Cadeva il 15 nei mesi di 31 giorni, marzo, maggio, luglio, ottobre (ricordate,gente di una certa eta’, il famoso mar-ma-lu-ot, artificio mnemonico usato nelle scuole ? Un doveroso omaggio e ricordo,a questo punto, della Prof.ssa Trani Lemme , mia docente di Lettere alla Scuola Media “Pignatelli”, che sui compiti in classe ci faceva “mettere” la data..in latino…….che tempi!), mentre cadeva il 13 negli altri mesi. Chiariamo subito perché le “Idi” rappresentavano una data particolare. I Romani non calcolavano i giorni del mese come si fa attualmente, contando dal primo all’ultimo giorno, cioè 1, 2, 3, 4 e così via. Ma essi avevano introdotto nel loro calendario 3 date fisse, Kalende (kalendae,-arum), None (nonae,-arum) e Idi (idus,-us), in base alle quali si stabilivano i vari giorni. In breve i Romani indicavano i giorni come precedenti o posteriori a Kalende, None ed Idi, tenendo presente che le Kalende cadevano sempre il primo giorno del mese, le None il 7° o il 5°, secondo lo stesso criterio delle Idi.
Il termine Kalendae, è un termine greco che deriva dal verbo kalèo ( kale’w= chiamare), così detto perché il primo del mese il “pontifex minor”, nell’età più antica, al primo apparire della luna nuova chiamava a raccolta il popolo sul colle Capitolino per annunciare il principio del mese. Dal termine Kalendae derivò poi il nome calendario. Ancora oggi, nell’uso comune si pronuncia spesso la frase “rimandare alle calende greche”, modo di dire che significa “rimandare ad una data indefinita, impossibile”, tenendo presente che nel calendario greco non esistevano le calende.
“Roma, inizi di marzo del 44 avanti Cristo. Caio Giulio Cesare, il pontefice massimo, il dittatore perpetuo, l'invincibile capo militare che ha assoggettato il mondo alla legge romana, è un uomo di cinquantasei anni, solo in apparenza nel pieno della sua prestanza fisica e psichica. In realtà è stanco e malato, una belva fiaccata e rinchiusa nella gabbia dei propri incubi spaventosi. La missione di cui si sente investito - chiudere la sanguinosa stagione delle guerre fratricide, riconciliare le fazioni, salvare il mondo e la civiltà di Roma - vacilla paurosamente sotto i colpi martellanti e subdoli dei complotti di palazzo, orditi da chi vede in lui il tiranno efferato, colpevole, dopo lo strappo del Rubicone, di aver messo per sempre fine alla libertà della repubblica.Guardati dalle Idi di Marzo!” è l’annunzio di Calpurnia moglie di Cesare che aveva avuto un presentimento di quanto stava per accadere al marito Giulio Cesare. “Beware the Ides of March” echeggia dopo secoli Shakespeare.Alle Idi di marzo del 44 a.C. Giulio Cesare venne ucciso durante una seduta del Senato di Roma.
Fu assassinato dai nemici a cui aveva concesso la sua clemenza, dagli amici a cui aveva concesso onori e gloria, da coloro che aveva nominato eredi nel suo testamento.Il popolo di Roma lo pianse. Cesare aveva 56 anni.La vigilia delle Idi, discutendo su quale fosse la morte migliore, aveva detto a Marco Lepido "Ad ogni altra ne preferisco una rapida ed improvvisa". E così era stato.La Curia dove era avvenuto l'assassinio venne murata.Le Idi di marzo presero il nome del "Giorno del parricidio".Venne proibito di convocare il Senato in quel giorno.Nel Foro venne innalzata una colonna di marmo con la scritta "Parenti Patriae", ovvero al Padre della Patria.
Di Cesare fu scritto: "Così egli operò e creò, come mai nessun altro mortale prima e dopo di lui, e come operatore e creatore Cesare vive ancora, dopo tanti secoli, nel pensiero delle nazioni, il primo e veramente unico imperatore" (Th. Mommsen, Storia di Roma antica - Libro V - Cap. XI)
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