A parlarne sono stati il critico letterario Arnaldo Colasanti, lo scrittore Gabriele La Porta, il Vice Direttore del TG UNO Gennaro Sangiuliano e il Direttore del Dipartimento Studi Europei della Sapienza Università di Roma Francesca Bernardini. La lettura è stata affidata all’attrice Michela Miti. Uno dei temi centrali che è emerso dal confronto critico tra gli ospiti in studio è stato quello della memoria rapportato con le metafore costanti di un personaggio che racconta sulla griglia di un viaggio.
Fotogrammi che formano la bellezza della pagina in una dolorante attesa: ha sostenuto Arnaldo Colasanti. Un romanzo importante a strati che ha una sua suggestione e una sua particolarità che è originalità della scrittura: ha sottolineato Gabriela La Porta. Un romanzo complesso che bisogna leggerlo nei momenti in cui la contemplazione rapisce: ha dichiarato Francesca Berardini. Uno scrittore che intreccia la sua mediterraneità con la parola destino : ha affermato Gennaro Sangiuliano.
Tra i luoghi e i sensi nel gioco quasi indefinibile delle passioni, l’intreccio del romanzo di Pierfranco Bruni scava nel tempo dell’amore o forse nel tempo degli amori con una dolcezza e una malinconia che si aggrappa alle parole. I luoghi sono nel raccordare i viaggi in una Magna Grecia fatta di città, di mare, di spiaggia e di miti che riportano ad un ulissisismo i cui modelli interpretativi sono onirici, lirici e letterari. Tra il mistero e il sentiero delle cadute ma mai si avverte la scivolata nella disperazione. Resta, comunque, tra l’altro, un romanzo che incontra sia la speranza che l’attesa anche se il raccontare è fatto di storie antiche e finite. Ma gli amori finiscono poi veramente? Una domanda sempre sospesa tra la passione che è fisicità ma anche sguardi e il ricordare che non cede al rimpianto mai. Tra i luoghi ci sono città come Taranto, la Calabria e Grottaglie in un viaggio tra la città, San Francesco di Paola e il poeta Giuseppe Battista che vine ricordato nella religiosità dei segni.
In fondo, gli studiosi che hanno analizzato il romanzo di Bruni, si sono trovati concordi nel sostenere che è un romanzo che resta perché dura nella storia non storia che racconta e nella impaginazione delle nostalgie che diventano foglie di memoria. Proprio per questo la Bernardini ha voluto cesellare l’importanza della pagina studiata con precisione e rigore stilistico. Mentre La Porta in un slancio emozionale ha affermato che si tratta di un romanzo che lui avrebbe voluto scrivere. E con le fotografie in bianco e nero o “scatti” di Colasanti che formano un mosaico dolce e triste ci sono i pezzi di una realtà cher vive tra le pagine come ha cesellato Sangiuliano.
In fondo “La bicicletta di mio padre” è un raccontare tra le righe di un vero e proprio testamento spirituale e si lega chiaramente, e forse chiude anche una stagione nella scrittura di Pierfranco Bruni, ad altri suoi romanzi come “Quando fioriscono i rovi” del 2004 e “Il mare e la conchiglia” del 2007. Con l’interludio de “Il perduro equilibrio” che risale al 2008. Uno scrittore le cui emozioni graffiano (Colasanti) e il tempo non è dilatabile (La Porta) perché i simboli (Bernardini) vi campeggiano.
Pierfranco Bruni si è dovuto confrontare con queste impostazioni che hanno fortemente imposto un romanzo che presenta una articolata chiave di lettura come quella simbolico – onirica in cui a fare da protagonista è uno sciamano e compare definitivamente nelle ultime pagine del romanzo, il quale è diviso in quattro parti. Stagioni della vita nelle quali non manca la presenza di una profonda cristianità.
Infatti è San Paolo che si fa sentire con un voce indelebile: “Ho veramente combattuto la mia buona battaglia? Devo spiegare le vele. Potrei essere uno sciamano? Tutto si confonde. Tutto si intreccia. Ma oltre il deserto c’ sempre il mare”. Una chiusa significativa per un romanzo, come è stato detto, che si regge in una forte impalcatura metaforica. Un romanzo, dunque, che resta. Questa è stata la tesi che è campeggiata tra le letture dei prestigiosi ospiti che hanno dato vita ad un confronto con Pierfranco Bruni. Un percorso tra i luoghi della memoria e gli amori in un ricercare nel tempo e nello spazio l’infanzia e la giovinezza che costituiscono il cuore del romanzo.
Nota bene: l'attrice Michela MITi è quella che faceva la maestra nei film di PIERINO con Alvaro Vitali.
RispondiEliminama questo signore quando lavora?
RispondiEliminase sta a fare sempre manifestazioni e libri... prende pure lo stipendio di pubblico dipendente?
mi piacerebbe sapere se tutto cio' e' consentito dalla legge...
Lilli, tu che stai tuttuno con questo tipo,perche' non lo chiedi se sei una giornalista di onesto poensiero? Dici di essere indipendente e sincera,quindi CHIEDIGLIELO
Scommetto che tagli pure sto intervento....
Mimma A.
non c'è bisogno che glielo chieda io gliolo hai chiesto tramite questo commento che ho pubblicato.
RispondiEliminaSe lui vorrà ti risponderà, a me interessano i fatti, e i libri si toccano con mano e si leggano, poi se piacciano o meno non sta a me a dirlo, che sono una giornalista e non un'intellettuale.
ma lui non risponde e ci sono tre motivi per questo:
RispondiElimina) o e' borioso e si reputa chissa' chi
b)o non sa cosa dire nella risposta
c)o sta pensando a una nuova manifestazione, vuol raggiungere il record delle 10.000 mensili
Mimma A.