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venerdì 1 ottobre 2010

Angelo Milano è lui il "colpevole" del meraviglioso Fame Festival, forse quest'anno alla sua ultima edizione

Lo confesso, Angelo Milano l'ho rincorso un' intera estate,  irraggiungibile telefonicamente e fisicamente, in quanto una forza della natura indomabile nella sua genialità creativa.
Ma la sera del vernissage del Fame Festival ancora in corso nella Antica Bottega Papocchia gli ho strappo la promessa di un'intervista ed eccola qui nella sua unicità e fuori da ogni canone precostituito in cui si possono cogliere anche motivi di arricchimento.

Tre anni fa hai cominciato questa avventura fuori dall'ordinario e in silenzio hai fatto passi da gigante. Come ti è venuta questa idea?
Angelo - Ho uno studio di serigrafia dove collaboro con questi artisti per delle tirature limitate dei loro disegni. Invitando sempre più artisti, ed essendo tutti loro molto talentuosi, ho pensato che fosse uno spreco non fargli fare qualcosa in giro per la città. Conta che quando li invitano in giro per il mondo vengono profumatamente pagati, qui il culo è che già ci lavoro insieme, quindi il profumo glielo faccio sentire quando li porto a Riggio, e il pagamento ce lo giochiamo con due piatti di orecchiette. 
In più ho pensato che Grottaglie offrisse molti spunti interessanti e avesse bisogno di un minimo di aria fresca.
Quando buttavo via il mio tempo all'università, come farsa finale, ho fatto una tesi su Grottaglie, l'unicità del Quartiere delle ceramiche, l'assenza di comunicazione fra il Quartiere e il resto del paese, la disgrazia della politica locale, impotente e disinteressata. o quantomeno, potente e interessata, ma solo per i cazzi loro.
Il Festival, come detto altrove, vuole essere un nuovo punto di vista sul Quartiere, un ponte fra quartiere e paese, un ponte fra paese e fuori. Prima di morire di fame val la pena di provarle tutte no? 
e poi, che umiliazione sarebbe osservare l'estinzione di una categoria di artigiani eccezionali, solo perché siamo svantaggiati a livello geografico rispetto ad una Faenza o che ne so io. Il turismo è la chiave e di creatività ce n'è tanta, basta orientarla bene.
In questi tre anni quanti artisti son passati da Grottaglie e da dove son venuti?
Angelo - In tutto non lo so, non sono bravissimo con le statistiche. mi annoiano molto. sicuramente più di 30 e meno di 50. Mettiamola così! Sono venuti da Stati Uniti, Brasile, Colombia, Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra, Irlanda, Norvegia e Italia. 

I migliori tuoi fans sono i tuoi genitori, in particolare la tua mamma Gilda, che attiva un B&B casalingo ed ospita una marea di tuoi amici che vengono da ogni dove per rendere unici alcuni angoli della nostra città.
Eh,  più che fan sono veri e propri collaboratori! colonne portanti direi, è un bel po' ingiusto quando mi si attribuiscono tutti i meriti (ammesso che ce ne siano) del Festival, senza i miei non andrei da nessuna parte. Conta che non ho neanche la patente e mio padre scarrozza gli artisti all'aeroporto molto spesso.  Per gli insulti (di quelli si che ce ne sono), quelli si, sono tutti da recapitare a me, se il Festival fosse gestito interamente dai miei genitori sarebbe molto più pulito e positivo. A me piace fare casino.

I temi che avete toccato in questi anni sono stati argomenti che in molti casi satireggiano sulla politica locale, il primo anno c'è stata una morte eccellente, il famigerato Gallo odiato dai nostri amministratori tanto da essere cancellato. Ma l'anno successivo non avete esitato a istoriare un lungo muro con galline in lutto, migliore risposta non poteva essere data alla cecità e al provincialismo di molta gente che ci governa.
Sai che non la definirei satira! la satira la fa un intelligente, un pianificatore, io non ho pazienza per pensare al dopo e non mi sento così intelligente in queste dinamiche, la comunicazione mi piace quando è diretta e senza filtro. Credo che più che satira si tratti di denuncia. E più che dall'intelletto sia spinta dalla rabbia. 
A me fanno schifo i nostri meccanismi politici locali. Li leggo in rima baciata con mafie e mafiette già viste e denunciate altrove. La satira verso la mafia è una carezza,  a me piacerebbe prenderli a pugni questi stronzi.  Poi c'è che se non sei bravo a fare a botte usi armi diverse.  Il  fatto che siano disegni colorati non vuol dire che siano da prendere alla leggera, l'espressione è piacevole, ma è il contenuto che ci interessa.

