da Viola a Fornaro, da Spagnoletti a Pasquale Pinto. Un saggio che legge la poesia moderna nata in Magna Grecia
“Sulle rive della Magna Grecia. Poeti del Novecento nella Taranto Mediterranea” è il titolo di del libro di Marilena Cavallo (docente e saggista) che sarà in distribuzione nelle prossime settimane.
Lo studio, che analizza alcuni poeti del Novecento tarantino, focalizza l’attenzione sui temi delle radici, sulle matrici mediterranee e sul senso di nostalgia che si avverte nei processi letterari attraversati dai poeti che sono parte integrante di una chiave di lettura tra mito e tempo.
I poeti in questione sono Raffaele Carrieri, Giacinto Spagnoletti, Cosimo Fornaro, Tebano,Michele Pierri, Paqsuale Pinto. Il lavoro sarà arricchito da lun lungo capitlo su Cesare Giulio Viola visto nella sua “attualità poetica”.
Il volume, che porta in copertina un’immagine “mediterranea” del futurista Francesco Grisi, verrà pubblicato Pellegrini editore con il coordinamento scientifico del centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi” diretto da Pierfranco Bruni.
"Si Tratta di un lavoro articolato, sottolinea la studiosa Marilena Cavallo, che si inserisce nel contesto delle poetiche del Mediterraneo. La Magna Grecia non è solo una metafora ma va considerata una geografia fisica ed esistenziale. Il territorio è un'espressione del tempo - memoria che si articola in un intreccio parossistico alla cui base c'è l'incontro reale e metaforico con la dimensione dell'appartenenza. Il territorio è appartenenza e nella poesia si legge come un modello rappresentativo singolare. Ma è sul territorio che i poeti si ritrovano. Territorio dell'anima e della storia. Poeti che hanno delineato non dei messaggi ma hanno definito, appunto, delle immagini. Immagini che durano proprio perché sono state trattate attraverso il linguaggio che trasmette". Aggiunge ancora Marilena Cavallo: “Il luogo è appartenenza perché è radicamento. Una esperienza che non è sociologica ma letteraria. Il luogo per un poeta non giunge ad altre affermazioni se non attraverso ragioni che non siano poetiche. Perché è nella poesia che la geografia del territorio si fa essenza lirica. Cogliere nella parola questa essenza lirica è dare un significato ai valori di una identità. E' il luogo che manifesta i codici identitari. Luoghi che si intrecciano e che si parlano nella meraviglia di una consapevolezza. I poeti si portano dentro le allegorie dei luoghi, i quali non vengono mai sepolti ma recitati sulle onde di un vento che raccoglie nostalgie. Pierri per una sua esperienza tra testimonianze di città: Napoli e Taranto. Carrieri tra Taranto e Milano. Spagnoletti tra Taranto e Roma. Fornaro ha viaggiato nella sua Taranto recuperando il lirismo di quei luoghi che sono metafora dell'indefinibile. Poeti della nostalgia”.
brava la nostra prof. continua sempre su questi temi
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