Che ora è ?

domenica 11 marzo 2012

Il randagismo delle coscienze!

Un fenomeno in crescita, che non accenna a regredire. Ogni anno in tutta Italia vengono abbandonati centinaia di migliaia di animali domestici. L'animale viene considerato alla stregua di un oggetto o di un giocattolo di cui ci si può disfare in qualunque momento.
L'abbandono è fonte di numerosi problemi. L'animale lasciato solo non è abituato a procacciarsi il cibo e spesso muore di fame e di sete.

Alcuni animali, abbandonati perché vecchi o già malati, non hanno alcuna possibilità di riuscire a sopravvivere. A questo si aggiunge il trauma psicologico dell'essere stati abbandonati. Gli animali lasciati ai bordi di una strada possono causare incidenti automobilistici.
Quelli abbandonati in zone boschive o isolate, entrano in competizione con la fauna già presente.
 Un altro problema è quello relativo alla diffusione di malattie infettive, col rischio di epidemie per l'uomo e la fauna selvatica. La Legge n° 281 del 1991 stabilisce che né i cani detenuti nei canili, né quelli randagi possano più essere soppressi né ceduti a laboratori di vivisezione. Inoltre prevede l'istituzione dell'anagrafe canina che tramite un tatuaggio indolore collega ogni cane al proprietario. Con questa legge si decreta, per la prima volta in Italia, che l'abbandono di un animale costituisce un reato punibile con sanzioni penali. Un cane, trovato a girovagare senza medaglietta e senza tatuaggio, viene considerato randagio e, in genere, catturato e portato al canile municipale. Il tatuaggio di identificazione può essere eseguito presso qualsiasi veterinario o rivolgendosi alla ASL locale.
La sterilizzazione di cani e gatti, nonostante possa sembrare una prevaricazione sulla natura dell'animale, costituisce un fattore importantissimo per la prevenzione del randagismo. Nella maggior parte dei casi il destino delle cucciolate indesiderate è o la soppressione o l'abbandono. La sterilizzazione, sopprimendo l'istinto sessuale, evita fughe nel periodo del calore riducendo il rischio di perdere il cane o il gatto. Inoltre, si rivela l'unica efficace prevenzione nei tumori alla mammella.

Spesso la sparizione di animali da canili, gattili e luoghi pubblici è dovuta all'esportazione verso laboratori di vivisezione in Italia o in altri stati europei, principalmente in Svizzera ed in Germania.
La legge 281 stabilisce che dai canili non possano essere ritirati più di tre cani dalla stessa persona e che comunque gli animali non vengano portati all'estero. I cani esportati dall'Italia ogni anno sono diverse migliaia. Veneto, Lombardia, Piemonte, Umbria e Campania sono le regioni maggiormente coinvolte.
Se trovate un cane segnalatene la presenza alla Polizia Municipale che provvederà a chiamare il canile convenzionato. Per emergenze e negli orari in cui non sono reperibili i Vigili, avvisate i Carabinieri. Contattate comunque anche le Associazioni locali che sapranno indicarvi i canili e le procedure in atto nella zona del ritrovamento.
Ora, chiariamo una cosa: il cane è un cane, non un uomo.
Un cane NON SA che cosa sia  un bambino, a meno che gli uomini che si prendono cura di lui non glielo spieghino, ovvero non lo educhino a conoscere e a rispettare i bambini.
Questi poveri bastardini inselvatichiti hanno mai avuto una famiglia capace di educarli e di socializzarli? Ovviamente no.
Hanno mai avuto un umano che si prendesse cura di loro? No.  Hanno avuto, semmai, un bastardo a due zampe che  ha poi lasciato i cani al loro destino.
Il cane è un cane: un animale predatore, che caccia per mangiare.
E’ diventato “il miglior amico dell’uomo” quando l’uomo ha cominciato a nutrirlo in cambio dei suoi servigi: ma se l’uomo non lo nutre, se l’uomo non si prende cura di lui, se l’uomo lo abbandona, il cane torna ad essere quello che è nel suo DNA. Un carnivoro predatore.
E’ colpa sua? Direi proprio di no. Lui è fatto così, è la sua natura, non può farci nulla. Per di più il cane non ha un senso morale(forse!): non sa che uccidere “è una brutta cosa”.
Non lo fa mai per gioco o per divertimento, come l’uomo: ma lo fa per sopravvivere, se nessuno pensa a sfamarlo in modo diverso.
Ora, in Italia abbiamo leggi ben precise sui cani randagi: è obbligatorio che ogni Comune abbia uno spazio dedicato ai cani, in cui i randagi possano essere ricoverati, accuditi , curati e sfamati.
I randagi non dovrebbero esistere e NON esisterebbero se non esistessero altri bastardi a due zampe che prima  li fanno nascere, facendo accoppiare tutte le cagnette di casa con il primo che capita, e poi li mollano senza pietà…ma siccome i bastardi a due zampe esistono, purtroppo esiste anche il randagismo. E per questo sono nate le leggi che dovrebbero tutelare le vittime dei  bastardi a due zampe.
E perché, dopo che gli umani hanno commesso tutti gli errori possibili e immaginabili, gli unici a pagare devono essere i cani, che proprio in quanto animali NON possono essere “colpevoli” di nulla?
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Due domande:
a)ci si e' mai chiesto in base a quale oscuro disegno della Provvidenza, l’uomo  e' stato creato umano e il cane  animale?Noi come umani  ci riteniamo migliori di quel cane o dei cani in generale, in termini assoluti? Migliori ,piu' intelligenti, piu' sensibili,piu' buoni? Usiamo la nostra intelligenza(se l’abbiamo) per metterci al posto del cane e vedremo' come la nostra visione del mondo cambiera' all'istante.

b) E’ questa la societa’ che vogliamo, quella dell’”ubi maior, minor cessat”? Una societa' in cui il piu' grande vince il piu' piccolo,il piu' forte il piu' debole?La legge della jungla? E che diremmo se un occasionale Polifemo ci prendesse tra le mani e ci  stritolasse: e' consentito perche'...“ubi maior”?
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L'"ubi maior" dei nostri antenati non si riferiva a qualcosa di materiale  ma investiva la sfera morale e immateriale. La mia,invece, e' una societa' di uguali, di tutti gli esseri viventi, in cui ci sia rispetto totale reciproco e in cui tutti convivano serenamente.Nel 1933, in Germania quei signori sensibili ed altruisti,  che erano i nazisti, cominciarono cosi, con lo sterminio di tanti cani randagi che offendevano il decoro e le coscienze dei puliti cittadini teutonici e le loro linde citta'.Salvo poi che, alcuni anni dopo, il sig.Adolf  Hitler coccolava ed accarezzava il suo pastore tedesco mentre firmava lo sterminio degli Ebrei!
Invece di prendercela con i piu' deboli della catena(leggasi cani), prendiamocela con coloro che tanto pomposamente si definiscono umani per qualita' e che sono la causa di tale quadro e di tale situazione.
Il problema non sono i cani ma coloro che fanno nascere tale fenomeno.
Quel film " il pianeta delle scimmie non ci ha insegnato nulla?" Io spero che in un futuro, lontano o vicino, si realizzi quella situazione:la natura ha molto piu' buon senso e molta piu’ giustizia di noi UMANI.

Quanto a quelle povere bestie… se avranno cibo, acqua ,coccole e/o, forse, solo RISPETTO diventeranno cani come tutti gli altri.  Non si pretende che gli animali vengano amati ma che vengano rispettati!Sono i migliori amici di quel bastardo di uomo che non sa essere un vero amico di nessuno.

Spesso, neppure di se stesso.


 N.B. I due animali della foto che mangiano insieme? Anche questa  è  armonia nella Natura!


5 commenti:

  1. Complimenti per l'art. Elio, come per tutti gli altri.Ti ricordi i nostri primi passi dal lontano 1995, quando insieme ad altri "impavidi"mettemmo su l'Anpa?Ne abbiamo fatto di lavoro e di strada!
    Oggi possiamo dire, con giustificato orgoglio, d'essere l'unica città ad avere una mappatura esatta,dalla via agli operatori,dei nostri cani di "quartiere", o meglio collettivi, tutti vaccinati, sterilizzati ,microchippati e inseriti nel sistema ACIR dello Zooprofilattico.
    Sul nostro territorio abbandonano molti cani anche microchippati da altre città. Come lo sappiamo? Perchè spesso arriviamo al proprietario, il più delle volte al distretto sanitario che ha immesso i microchips ma non caricato sul sistema i dati. La mortificazione qual'è, tu lo sai, che in altre città consultano noi dell' Anpa per il censimento degli animali e qui cittadini e amministratori non sanno di averlo. Non è facile fare una mappatura della città, costa fatica, impegno, mezzi.Senza il supporto di un'associazione seria la Asl non potrebbe avere il controllo del territorio ed il registro di carico e scarico degli animali di quartiere.
    Tant'è!, nessuno è profeta in patria, meno che mai a Grottaglie dove la gente viene "servita "per ogni istanza rappresentata.
    Il servizio pubblico esiste e merita la consacrazione che inseguiamo col Regolamento che abbiamo prodotto e presentato da tempo e che istituirà un serio controllo.
    GRAZIA PARISI-ANPA GROTTAGLIE

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  2. Cara Grazia, il riconoscimento più sentito va a te, che da sempre hai creduto in questa missione lavorando tanto a costo di sacrifici sovrumani.Grazie a te e ai tanti volontari, a Grottaglie abbiamo una situazione sempre sotto controllo, e lo fate con amore, discrezionalità e dignità.
    Grazie!
    Poi in merito al "nessuno è profeta in patria" hai ragione e non è solo nel tuo ambito, ma un po' ovunque, vuoi per le mezze calzette, ormai un esercito, che arrivati ad avere un po' di notorietà o a sedersi su poltroncine del "potere" non sanno far altro che denigrare e poi c'è la famosa invidia che ormai divora come un cancro chi vive solo di narcisismo e fanaticheria, tutta imperniata sul proprio io.
    BUON LAVORO A TE E A TUTTI I VOLONTARI DELL'AMPA.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. GRAZIA PARISI-ANPA GROTTAGLIE15 marzo 2012 alle ore 21:12

    Grazie ,Lilli, per le tue parole.Ho cercato e cerco di dare il massimo che posso dare. Non ho mai pensato di fare bene, si può fare sempre meglio, ma tutto ciò che posso, in coscienza si.
    Mi ferisce che molta gente non lo capisca, non capisca quanta fatica ,quanto sacrificio e quanto stress comporti questo impegno che non ha mai soste, nè per festività ,nè per malattia. A meno che non ti reggi proprio in piedi ,come mi è successo la settimana scorsa.
    Unica volta in 17 anni, due giorni a casa, con febbre alta..
    Per questo ti ringrazio come ringrazio tutti quelli che sono in grado di capire.

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