Quest'anno fra le bellissime opere che da giugno hanno cominciato a manifestarsi, quasi per incanto,  sui muri  della nostra Grottaglie, senza dubbio la più significativa e feroce dal punto di vista della satira, è la bella torta di rifiuti sistemata su un piatto prezioso sorretto da una mano ingioiellata e credo faccia il paio con quell'uomo pieno di soldi in prossimità della biblioteca comunale Pignatelli.
Anche qui, io non ci vedo satira,  io ci vedo una risposta matura e diretta, il messaggio è chiaro: avete fatto merda.  
Angelo tu volutamente hai fatto a meno dei contributi dell'Amministrazione che il primo anno, sempre con la storia del Gallo, non è stata certo tenera con il Fame festival, poi l'anno scorso e quest'anno c'è stato il massimo del disinteresse, ma questo non ha per niente influito sulla buona riuscita della manifestazione che è andata alla grande e sempre più con il vento in poppa.  Si chiedono in molti: come fai a finanziare questa iniziativa?
Il disinteresse dell'amministrazione locale è L'UNICA possibilità di riuscita di un evento organizzato a Grottaglie. Tenendo alla larga questi piccoli uomini e tristi, tristissime signore, non ci saranno faccine e faccette, non ci saranno strette di mano. Così come non ci saranno voti da rastrellare. Zero aiuti, zero favoritismi zero figli di Dalì.
L'unica cosa che mi fa tristezza è che trovo che il Festival meriti finanziamenti pubblici. Il disastro è che questi finanziamenti siano amministrati da persone fisiche, legate a partiti e tristezze del genere. Dio come siamo messi male!
Finanzio il tutto con la vendita delle serigrafie che stampo con gli artisti. A questo proposito, mi fece molto ridere una volta un racconto di una mia amica che sentendo commentare i murales sentì un ragazzetto dire: "eh, ma pur'io ci tineva tutte quire sorde scea pittanno, grazie alla pizza"
Al ragazzetto, cosi come ai tanti curiosi, che ad un certo punto hanno addirittura ipotizzato un paradossale finanziamento sotto banco da parte di Ecolevante (e di che stiamo parlando, di Berlusconi? che si mette i due tre satiri di corte su Italia uno?) voglio spiegare che essere di "buona famiglia" non vuol dire che i tuoi genitori pagheranno biglietti a degli artisti brasiliani e colombiani per fargli dipingere in giro per Grottaglie. Così come vuol dire che se un Settanni si avvicina, anche solo ad un metro di distanza, a me viene la pelle d'oca, figurati tu!
Purtroppo sono costretto a lavorare, e anche tanto. Ho solo avuto la fortuna di non lasciarmi convincere dalla televisione che anche io ho bisogno di un SUV, o di un maglione da 300 euro. Quindi spendo i soldi per cose che mi divertono e con le quali posso sentirmi apposto con me stesso. E' solo una differenza di priorità.
Dopo un'estate passata a faticare, quest'anno, tra l'altro,  molti ragazzi grottagliesi ti hanno seguito, cosa farai adesso?
L'inverno viaggio tanto,  non sopporto il freddo. Sto curando un altro Festival a Lisbona ma me ne sono già pentito. Vorrei tanto trovare tempo e modo per scrivere un libro/catalogo dei primi tre anni (molto probabilmente ultimi) di Festival.  
Infine non posso non congratularmi con te per questa bellissima iniziativa che forse nella gente di Grottaglie sta insinuando il germe della critica, grazie alle tematiche delle opere che stanno incidendo  molto sulle coscienze fornendo   delle chiavi di lettura sullo sfracello morale ed ideologico in corso. Tu hai messo su un'iniziativa di respiro internazionale, di grande successo, ma Angelo con il suo  talento, il suo  lavoratore instancabilmente, rimane il  ragazzo modesto che farà tanta strada. Hai una laurea ma di te non c'è traccia di titoli roboanti,  sei solo Angelo Milano e per te conta  il Fame festival lo studio Cromie, e la tua Grottaglie, dove hai voluto testardamente fare questa iniziativa nonostante offerte più allettanti,  perché?
Perché la mia laurea la vivo come un'umiliazione più che altro. L'ho praticamente rubata. Non ho mai letto un libro per intero e sono ignorantissimo, eppure, mi sono laureato per primo e con buonissimi voti. MAH!?  il sistema universitario italiano è una truffa clamorosa. Al momento lo vedo come un'articolatissimo sistema incentrato esclusivamente su uno spostamento di risorse da sud a nord. Soldi braccia e cervelli e intanto qui si muore di fame. Se posso sfruttare quest'intervista per dare un consiglio ai ragazzi grottagliesi, vado?
Vai pure...
Fa più o meno cosi:
non ti annoiare, non pensare che sia molto meglio altrove. Non ascoltare troppo gli adulti e ignora le istituzioni, hai un punto di vista molto più lucido tu di loro su molte, moltissime cose. E hai molte più energie di loro, quello che non si può fare è quasi sempre quello che loro non hanno avuto le palle di fare. Se tu ti senti diversamente provaci. E' chiaro che non devi fare minchiate, per esempio non ti drogare, non perché lo dice Barbara D'Urso ma perché è una perdita di tempo e te ne accorgi solo dopo. Sei su una terra ricchissima e generosa, è inutile che cerchi la magia a 1000 km di distanza, ce l'hai dietro l'angolo. E se non la trovi forse è perché tocca a te crearla, sienteme a me, statte qua!

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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis

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Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l'arbitrarietà,
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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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