Castel del Monte è un capolavoro unico dell'architettura medievale, situato nei pressi di Andria (Bat) è conosciuto per la sua particolare forma ottagonale. Possiede un valore eccezionale per la perfezione delle sue forme, l'armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord dell'Europa, dal mondo musulmano e dall'antichità classica.
Con questa motivazione, nel 1996, il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO riunito a Merida (Messico), ha inserito nella World Heritage List il castello, fatto realizzare da Federico II di Svevia intorno al 1240. Il suo fascino è legato alla sua singolare forma geometrica: tutto l’edificio, infatti, è strutturato sull’ossessiva presenza del numero otto. Ottagonale è la pianta del palazzo, con otto torri ottagonali ad ogni vertice, e con due piani ciascuno con otto sale, ed un cortile ottagonale. Alla forma sono anche legate numerose leggende. L’ottagono è infatti una figura intermedia tra il quadrato, che è il simbolo della terra, e il cerchio, che rappresenta l’infinità del cielo, e quindi segnerebbe il passaggio dell’uno all’altro. Da qui nascono gli studi e riferimenti astrali e restano dubbi che lo riconducono alla cultura esoterica medievale dei Templari. Si dice infatti che rappresentasse un ponte tra Oriente ed Occidente. Le leggende cittadine narrano di un collegamento tra Bari e i Templari che portarono le spoglie di San Nicola dalla Terra Santa e che Federico II sconfiggendo gli arabi, avrebbe portato con sé il Sacro Graal per nasconderlo a Castel del Monte, in una sala segreta del palazzo. Che cosa è infatti Castel del Monte? La copia della corona ottagonale che incoronò l’Imperatore? Una chiave segreta di una verità esoterica, che si schiude solo agli adepti? Una cifra allegorica della perfezione del Potere? Una stella che si aggiunge a quelle in cielo, grazie al gioco combinatorio della luce del sole i giorni 8 aprile e 8 ottobre, che allora era ancora l’ottavo mese dell’anno? Un’espressione della pura bellezza del numero, affidata al numero 8 che viene replicato così tante volte? L’8, il numero che nel regno simbolico della matematica è il segno del tendere all’infinito. E il mito del suo Signore, che così l’aveva voluto e disegnato, tornava a sfolgorare, all’ombra di quelle torri fatte non per resistere all’assedio di forze nemiche, ma a quello del Tempo. Federico parlava arabo, greco, tedesco e latino. Riuniva nella sua persona, come il centro dei raggi di una ruota (e l’ottagono è iscritto nel cerchio della forma del castello), Oriente e Occidente, nord e sud, cultura greca, araba e tedesca. Amalgama di civiltà diverse che durante il suo regno parvero respirare al ritmo di una sola voce, di una sola mente, di un solo ordine. Lo studioso Aldo Tavolato ritiene che sia stato concepito come “emblema materiale di una conoscenza raffinata e vastissima”. Il castello rappresenterebbe uno ‘gnomone solare’, le cui misure sarebbero state concepite in modo che il moto solare e le ombre da esso proiettate ne definissero tutte le proporzioni. Anche la posizione geografica scelta per la costruzione non sarebbe casuale. Il castello si trova infatti a una latitudine di 41° 5’, dove durante gli equinozi, nelle due ore a cavallo del mezzogiorno, il Sole percorre un arco di 45°, corrispondente a un lato di ottagono. I quattro punti in cui il Sole sorge e tramonta, durante i solstizi d’estate e d’inverno, tracciano sul terreno un rettangolo i cui lati sono in rapporto aureo tra di loro. Nell’architettura di Castel del Monte, secondo molti studiosi, è costante la presenza del ‘numero aureo’, cioè di quel coefficiente di 1,618 su cui si basano non solo le proporzioni del corpo umano, ma anche molte costruzioni dell’XI – XIII secolo, con scopi esoterici o mistici. La pianta della costruzione, considerata nella sua interezza (compresi cioè lo spessore dei muri e le dimensione delle torri), può essere schematicamente rapportata a due coppie di rettangoli aurei ortogonali uguali, incrociate tra loro con un angolo di 45°.Ma cos’è il numero aureo o “sezione aurea”? Si tratta di un rapporto tra due misure di uno stesso insieme (per esempio i due lati di un rettangolo), indicato con la lettera greca π (pi), presente, come si è detto, in moltissime architetture: dalle piramidi egizie ai templi greci alle cattedrali gotiche. È inoltre riscontrabile nelle proporzioni di moltissimi organismi viventi, e persino in astronomia. Alcuni artisti moderni, come Le Corbusier e Mondrian, hanno cercato di applicarlo nei loro lavori, con risultati più o meno felici. A Castel del Monte il numero aureo è presente anche nel portale d’ingresso, come afferma la studiosa Stefania Mola. Realizzato con lo stesso rapporto che “struttura” il corpo umano, il portale rappresenterebbe simbolicamente, proprio sull’accesso del castello, “l’uomo che inizia il suo viaggio iniziatici verso la grande avventura dello spirito”.
La leggenda della sua ansia di non entrare mai in Firenze, dove una profezia gli aveva rivelato che lo avrebbe colto la fine se vi si fosse recato (si narra che a Federico fosse stata predetta dall'astrologo di corte, Michele Scoto, la morte “sub flore”) intanto torna a catturare ogni visitatore e a ricordare che proprio in questa terra poi la morte lo avrebbe colto arreso alla verità di quel velame squarciato del futuro: a Castel Fiorentino (ricordiamoci della leggenda “sub flore”), un borgo fortificato nell'agro dell'odierna Torremaggiore, non lontano dalla sede imperiale di Foggia.il 13 dicembre del 1250. Un anonimo scrisse alla sua morte: "Cecidit sol mundi, qui lucebat in gentibus; cecidit sol iustitiae; cecidit amor pacis".
Pace eterna al “puer Apuliae”, allo “stupor mundi”, al “sultano battezzato”,al "Reparator Orbis", al piu’ grande imperatore del Medioevo!.
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