Il pannello solare, questo sconosciuto ai contadini, così misterioso, così pulito e surreale. Il pannello solare è merce di scambio su mercati fittizzi, capace di dare valore alle cose terrene, così come è capace di togliere quel poco di valore senza negoziazione alcuna.
Il nuovo oro, che assorbe energia senza confini, misura equivalente generale facilita lo scambio della terra negando il suo vitale valore.
Vitale per la sopravvivenza di popolazioni locali.
Il pannello solare facilita l'annullamento simbolico ove la produzione ed il valore della terra non sono più legati al lavoro ed il suo prezzo di mercato.
Il pannello solare sgancia inoltre l'ambivalenza lavoro-produzione facendo fluttuare incondizionatamente i valori dei beni immobili, accelerando la strutturazione di nuove leggi di mercato che negano i bisogni e procedono scardinando inesorabilmente il valore d'uso delle merci, annientando cosi' una volta per tutte i valori referenziali che le comunità necessitano.
In questa nuova iper - realtà le due contropartite lavoro-produzione si confondono; il lavoro che e' referente tradizionale del valore delle merci ha sempre avuto una finalità che si iscrive nella produzione e nelle merci. Con la perdita del valore reale del lavoro agricolo si perde anche la direzione della produzione e si avvia il controllo sociale delle masse.
Infatti svuotato del suo valore, il lavoro si specchia nella produzione come la produzione nel lavoro. Si riflettono a vicenda ed essendo speculari non hanno altra finalità che quella di creare il valore stesso che li governa. E non hanno nessuna altra finalità se non quella di creare quella specularità vuota della struttura che li annoda.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis