E' STATO AL MUNICIPIO. tUTTI BUONI A PARLARE A CHIACCHIERE, COME QUELL'ALTRO DELLA DESTRA CHE E' SPARITO.
RispondiEliminavediamo se l'intervento lo pubblicate
Teresa A.