Arriva al Castello Episcopio di Grottaglie il 12 agosto la TARANTA. Una iniziativa dell’ A.P.T. di Taranto nell’ambito del progetto Città Aperte 2010 con la Regione Puglia e la Comunità Europea. Ingresso Libero dalle ore 21. Vicino all’antica casa della Taranta e alla cappella dei santi Pietro e Paolo con l’uso delle trombe di San Pietro realizzate dai ceramisti grottagliesi.Ultimo lavoro del regista Alfredo Traversa vuole evidenziare come la casa naturale del fenomeno del tarantismo sia il nostro territorio e che più di pizzica bisognerebbe parlare di taranta. Nasce dall’esigenza di proporre, forse per la prima volta, una situazione drammaturgica compiuta che possa finalmente ‘presentare’ in forma teatrale il ricco e contraddittorio fenomeno del tarantismo.In questi ultimi anni si è assistito al dilagare di danze e musiche che fanno riferimento, impropriamente, alla taranta. Crediamo che con l’iniziativa che qui proponiamo si possa avviare un percorso di ricerca e studio su quelle che sono le tante suggestioni magico-religiose legate all’antico cerimoniale di terra pugliese.Lo spazio scenico si trasforma in una casa (solo sedie e panni stesi); qui una donna rivive attraverso le memorie dei padri, dei luoghi, emozioni che comprendono la sfera psicologica, quella sessuale, la dimensione sociale femminile, frustrazioni, depressioni, invocazioni ai Santi protettori…un misto di fede e di profano….In questa casa non si entra, ma, si spia, si osserva, si partecipa di un ‘rituale’. Sospiri, frasi interrotte, movimenti frenetici, silenzi, dialoghi….secondo uno schema strutturale che ripercorre le principali fasi liturgiche. Lo spettatore qui diviene parte essenziale perché si compia il rito. Viene cercato, chiamato: forse ad un certo punto qualcuno occuperà le sedie vuote, forse ad un certo punto in sala si dovrà insieme urlare o battere le mani…Ci proponiamo con ‘La casa della Taranta’ di scovare e riproporre in chiave contemporanea tutti quegli elementi che del fenomeno del tarantismo hanno interessato per millenni storici, sociologi, religiosi, scienziati, filosofi….Non uno spettacolo ma la costruzione di un ‘rito’ che entri nelle viscere e nell’anima dello spettatore per provare il dramma e l’esaltazione di chi veniva ‘punto dal ragno’. Il testo parte viene ricavato dagli scritti ritrovati di donne punte dal ragno, parte dagli studi pervenutici da diversi osservatori di diverse epoche storiche e parte, forse la più importante, dalla memoria che da piccoli abbiamo ricevuto dai nostri padri e da quello che la nostra osservazione di bambini ci portava ad imprimerci nell’anima come fatti di meraviglia ed inspiegabili.
Info: 388 30 59 654
teatrodellafede@email.it
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis