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giovedì 5 agosto 2010

Dal Giornale on line TERRA NOSTRA - Fotovoltaico: speculazioni in Puglia grazie a Vendola

di Adele Dentice
Il 999 rappresenta il limite di chilowatt per chiudere un terreno ed istallare un impianto  fotovoltaico con i finanziamenti europei. In Puglia , dove la giunta Vendola ha incoraggiato l’istallazione di micro impianti inferiori a 1 MW, basta una semplice Dichiarazione di Inizio Attività presentata al Comune e si pagano gli incentivi al produttore. Il fenomeno politico-imprenditoriale che fa leva sulla paura dell’effetto serra e si serve di forme pubblicitarie che enfatizzano i successi pugliesi nel campo delle rinnovabili per salvare il pianeta, ha utilizzato la legge regionale numero 31/2008 dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale con sentenza del 26 marzo 2010. 
Tale normativa liberalizza solo gli impianti fotovoltaici finalizzati all’autoconsumo e con potenza elettrica nominale sino a 40 KW, ovvero realizzati sulle coperture degli edifici o da realizzarsi in aree industriali dismesse (art. 2, 3 comma, della L.R. 31/2008). 

Per gli impianti fotovoltaici superiori a 40 KW la stessa legge stabilisce che non possono essere realizzati in aree agricole di particolare “pregio”. Per eludere questo limite giuridico basta ricorrere al frazionamento di un medesimo impianto in piu’ sottoimpianti, vicini, con più progetti presentati magari in tempi separati. Il gioco è fatto e migliaia e migliaia di ettari di terreno potranno essere espropriati e desertificati in una regione a vocazione agricola , dove si sbandiera la filosofia ambientalista ma si è di fatto consegnata alle lobby di potere e alla criminalità la possibilità di appropriarsi dei considerevoli incentivi pubblici, dove si continua a sostenere la moltiplicazione di numerosi inceneritori, che vengono fatti passare come centrali a biomasse da 1 MW e dove numerose industrie e centrali continuano indisturbate a inquinare pesantemente il territorio, per produrre una quantità enorme di energia di molto superiore al fabbisogno pugliese ; tra l’altro tutti impianti che utilizzano indisturbati fonti fossili avvalendosi dei certificati verdi”, venduti loro dalle “industrie delle fonti rinnovabili” come a Cerano (Brindisi) o la più recente centrale di Modugno (Bari). La corsa agli affari facili non si limita a danneggiare l’ambiente deve colpire anche le tasche dei cittadini, secondo la fonte Enel anticipando di ben 8 anni l’obiettivo della quota del 20 % di elettricità prodotta fonti rinnovabili , gli aiuti aumenteranno dai 20 miliardi ai 41 miliardi di euro . Già dal 2010 gli incentivi per le rinnovabili circa 2,3 miliardi di euro hanno superato i contributi del Cip6. Questa accelerazione farà crollare il prezzo dei certificati verdi e toccherà allo stato comprarli a prezzo protetto scaricandone sulle bollette il costo. Ma ancora più compromessa e drammatica sarà la condizione economica e lavorativa dei piccoli proprietari terrieri in Puglia. Questa regione , che è diventata il luogo dove poter accedere ai lauti finanziamenti pubblici collegati alla produzione delle eco-energie, con un euro si possono comprare terreni di ottima qualità , istallare pannelli fotovoltaici e dopo 20 anni, terminata la concessione d’uso, trasformare le aree un tempo a destinazione agricola in territori edificabili con un innalzamento del valore di 200, 300 sino a 500 volte superiori a quello con cui si è svenduto. Senza contare poi i costi per lo smantellamento degli impianti. Questa è l’ultima commistione tra imprenditoria, politiche ambientaliste e criminalità. I terreni fertilissimi e limitrofi a d arterie di comunicazione importanti o di espansione urbana verranno tolti a contadini stremati dai padroni del grande circuito commerciale, che impone loro prezzi bassissimi. Gli stessi terreni una volta motivo di orgoglio a seguito delle lotte sostenute dagli agrari sono ora diventati il campo dei maneggi speculativi e dello consumo indiscriminato del territorio di nuovo il grande spreco si abbatte sui piccoli: agricoltori , consumatori cittadini tutto a favore delle grandi aziende , delle Banche europee e degli imprenditori e politici locali che, fingendosi ambientalisti, pensano ancora una volta a intascare i lauti incentivi e a colonizzare il territorio depredando i cittadini e l’ambiente togliendo alla Puglia, il suo paesaggio la sua cultura, la sua identità.
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