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martedì 6 marzo 2012

Omaggio…… “sentimentale” agli “angeli senza ali”

L'Italia fu la prima potenza al mondo ad impiegare il paracadute per infiltrare militari selezionati dietro le linee nemiche.
E' durante il 1° conflitto mondiale, quindi, che ebbero luogo i primi aviolanci di personale con finalità belliche.
In Italia l'esigenza di creare reparti paracadutisti era stata avvertita almeno una decina di anni prima della seconda guerra mondiale, ma senza risultati concreti fino al febbraio del 1937 quando, con apposita legge, la responsabilità di approntare scuole di paracadutismo militare fu definitivamente assegnata all'Arma Aeronautica. Anche qui era il solito campanilismo delle tre armi per ogni nuova iniziativa.
Dovettero tuttavia trascorrere più di due anni prima che fosse ufficialmente costituita (15 ottobre 1939) la Scuola Paracadutisti di Tarquinia. A Tarquinia fu costituita e addestrata la 185° Divisione Paracadutisti “Folgore” su 9 battaglioni, 3 gruppi di artiglieria e reparti divisionali. A questa si sarebbe aggiunta la 184° Divisione Paracadutisti “Nembo”. Inoltre, sempre a Tarquinia, furono addestrati il 1° Btg. Reali Carabinieri Paracadutisti, gli Arditi Paracadutisti del 10° Reggimento Arditi del Regio Esercito, il 1° Battaglione d’Assalto della Regia Aeronautica e il 2° Battaglione A.D.R.A. “Arditi Distruttori Regia Aeronautica” e i 650 Nuotatori Paracadutisti del Battaglione S. Marco, dipendente dalla Regia Marina.
In Africa Settentrionale Italo Balbo aveva costituito di propria iniziativa un Campo Scuola Paracadutisti Libici a Castel Benito. Entrato in funzione fin dagli inizi del 1938 inquadrava truppe indigene con ufficiali e sottufficiali metropolitani. Il reparto paracadutisti chiamato“Fanti dell'Aria” era costituito.
La responsabilità invece di organizzare la Scuola nazionale di paracadutismo militare di Tarquinia fu affidata al Colonnello pilota Giuseppe Baudoin, livornese di nascita. Il 5 febbraio 1940, ebbe concretamente inizio la vita della Scuola che in poche settimane fu in grado di accogliere una cinquantina di ufficiali e sottufficiali ammessi al corso per istruttori.
Con l'entrata in guerra dell'Italia, i primi paracadutisti ad entrare in combattimento furono i “Fanti dell'Aria” libici. Il reparto, al comando del Ten.Col. Tonini, venne impiegato per fermare la prima offensiva britannica del gennaio 1941 a Derna, Uadi el Bgar, Mehlid Garad e Sidi el Mcheimen. Nei combattimenti caddero 184 paracadutisti (dei quali 101 libici), mentre ben 244 furono i feriti.
A novembre dello stesso anno, al fine di contrastare la seconda offensiva britannica, venne impiegato anche il 1° btg. Carabinieri paracadutisti a difesa di Ain el Magara e Villaggio Berta. E’ in questo momento che il 1° battaglione Carabinieri paracadutisti, al comando del maggiore Edoardo Alessi, riceve (il 14 dicembre) l'ordine di attestarsi sul bivio di Eluet el Asel, a sud di Berta, con il secco ordine di resistere ad oltranza. Sembra una richiesta di suicidio per fonogramma. Sono solo 400 uomini, rinforzati da 6 cannoni controcarro da 47/32 millimetri dell'8° reggimento bersaglieri, dotati di 400 bombe controcarro Passaglia e di una settantina tra fucili mitragliatori e mitragliatrici. Come resisteranno all'VIII armata avanzante? Dovranno arrangiarsi perché i loro commilitoni in ritirata sulla litoranea hanno bisogno di tempo per sfuggire alla cattura. L'unità ricevette l'ordine di favorire lo sganciamento della Divisione Ariete ed in tale azione, si produsse in ripetuti combattimenti a seguito dei quali caddero 35 Carabinieri paracadutisti.
 I paracadutisti ebbero modo, in tale circostanza, di mostrare che erano uomini di coraggio non comune, decisamente sprezzanti del pericolo. Infatti, l'avanzata dell'Asse si era fermata a El Alamein dove la Folgore venne schierata. Dapprima l'unità condusse ripetute azioni nella terra di nessuno fino all'inizio dell'offensiva britannica del 23 ottobre 1942 che sfondò la linea di resistenza italo-tedesca. Al prezzo di un terzo dei suoi effettivi, l'esile linea della Folgore aveva retto all'urto di un intero corpo d'armata. Infliggendo all'avversario perdite enormi, la Folgore si ritirò in buon ordine fino alla Tunisia. “Gli ultimi superstiti della Folgore sono stati raccolti esanimi nel deserto.
La Folgore è caduta con le armi in pugno” comunicava la BBC da Londra a fine 42. Ma la storia dei paracadutisti non si concluse con El Alamein.
Una seconda divisione di paracadutisti, la Nembo, venne sorpresa in Italia dal tragico armistizio dell'8 settembre 1943. Nella circostanza i reparti si separarono ordinatamente per unità organiche, confluendo alcuni nell'Esercito del Sud ed altri in quello della RSI. I primi, in particolare, risalirono tutta la penisola al fianco degli Anglo Americani rendendosi protagonisti di epici combattimenti, tra i quali quelli di Filottrano, Poggio Rusco e Case Grizzano. Nell'ambito della RSI, i paracadutisti confluirono in reparti che si distinsero a prezzo di sanguinose perdite nell'eroico contenimento della testa di sbarco americana ad Anzio, sulla linea Gotica e nel Goriziano, dove molti morirono nel tentativo di difendere l’Istria ed il Friuli dai disegni di annessione di Tito.Onore,anche a questi soldati, anche se combattevano dalla parte sbagliata!

 “…E noi andiamo più in alto delle aquile. E più rapidi del falco scendiamo. E più leggeri che piume danziamo nell’aria. E più alti sulla terra ci avviciniamo a Dio e sentiamo il respiro dell’Eterno alitarci sul volto teso.…Il paracadutismo è poesia… E quando la seta schiocca e fiorisce e fa vela nel vento, quando il respiro riprende e le corde si tendono, quando, non più atomo di infinito, ma uomo che danza nell’aria, la nostra discesa ci frena, per renderci interi alla terra, il nostro canto è già spento, la nostra offerta consumata.Perché la nostra è la poesia dell’attimo al limite con l’infinito, è la poesia della vita al limite con la morte; è la poesia del mortale che attinge e accarezza l’Eterno.”      
Nino Arena

….E l'aviazione nostra sorella
dopo di noi è la più bella,
e gira gira l'elica romba il motor
siam paracadutisti o si vince o si muor….

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Pierpaolo Pasolini
scrittore
ammazzato nel novembre del 1975

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