L'aspetto più interessante per noi è certamente sapere che quel che caratterizzò il Medioevo è la concezione unitaria della vita, riconosciuta come totalmente determinata dall'appartenenza alla Chiesa (cioè dalla dipendenza da Dio), tanto che sarebbe più adeguato definire il Medioevo come epoca della Cristianità.
Si pensi allo splendore delle cattedrali che hanno punteggiato l'intera Europa di fari luminosi per la loro bellezza (per R. Pernoud il Medioevo è l'unica epoca di sottosviluppo che ci abbia lasciato delle cattedrali!). Si pensi al preziosissimo lavoro dei Benedettini, che con la loro regola e con la loro operosità non solo hanno ispirato gli altri ordini religiosi, ma addirittura hanno iniziato l'opera semplice ed umile di ricostruzione dopo le devastazioni barbariche, senza trascurare di custodire e trascrivere i manoscritti dell'antichità classica. Si pensi alle prime scuole, nate a ridosso dei monasteri e frequentate da tutti, anche dai più poveri. Si pensi alla nascita dell'Università, che, pur tenuta da ecclesiastici, non temeva di affrontare qualsiasi argomento, in nome della ricerca della verità e in ossequio alla retta ragione capace di giungere alle soglie della fede. Si pensi alle grandi opere filosofiche, nate anche per contrastare l'insorgere delle eresie, ma non solo. Si pensi al prodigioso fiorire di poemi epici il cui contenuto, grazie ai grandi pellegrinaggi della cristianità, circolavano liberamente in tutta Europa; per non parlare del capolavoro delle nostre origini che è "La Divina Commedia". Si pensi al rapporto di profonda lealtà e libertà che legava signore e vassallo. Si pensi alle grandi innovazioni tecniche troppo spesso sottaciute dall'ignoranza del nostro tempo, conseguente anche al fatto che vi sono moltissimi manoscritti non ancora esaminati e pubblicati. Si pensi all'importanza che aveva la donna se anche nei monasteri doppi, maschili e femminili, separati ma contigui, i monaci facevano la "professione" nelle mani della badessa e non dell'abate; oppure al fatto che solo nell'autunno del medioevo, nel '300 alla donna non sarà più permesso per esempio di frequentare la Sorbona, mentre prima la donna poteva anche esercitare cariche pubbliche, oppure praticare la medicina ed era incoronata regina alla stessa stregua del re (il che dopo non accadde più). Si pensi,infine,a personalita’ come Dante,Petrarca,Boccaccio,Carlo Magno,Giotto,FedericoII…E questo sarebbe un periodo "buio"?Si tratta solo di alcuni aspetti della civiltà del Medioevo che ci fanno intuire quale ricchezza resti nascosta e sconosciuta ai più su questo periodo. Certo non mancarono errori e nefandezze, come in ogni periodo storico a causa della fragilità umana… ma anche il fatto che in tutto il Medioevo sia attestato un solo suicido la dice lunga sul tipo di mentalità, che ormai noi non conosciamo più.
Tutto ciò per ristabilire un minimo di verità su questo periodo storico così misconosciuto.
E come è nata questa leggenda che facilmente viene propinata da storici e intellettuali che, per ignoranza o per pregiudizio, preferiscono liquidare con una semplice formula quasi mille anni di storia?
E anche se non sono i vincitori in senso politico o militare ad effettuare la manipolazione degli eventi storici, quel che determina la scelta dei fatti degni di essere ricordati è certamente anche l'orientamento ideologico, o per meglio dire la mentalità propria del periodo in cui lo storico scrive.
Un secondo aspetto da non sottovalutare è la sottile opera che si perpetra anche con l'uso di determinati termini: Medio Evo sarebbe infatti semplicemente una "età di mezzo",media tempestas, una parentesi insignificante (di quasi mille anni!!!), un… incidente di percorso, tra lo splendore dell'età classica e il Rinascimento.Questo tipo di operazione, per quel che concerne il Medioevo, è iniziata proprio con l'emergere della nuova cultura del Rinascimento, che si pone consapevolmente in antitesi nei confronti dei secoli precedenti e in particolare di quelli in cui l'unitarietà della concezione della vita, determinata dalla civiltà integralmente cristiana, aveva prevalso. La contrapposizione culturale fondata su una concezione della realtà che cominciava a rifiutare Dio in modo sempre più consapevole, viene poi acuita dall'operazione di demonizzazione di tutto ciò che sapeva di oscurantismo cattolico.Tale operazione viene poi incrementata, al tempo della cosiddetta "Riforma", dai teologi e dagli storici protestanti, che animati dall'odio anticattolico (ricordiamo che da loro il Papa veniva definito come l'Anticristo), non esitavano a dare un giudizio negativo su tutto quel periodo che era stato caratterizzato dal trionfo della Chiesa e del papato romano.
In seguito l'opera di svalutazione totale del Medioevo è completata dall'Illuminismo, che in nome dell'esaltazione della ragione intesa come capacità astratta e superba di misurare la realtà, bolla definitivamente quelli che definisce secoli bui in odio a qualsiasi tradizione, specie se religiosa.Uno degli esiti più clamorosi dell'Illuminismo è certamente la rivoluzione francese della quale uno dei primi atti è stato quello dell'Assemblea Nazionale che, nella celebre notte del 4 agosto 1789 decretò praticamente di sopprimere il passato per poter "far rinascere" una nuova Francia(vedi il nuovo calendario civile). Alla fine del 1700 l'opera di mistificazione nei confronti di mille anni di storia, grazie alla sapiente opera iniziata con il Rinascimento, è praticamente compiuta: ormai il Medioevo, come espressione della cristianità, ha definitivamente un'immagina negativa e immodificabile e diventa automatica qualsiasi sbrigativa condanna di quel periodo storico. Il sogno medievale è dunque un sogno sacralizzato, ossia legato alla sfera del soprannaturale, e viene quindi "praticato" dai mistici medievali per accostarsi a Dio attraverso la visione estatica, spesso favorita da erbe soporifere e allucinogene: una pratica condannata dalla Chiesa, che raccomanda mezzi più devozionali come il digiuno. Il quadro cambia dopo la metà del XII secolo: la presenza del sogno si dilata - grazie alla diffusione delle esperienze mistiche e al mutato atteggiamento della Chiesa - e diventa anche oggetto di suggestive interpretazioni e di interesse filosofico.
La "rinascita" del sogno comporta due conseguenze. In primo luogo la "desacralizzazione": il sogno è sempre meno legato al divino e sempre più al corpo e a fenomeni psicosomatici, anche se non perde una certa componente profetica e si lega, soprattutto nel Rinascimento, all'astrologia. In secondo luogo la "democratizzazione": il sogno, nella civiltà greco-latina, ebraica e alto medievale, era prerogativa dei detentori di autorità (re, eroi, patriarchi-santi, per molti dei quali diventava efficace strumento di potere carismatico); ora invece si estende anche ai borghesi e ai chierici e penetra nella fantasia degli scrittori che sempre più numerosi introducono nella creazione letteraria sogni-visioni, ormai pretesto per raffinate e complesse allegorie.
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis