“Viae omnes ducunt homines per saecula Romam”.
Visto che cosi’ si diceva secoli addietro e visto che ancora oggi si dice cosi’, avendo Grottaglie il privilegio di essere attraversata dalla famosa via Appia,”regina viarum”, interessiamoci delle rete viaria romana che ancora oggi e’ usata nei nostri spostamenti, sia in Italia che in Europa.
Nel XXI secolo, a distanza di piu' di 2500 anni, monumento imperituro alla grandezza di Roma!
La costruzione delle strade, inizialmente, era stata dettata dalla necessità militare, ovvero di spostare rapidamente le truppe in qualsiasi regione conquistata, ed infatti le prime strade furono costruite proprio dai legionari. Anche se in principio avevano una funzione militare, esse permisero un notevolissimo sviluppo al commercio dell'Urbe favorendo lo spostamento di merci e mercanti, oltre che della gente comune e dei messaggeri. In poco tempo le prime vie Consolari come: l'Appia, l'Aemilia, la Salaria, la Postumia ed altre, vennero prolungate, fino a formare un complesso sistema che permetteva di raggiungere qualsiasi punto dell'Impero in poco tempo. Le strade romane avevano il compito fondamentale di mettere in comunicazione Roma con il resto dello Stato nel modo più rapido effettuabile. Per questoesse venivano tracciate rettilinee il piu’possibile per evitare allungamenti, anche a costo di lasciare isolati i centri più piccoli, i quali venivano comunque collegati con vie secondarie. La necessità di superare ostacoli naturali, come specchi d'acqua o colline per dare continuità al tracciato, venne attuata con la costruzioni di mirabili ponti, viadotti e gallerie in parte tuttora praticabili. Ricordiamo tra tutti il ponte più lungo dell'antichità, costruito sul Danubio per volere di Traiano con una lunghezza di oltre 2,5 km!
Come quasi tutti sanno ogni milium, cioè mille piedi (corrispondenti a 1548,27 metri), veniva posto ai bordi della strada una pietra cilindrica alta anche 3 o più metri, sulla quale erano incise le miglia percorse dalla città precedente, e quelli alla prossima, oltre che alla distanza da Roma; erano inoltre incisi il nomi di coloro che la fecero costruire . Al centro dell'Urbe, vicino al Foro, l'Imperatore Ottaviano Augusto fece collocare accanto ai Rostri il Miliarium Aureum ossia una pietra miliare dorata con le distanze di tutte le principali città dell'Impero; inoltre non lontano c'era anche una grande mappa bronzea dell'Impero detta “Forma Imperii”, accanto a quella di Roma detta “Forma Urbi”. La velocità di percorrenza giornaliera media delle strade era di 30 Km orari in carro, 7-8 Km/h a piedi, ed 80 Km giornalieri al massimo per i messaggeri imperiali del cursus publicus ossia i corrieri a staffetta per i funzionari di Governo. Le strade in epoca imperiale vennero sviluppate soprattutto per garantire un efficiente servizio postale e un rapido spostamento di messaggeri. Per facilitare ciò a intervalli regolari sorgevano stazioni per il cambio dei cavalli (mutationes) e locande per le soste notturne (mansiones), che erano attive per tutti anche per i cittadini i quali all'interno trovavano dipinte sulle pareti delle vere e proprie guide stradali, chiamate “ intineraria picta”, con segnalati i punti di sosta tra un itinerario e l'altro, le città, le distanze e tutte le strade importanti. Di queste mappe non sono rimaste tracce, tuttavia esiste una copia di epoca medioevale di eccezionale importanza, chiamata Tabula Peutingeriana , che ci da un'idea di come fossero strutturate, e quali nozioni geografiche avevano i Romani. Questa mappa, lunga sei metri e alta trenta centimetri, rappresenta tutto il mondo conosciuto allora dai Romani dalle colonne d'Ercole fino all'estremo Oriente. L'attuale termine strada deriva da “viae strata” cioè via lastricata. Ogni strada romana, aveva una struttura ben precisa e si sviluppava in modo più o meno rettilineo. Originariamente le dimensioni delle strade erano sancite dalle XII Tavole: per esempio la larghezza media andava dai 4 ai 6 metri, potevano avere due marciapiedi (margines) laterali di 2/3 metri di larghezza circa o anche più. Se nelle strade dell'Impero regnava l'ordine quasi assoluto, non si poteva dire lo stesso dell'Urbe (Roma, la citta’ per eccellenza, percio’ scritta con lettera iniziale maiuscola), dove al contrario le strade erano tutt'altro che ordinate e rettilinee. L'Urbe era inoltre una città caotica e rumorosa sopratutto nelle zone centrali, dove c'erano i mercati, i Fora, e gli edifici pubblici più importanti: a proposito di ciò ecco due brevi scritti, tratti rispettivamente da Giovenale e da Marziale che ci descrivono il rumore e il traffico a Roma:
"In quale appartamento d'affitto è possibile dormire? Il passaggio dei carri nelle giravolte delle stradette, le imprecazioni dei mulattieri che non riescono a procedere, toglierebbe il sonno anche all'Imperatore, che si assopisce con tanta facilità, e addirittura ad un ghiro!"Giovenale
"Non ti lasciano vivere! la mattina i maestri di scuola, di notte i fornai, e a tutte le ore i calderai che picchiano giù con il loro martello. Da una parte c'è il cambiavalute che non avendo nulla da fare fa risuonare sul suo sudicio banco le monete; dall'altra un banditore con un palo lucente picchia e ripicchia il lino sulle pietre. Il diavolio non cessa mai."Marziale.
Nihil novi sub sole ovvero...niente e’ cambiato a Roma, caput mundi!
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blog culturale fondato dalla giornalista Lilli D'Amicis